Blog che si occupa di geopolitica, politica italiana, storia del comunismo, della sinistra italiana e osservatorio sui movimenti estremistici e sul nuovo antisemitismo
martedì 31 dicembre 2019
Ventunesimo secolo è 2020
Inizia il 2020, inizia un nuovo decennio, inizia una nuova epoca, un nuovo secolo, finisce l'epoca degli intellettuali saccenti che credono di saper tutto, dei politici e dei rivoluzionari di professione, dei pedagoghi che spiegano al popolo cosa deve pensare, del catastrofismo programmatico, la politica oggi si regge sulla legge della domanda e dell'offerta, la sovranità popolare e nazionale è il futuro, finisce definitivamente l'epoca in cui siamo tutti uguali ma qualcuno è più uguale degli altri, la diversità si coniuga con la libertà e non con l'uguaglianza, la Patria non è più una bestemmia, quello che si archivia è il socialismo, nazionale o globale che sia.
venerdì 27 dicembre 2019
Ecco come inizia il nuovo decennio
Il 2019 ha dipanato molti aspetti dell'ultimo decennio. Con una puntualità curiosa, proprio alle soglie del nuovo decennio si è chiarito il significato di molte cose. La rottura tra populismo e demosovranismo e il passaggio del populismo nel campo delle elite non è tattico, ma è la logica conseguenza oggettiva di una situazione già esistente in America, Inghilterra e in parte in Francia.
Demosovranismo e populismo sono due cose molto diverse. La domanda di più democrazia rispetto a istituzioni sempre più distanti dal cittadino e in particolare i giovani, è stata in questo decennio incanalata in un movimento come i 5 stelle che si è visto poi essere al servizio delle tecnocrazie e del capitalismo monopolistico e di Stato. La velleitaria ed estremistica retorica della democrazia diretta non ha fatto altro che il gioco di chi vuole sottrarre sempre più sovranità popolare e nazionale.
La promessa di più mercato, più spazio alla libera iniziativa individuale, più libera concorrenza e più libertà d'impresa che dopo la caduta dell'Unione Sovietica era stata pronunciata in Occidente, si è invece tradotta in un tradimento dei ceti medi e in una compressione delle classi lavoratrici.
Queste domande vengono ora raccolte dal demosovranismo, che infatti drena consensi in precedenza passati al populismo, ma anche di quei liberali che si rendono conto che un certo presunto liberalismo dei vari Blair, altro non era che acqua al mulino del capitalismo-comunismo di stato cinese.
Il grande merito dei Trump, dei Boris e dei Salvini è infatti aver smascherato sia il falso liberalismo della sinistra moderata sia la natura antidemocratica del populismo di estrema sinistra. Ora sta a loro dare quello che il popolo chiede: Patria, libertà e democrazia.
Dall'altra parte la sinistra intermedia che si colloca a metà tra populismo di estrema sinistra e falsi liberali si trova o a rifugiarsi in un ritorno al marxismo ortodosso e/o ad annichilirsi in un tatticismo perenne.
Demosovranismo e populismo sono due cose molto diverse. La domanda di più democrazia rispetto a istituzioni sempre più distanti dal cittadino e in particolare i giovani, è stata in questo decennio incanalata in un movimento come i 5 stelle che si è visto poi essere al servizio delle tecnocrazie e del capitalismo monopolistico e di Stato. La velleitaria ed estremistica retorica della democrazia diretta non ha fatto altro che il gioco di chi vuole sottrarre sempre più sovranità popolare e nazionale.
La promessa di più mercato, più spazio alla libera iniziativa individuale, più libera concorrenza e più libertà d'impresa che dopo la caduta dell'Unione Sovietica era stata pronunciata in Occidente, si è invece tradotta in un tradimento dei ceti medi e in una compressione delle classi lavoratrici.
Queste domande vengono ora raccolte dal demosovranismo, che infatti drena consensi in precedenza passati al populismo, ma anche di quei liberali che si rendono conto che un certo presunto liberalismo dei vari Blair, altro non era che acqua al mulino del capitalismo-comunismo di stato cinese.
Il grande merito dei Trump, dei Boris e dei Salvini è infatti aver smascherato sia il falso liberalismo della sinistra moderata sia la natura antidemocratica del populismo di estrema sinistra. Ora sta a loro dare quello che il popolo chiede: Patria, libertà e democrazia.
Dall'altra parte la sinistra intermedia che si colloca a metà tra populismo di estrema sinistra e falsi liberali si trova o a rifugiarsi in un ritorno al marxismo ortodosso e/o ad annichilirsi in un tatticismo perenne.
giovedì 26 dicembre 2019
Salvini, che dici?
In questo momento la vera perplessità verso Salvini risulta essere certe sue citazioni di Pasolini contro il consumismo fatte l'altro giorno su rete 4. Altro che consumismo e lotta ad esso, al contrario bisogna rilanciare il potere d'acquisto degli italiani. Il problema principale della nostra economia è che nessuno consuma più, o perchè non ha i soldi o per paura e per necessità di risparmio. Altro che consumismo. Non si può essere per lo sviluppo economico e contro il consumismo. lo scontro è tra crescita e decrescita infelice. Il popolo deve avere potere d'acquisto. Lasciamo l'elogio dell'austerità ai nipotini di Berlinguer, certo, rivolgiamo possibilmente il consumo verso le aziende occidentali e che producono in Occidente (dove per Occidente oggi si intende l'Italia sovranista che verrà, Israele, gli Usa, l'Inghilterra), ma appunto lasciamo da parte certe teorie superate e passatiste e guardiamo al futuro, sempre nel rispetto della storia e della tradizione.
Lo scoop del Wall Street Journal e la pelosa equidistanza del Sole24ore
Altro che libero mercato e liberismo, la Cina è la convergenza tra capitalismo di stato e capitalismo monopolistico, lo scoop del Wall Street Journal che dimostra come l'azienda Huawei ha ricevuto decine di miliardi di aiuto dallo Stato cinese, cioè il Partito comunista cinese, è solo un tassello tra i tanti che ci dà l'idea di come siamo di fronte ad un mostro che unisce il peggio del capitalismo al suo stadio supremo con il peggio del socialismo e del comunismo al suo stadio burocratico.
Non ci può essere equidistanza, come vorrebbe fare il peloso articolo del Sole24ore che parla per controbilanciare di agevolazioni fiscali alle aziende americane da parte dello Stato Usa, come se le due cose si potessero equiparare. D'altronde i trust europei continuano a fare il doppio gioco e l'Unione Europea non fa altro che confermarsi come un secondo polo imperialista, dopo quello cinese, in competizione-alleanza con la Cina, mentre l'America sovranista di Trump risulta il bastione liberaldemocratico a cui Italia, Inghilterra, Israele e chi si aggiungerà sono la vera alternativa.
Non ci può essere equidistanza, come vorrebbe fare il peloso articolo del Sole24ore che parla per controbilanciare di agevolazioni fiscali alle aziende americane da parte dello Stato Usa, come se le due cose si potessero equiparare. D'altronde i trust europei continuano a fare il doppio gioco e l'Unione Europea non fa altro che confermarsi come un secondo polo imperialista, dopo quello cinese, in competizione-alleanza con la Cina, mentre l'America sovranista di Trump risulta il bastione liberaldemocratico a cui Italia, Inghilterra, Israele e chi si aggiungerà sono la vera alternativa.
mercoledì 18 dicembre 2019
Il mondo alla rovescia
Gli intellettuali, gli artisti, i magistrati, la burocrazia statale, i professori universitari e gli studenti aderirono entusiasticamente al fascismo, oggi sembrano essere i campioni dell'antifascismo e dell'antisalvinismo. Cosa non quadra?
martedì 17 dicembre 2019
Il 2019 ha chiarito molte cose
Il 2019 ha chiarito molti aspetti della politica italiana. L'alleanza Pd-5stelle non appare tanto tattica, ma strategica. I grillini si sono rivelati quello che sono sempre stati, un partito di sinistra radicale, che hanno saputo per un certo periodo ottenere il voto anche di chi non era di sinistra. Perciò ora la sinistra, seppur in calo verticale di consensi, si è ciomunque ricompattata, anche con altri partitini di estrema sinistra. Dall'altra parte però anche il centrodestra si è riunificato.
Negli ultimi mesi quindi è partita la caccia al voto di centro.
La strategia di Salvini è apparsa chiara, il leader leghista ha abbandonato i toni putiniani, le alleanze strane alla sua destra e ha iniziato a parlare dei temi cari all'elettorato liberale: sviluppo economico, infrastrutture, abbassamento delle tasse, sicurezza. I sondaggi dicono che il politico milanese ha effettivamente sfondato al centro in questi mesi: Gli elettori che dichiarano intenzione di voto alla Lega e si autodefiniscono di centro sono passati dal 10% al 30% dell'elettorato complessivo di questo partito.
La strategia della sinistra è invece apparsa contradditoria, anzi, sembra quasi che sia dettata dal fine di gettare nelle braccia del centrodestra i moderati e gli indecisi. Fondamentalmente si è mossa attraverso due icone femminili, quali Carola e Greta che non potevano suscitare il più totale rigetto dell'elettorato centrista, per motivi che penso non sia nemmeno necessario spiegare, basti solo dire che un messaggio fatto di immigrazione senza limiti, decrescita economica, tasse e burocrazia sembra quasi a voler proprio allontanare quel tipo di elettorato, per non parlare poi degli aspetti antropologici delle due figure. Quasi a voler controbilanciare è stata lanciata la terza figura, quella della Segre. Sopravvissuta all'Olocausto, doveva servire come specchietto per le allodole per attrarre i centristi su un tema a loro molto caro: quello della lotta all'antisemitismo, ovviamente accusando Salvini di essere un antisemita. Il richiamo all'antifascismo è stato smontato dalle ormai note posizioni filoisraeliane di quasi tutto il centrodestra, Salvini compreso, dall'ormai crescente consapevolezza nell'opinione pubblica dell'esistenza di un ben più persistente antisemitismo tra le fila della sinistra e probabilmente in queste ore la stessa Segre si sta rendendo conto di essere stata usata come una figurina da chi alle proprie manifestazioni invita sul palco islamici antisemiti e da sempre va a braccetto con i terroristi di Hezbollah. Sul piano politico poi Calenda, che in un primo momento ci era cascato, si è sottratto alla retorica "del fronte repubblicano contro il neoduce" e così sta facendo anche Renzi.
A questo punto sono cominciati gli abboccamenti, perchè la convergenza tra Renzi, Calenda da una parte e Salvini e Berlusconi dall'altra è alla sua fase di maturazione...
Negli ultimi mesi quindi è partita la caccia al voto di centro.
La strategia di Salvini è apparsa chiara, il leader leghista ha abbandonato i toni putiniani, le alleanze strane alla sua destra e ha iniziato a parlare dei temi cari all'elettorato liberale: sviluppo economico, infrastrutture, abbassamento delle tasse, sicurezza. I sondaggi dicono che il politico milanese ha effettivamente sfondato al centro in questi mesi: Gli elettori che dichiarano intenzione di voto alla Lega e si autodefiniscono di centro sono passati dal 10% al 30% dell'elettorato complessivo di questo partito.
La strategia della sinistra è invece apparsa contradditoria, anzi, sembra quasi che sia dettata dal fine di gettare nelle braccia del centrodestra i moderati e gli indecisi. Fondamentalmente si è mossa attraverso due icone femminili, quali Carola e Greta che non potevano suscitare il più totale rigetto dell'elettorato centrista, per motivi che penso non sia nemmeno necessario spiegare, basti solo dire che un messaggio fatto di immigrazione senza limiti, decrescita economica, tasse e burocrazia sembra quasi a voler proprio allontanare quel tipo di elettorato, per non parlare poi degli aspetti antropologici delle due figure. Quasi a voler controbilanciare è stata lanciata la terza figura, quella della Segre. Sopravvissuta all'Olocausto, doveva servire come specchietto per le allodole per attrarre i centristi su un tema a loro molto caro: quello della lotta all'antisemitismo, ovviamente accusando Salvini di essere un antisemita. Il richiamo all'antifascismo è stato smontato dalle ormai note posizioni filoisraeliane di quasi tutto il centrodestra, Salvini compreso, dall'ormai crescente consapevolezza nell'opinione pubblica dell'esistenza di un ben più persistente antisemitismo tra le fila della sinistra e probabilmente in queste ore la stessa Segre si sta rendendo conto di essere stata usata come una figurina da chi alle proprie manifestazioni invita sul palco islamici antisemiti e da sempre va a braccetto con i terroristi di Hezbollah. Sul piano politico poi Calenda, che in un primo momento ci era cascato, si è sottratto alla retorica "del fronte repubblicano contro il neoduce" e così sta facendo anche Renzi.
A questo punto sono cominciati gli abboccamenti, perchè la convergenza tra Renzi, Calenda da una parte e Salvini e Berlusconi dall'altra è alla sua fase di maturazione...
sabato 14 dicembre 2019
Il razzismo intellettuale, l'ultimo rifugio dei razzisti
In una società in cui ogni forma di discriminazione è stata vietata, dove è vietato affermare ogni legittima differenza di razza, nazionalità, censo, religione, pena l'infamante accusa di razzismo, per un vero razzista perbenista come quelli di un tempo, per non passare per un discriminante, l'unico modo per sfogare la propria voglia di affermare, non la propria differenza e discriminazione, ma la propria superiorità e di trovare un capro espiatorio per tutti i mali della realtà non potrà che essere il campo della politica e dell'intelletto, gli unici rimasti esenti dall'egualitarismo imperante.
Ecco quindi che la sinistra dà un rifugio agli ultimi razzisti rimasti sulla terra: chi è razzista o ha incosapevolmente un subconscio razzista, per origini famigliari o quant'altro, trova sfogo nel definire come moralmente, culturalmente e intellettualmente inferiori tutti quelli che non la pensano politicamente e culturalmente come lui e la sinistra è qui per questo. Il razzismo politico è l'ultimo razzismo socialmente accettato, qui solo potrai dire che se uno è di destra è perchè "ragiona con la pancia o col cazzo", se è sovranista, probrexit, proTrump o proSalvini è perchè è stupido, cattivo, inferiore, non perchè è mosso da motivazioni sociali, culturali, economiche, come si leggerebbe in qualsiasi libro di storia rispetto a qualsiasi fenomeno storico, anche il più nocivo e criminale. Ecco allora che Salvini, Trump, Jonhson non sono avversari e nemmeno nemici, ma il male assoluto, la causa dei mali del mondo, che se venissero eliminati (anche fisicamente) il mondo sarebbe un mondo migliore. Ovviamente tutto ciò non è altro che la dimostrazione che il razzismo è stupido, oltre che pericoloso e fanatico.
Ecco quindi che la sinistra dà un rifugio agli ultimi razzisti rimasti sulla terra: chi è razzista o ha incosapevolmente un subconscio razzista, per origini famigliari o quant'altro, trova sfogo nel definire come moralmente, culturalmente e intellettualmente inferiori tutti quelli che non la pensano politicamente e culturalmente come lui e la sinistra è qui per questo. Il razzismo politico è l'ultimo razzismo socialmente accettato, qui solo potrai dire che se uno è di destra è perchè "ragiona con la pancia o col cazzo", se è sovranista, probrexit, proTrump o proSalvini è perchè è stupido, cattivo, inferiore, non perchè è mosso da motivazioni sociali, culturali, economiche, come si leggerebbe in qualsiasi libro di storia rispetto a qualsiasi fenomeno storico, anche il più nocivo e criminale. Ecco allora che Salvini, Trump, Jonhson non sono avversari e nemmeno nemici, ma il male assoluto, la causa dei mali del mondo, che se venissero eliminati (anche fisicamente) il mondo sarebbe un mondo migliore. Ovviamente tutto ciò non è altro che la dimostrazione che il razzismo è stupido, oltre che pericoloso e fanatico.
No al razzismo, sì alla discriminazione
Una società che abolisce ogni distinzione di classe, nazionalità, religione, cultura, politica è una società dove tutto è nulla e il nulla è tutto. L'individuo, convinto di realizzarsi e di liberarsi dei pregiudizi, delle tradizioni e delle discriminazioni, si annienta e annichilisce nel totale azzeramento e conformismo.
Carpito dall'illusione megalomane e narcisista di essere un autoprodotto e non il prodotto della storia, di essere speciale e diverso, si ritrova ad essere un automa in mano al guru e al santone new age di turno, che possiede il necessario carisma per elevarsi, lui solo, rispetto agli altri. Un carisma completamente privo di contenuti, ma dettato proprio dalla promessa di affermazione personale e risoluzione di ogni conflitto che il guru offre in cambio della assoluta devozione e venerazione nei suoi confronti.
Questa è la differenza rispetto ai movimenti e partiti totalitar-nichilisti ed ultraegualitaristi del passato. Prima il leader muoveva i passi e otteneva seguito da considerazioni che avevano comunque legami storici, sociali, economici, culturali e da una personale capacità, oggi sono del tutto psicologici. Prima i leaders promettevano sia sacrifici che gratificazioni a tutti i militanti, oggi promettono una gratificazione individuale ad ogni singolo militante, ma dando solo sacrifici.
La propaganda delle innumerevoli psicosette, dai grillini agli ecologisti, dagli umanisti a quelle di stampo religioso, fa leva su uno dei capisaldi della società liberaldemocratica di mercato: l'individualismo e l'individuo. E lo fa per distruggerla e distruggerlo.
Una società fondata sull'iniziativa privata e individuale, presuppone la possibilità di successo e fallimento, oltre ad una serie di intermedi, ma il rifiuto del fallimento o del nonsuccesso altrettanto interiore a questa società o agli individui di questa società, dettato da cause che non conosco, porta a questo cortocircuito ed a gettarsi nelle braccia del neototalitarismo-nichilismo.
Tutto ciò inevitabilmente non può che essere al servizio di interessi geopolitici, ovvero di quegli stati che hanno interesse a distruggere l'occidente liberaldemocratico, dalla Cina all'Iran, alcune dittature sudamericane, in parte la Russia, la Turchia e gli integralisti islamici in generale, oltre ovviamente a quelle elite occidentali che vogliono farla finita con la democrazia, la sovranità popolare e nazionale.
Le elites economiche che vogliono distruggere ogni forma di eguaglianza democratica e sovranità nazionaldemocratica hanno bisogno dell'egualitarismo per raggiungere questo obbiettivo, gli egualitaristi che vogliono raggiungere il potere politico hanno bisogno delle elites economiche per raggiungere il loro obbiettivo.
La setta dei gretini è però già ad un livello superiore, perchè ormai l'individuo è già stato annientato, ha forse già passato anche la fase della decrescita, ora si passa alla fase dell'autodistruzione.
venerdì 13 dicembre 2019
Go Boris, go Tories
Non conoscevo molto Boris Johnson, ma è bastato poco per innamorarmi di lui. Persona estremamente colta, meticcia, mezzo ebreo, russo, inglese, turco, americano, circasso, invece sistematicamente dipinto come un buzzurro, ignorante e razzista dai mediocri e rancorosi egualitaristi. Autore di una biografia di Churchill di cui è un ammiratore, degno esponente del partito conservatore inglese, storicamente fatto di persone fuori dagli schemi come lo stesso Churchill, la Thatcher; amante della goliardia, del politicamente scorretto, orgogliosamente eterosessuale, virile, e amante delle donne in un'epoca in cui sembra quasi ci si debba vergognare di esserlo, ma estremamente rispettoso di tutte le tendenze sessuali da buon liberale, guida un governo composto da ministri che sono quasi tutti figli di immigrati e come tali sono contro una immigrazione incontrollata e una società universalista che distrugge le identità e le differenze culturali, nazionali, sociali, religiose, politiche.
La sua vittoria è schiacciante, dettata principalmente dai suoi meriti. E' già partito invece il processo all'avversario Corbyn e ai suoi presunti demeriti, accusato di essere stato troppo stalinista, quindi nazionalista, e non abbastanza europeista. In realtà il leader laburista in questo senso ha forse limitato i danni, mentre i demeriti degli avversari vanno ricercati in quella spocchia rosa-comunista e radical-chic di chi tratta le persone come stupide, in quell'esaltazione acritica della globalizzazione tutta a vantaggio della Cina e dell'Europa tutta a vantaggio di Francia e Germania, in quella svolta apocalittico-catastrofista-green semplicemente delirante e aristosinistronza che nega il diritto al consumo, alla scelta e allo sviluppo proprio ai ceti più bassi e medi.
La sua vittoria è schiacciante, dettata principalmente dai suoi meriti. E' già partito invece il processo all'avversario Corbyn e ai suoi presunti demeriti, accusato di essere stato troppo stalinista, quindi nazionalista, e non abbastanza europeista. In realtà il leader laburista in questo senso ha forse limitato i danni, mentre i demeriti degli avversari vanno ricercati in quella spocchia rosa-comunista e radical-chic di chi tratta le persone come stupide, in quell'esaltazione acritica della globalizzazione tutta a vantaggio della Cina e dell'Europa tutta a vantaggio di Francia e Germania, in quella svolta apocalittico-catastrofista-green semplicemente delirante e aristosinistronza che nega il diritto al consumo, alla scelta e allo sviluppo proprio ai ceti più bassi e medi.
lunedì 9 dicembre 2019
Il capolavoro comunista
Da circa 100 anni a questa parte, alla base della linea del principale partito della sinistra c'è la profonda convinzione-consapevolezza di essere una minoranza nel Paese. Ciò ha comportato la necessità di limitare sempre e comunque la volontà popolare e di accrescere il potere degli organi non eletti dal popolo dello Stato, unitamente all'azione organizzata di occupazione di questi stessi organi e del loro controllo.
Il grande capolavoro comunicativo è stato quello di convincere buona parte dei liberali, dei "sinceri democratici" e dei moderati che questo non fosse altro che la trasposizione in Italia di quello che è l'equilibrio dei poteri tipico negli Stati liberali occidentali e non la versione soft delle dittature est-europee.
Questo capolavoro messo in piedi da Togliatti, dapprima accusato da molti supercomunisti ed estremisti di sinistra di essere revisionismo socialdemocratico, oggi è l'ultimo baluardo per questi stessi, oggi incanutiti, che si riscoprono strenui difensori della "democrazia costituzionale" e dall'altra parte continua a irretire tanti "sinceri democratici" e liberali.
Il grande capolavoro comunicativo è stato quello di convincere buona parte dei liberali, dei "sinceri democratici" e dei moderati che questo non fosse altro che la trasposizione in Italia di quello che è l'equilibrio dei poteri tipico negli Stati liberali occidentali e non la versione soft delle dittature est-europee.
Questo capolavoro messo in piedi da Togliatti, dapprima accusato da molti supercomunisti ed estremisti di sinistra di essere revisionismo socialdemocratico, oggi è l'ultimo baluardo per questi stessi, oggi incanutiti, che si riscoprono strenui difensori della "democrazia costituzionale" e dall'altra parte continua a irretire tanti "sinceri democratici" e liberali.
lunedì 2 dicembre 2019
Ironia della storia
Io mi ricordo all'inizio degli anni '90 come i giornalisti dell'Espresso coniarono la definizione di "dinosauri" e "veterocomunisti" per descrivere quelli come Cossutta che fondavano Rifondazione Comunista. Beh, ironia della storia oggi i dinosauri in via d'estinzione sono loro e a mandarceli è un ex leoncavallino e comunista padano come Salvini. Non è buffo tutto ciò?
lunedì 25 novembre 2019
La base sociale della sinistra e della destra del nuovo secolo
Oggi la sinistra è qualcosa di completamente diverso rispetto al passato e così la destra. il mondo è profondamente cambiato. Dapprima la composizione sociale dei due schieramenti è completamente cambiata. La sinistra ora ha la sua base tra chi si trova al gradino più alto della società, alleata a chi si trova al gradino più basso. La sinistra è oggi composta dalle elites di vario tipo, economiche, statali, politiche e non da ultimo culturali, nel senso più ampio del termine, dagli intellettuali organici a questo blocco fino al mondo della comunicazione, della pubblicità, dell'arte e dello spettacolo. Un blocco di establishment saldato con chi vive di assistenza pubblica o ai limiti della legalità, disoccupati, immigrati clandestini, sottoproletari di vario genere ma anche finti poveri di vario tipo.
Dall'altra parte il centrodestra di nuovo riunito invece rappresenta ora tutti i ceti intermedi, tutti quelli che stanno in mezzo a questi due estremi uniti: piccole e medie imprese, operai, partite Iva, artigiani, commercianti, intellettuali disorganici, artisti indipendenti, professionisti non introdotti, ceti medi emergenti oppure al contrario impoveriti, immigrati regolari e integrati, tutti i variegati ceti medi per la prima volta in Italia uniti.
Ironia della storia si tratta in larga parte di quell'alleanza tra classe operaia e ceti medi che il leader comunista Togliatti provò a costruire negli anni '50 e gli riuscì di fatto proprio solo nelle regioni rosse, quelle regioni rosse che guarda caso oggi stanno passando alla lega Nord...
La strategia di Togliatti (e di Stalin) fu però negli anni superata da una sinistra che invece riprendeva sia l'odio atavico dei movimenti di sinistra verso i ceti medi, sia l'idea di Lenin che la classe operaia occidentale fosse ormai integrata nel sistema capitalistico e bisognava guardare ad altre aree del mondo così come ad altri ceti sociali in Occidente.
Di Togliatti la sinistra attuale ha invece mantenuto la convergenza verso la Chiesa cattolica, che il segretario del Pci aveva fissato nel suo famoso discorso sul "destino dell'uomo" con la comune avversione verso la società liberaldemocratica di mercato e la comune simpatìa per il concetto di dittatura.
Ironia della storia si tratta in larga parte di quell'alleanza tra classe operaia e ceti medi che il leader comunista Togliatti provò a costruire negli anni '50 e gli riuscì di fatto proprio solo nelle regioni rosse, quelle regioni rosse che guarda caso oggi stanno passando alla lega Nord...
La strategia di Togliatti (e di Stalin) fu però negli anni superata da una sinistra che invece riprendeva sia l'odio atavico dei movimenti di sinistra verso i ceti medi, sia l'idea di Lenin che la classe operaia occidentale fosse ormai integrata nel sistema capitalistico e bisognava guardare ad altre aree del mondo così come ad altri ceti sociali in Occidente.
Di Togliatti la sinistra attuale ha invece mantenuto la convergenza verso la Chiesa cattolica, che il segretario del Pci aveva fissato nel suo famoso discorso sul "destino dell'uomo" con la comune avversione verso la società liberaldemocratica di mercato e la comune simpatìa per il concetto di dittatura.
domenica 24 novembre 2019
il nuovo secolo
Viviamo in una epoca estremamente interessante, tutto è diverso da prima, il novecento è rovesciato, questo secolo appare come la sua estrema contraddizione. La classe operaia vota a destra, gli anticlericali la pensano come il Papa, i vecchi comunisti riscoprono la patria, le elite si scoprono cosmopolite e universaliste, i ceti medi da fascisti diventano democratici, i colonizzati diventano colonizzatori, la sinistra è antisemita e la destra è filosemita, tutto cambia.
giovedì 21 novembre 2019
la finzione di Houellebuecq
Chi pensa che Houellebuecq sia un avversario dell'Islam o per dirla nel pruriginoso linguaggio politically correct, un islamofobo, dovrebbe leggersi le ultime dichiarazioni dell'intellettuale francese riportate dal sempre puntuale Giulio Meotti sul Foglio. In realtà l'autore di "sottomissione" si dimostra il solito banale ateo che scopre di pensarla esattamente come papa Francesco e sente un eccitante brivido sulla schiena nel farlo, il solito comunista che in realtà odia il progresso, la modernità e la società dei consumi e sente il bisogno, proprio, di sottomettersi ad una religione. Uno pseudoliberale in realtà profondamente antiliberale e antioccidentale.
mercoledì 20 novembre 2019
Rivolta planetaria contro l'impero cinese
Dal Sudan alla Bolivia, dal Venezuela all'Iran, dall'Iraq al Libano partendo da Hong Kong, è iniziata la rivolta planetaria globale dei popoli contro l'impero cinese e i suoi governo fantoccio. Next stop Italy.
giovedì 14 novembre 2019
I popoli del Nord in lotta
Dal terremoto in Friuli alle alluvioni in Piemonte, dalle esondazioni del Po in Pianura Padana all'acqua alta a Venezia, ci si rimbocca le mani e si ricostruisce con le proprie forze, senza ricevere nulla dallo Stato, senza piangere miseria e fare le vittime. Questi sono i popoli del Nord, ovviamente senza offesa per nessuno e con rispetto per tutti.
mercoledì 13 novembre 2019
Analogie storiche e il mondo alla rovescia
Lo storico russo G. Sandomiriskij, nel suo libro Fazismus, (Mosca-Pietrogrado 1923) scrive che "il fascismo riflette la delusione d'una parte della borghesia sulle forme democratiche del potere statale e la sua aspirazione a riportare una vittoria sul movimento rivoluzionario del proletariato attraverso l'oppressione". Amici, non ricorda l'attuale sinistra al governo?
lunedì 28 ottobre 2019
In Umbria un voto storico e politico
In Umbria un voto storico, politico, che di locale ha poco o nulla. E' il preannuncio di quello che succederà in Emilia-Romagna alle prossime imminenti elezioni regionali, il passaggio delle regioni comuniste al centrodestra e la nascita di un inedito blocco sociale in Italia che unisce ceti medi, piccole e medie imprese, partite Iva con i ceti operai e le classi lavoratrici.
venerdì 18 ottobre 2019
L'egualitarismo del pensiero
La parola genocidio andrebbe non usata a sproposito e con rispetto per la storia. Ci sono stati due genocidi riconosciuti dagli storici, quello degli ebrei e quello degli armeni, forse c'è ne è stato un terzo in Ruanda, ma è prematuro dirlo. Per il resto questa espressione viene usata spesso per creare strumentali e artificiose polemiche puramente politiche, ma anche per livellare ed equiparare ogni cosa ed evento storico.
Questo non significa che non siano stati commessi altri crimini nella storia, ma il genocidio inteso come precisa volontà di sterminare un'intera gens e messo in pratica riguarda solo quei due casi.
Questo non significa che non siano stati commessi altri crimini nella storia, ma il genocidio inteso come precisa volontà di sterminare un'intera gens e messo in pratica riguarda solo quei due casi.
Euroipocriti
Il voltafaccia di Trump verso i curdi è vergognoso, ma c'è di peggio, come l'incoerenza dei pacifisti e ancora peggio l'ipocrita indignazione degli europei. I primi hanno urlato Yankee go home per 70 anni e ora gridano al tradimento se gli americani vanno a casa, i secondi semplicemente non pervenuti, non hanno mai fatto nulla per i curdi, hanno riempito di soldi e armi Erdogan e continuano a non fare nulla, mentre alla fine si è mossa di nuovo l'amministrazione americana, ottenendo in queste ore quantomeno un cessate il fuoco di cinque giorni e uno stop all'avanzata dell'esercito turco.
giovedì 10 ottobre 2019
L'abbandono dei Curdi di Trump
Purtroppo dopo un primo annuncio e le seguenti rettifiche e smentite, sembra proprio che Trump abbia deciso di lasciare il Kurdistan. La Turchia non ha perso tempo e ha iniziato l'invasione. Trump ha quindi avvertito Erdogan che risponderà con sanzioni economiche e commerciali che "distruggeranno l'economia turca", ma non con azioni militari.
Mettiamo subito da parte la schizofrenia dei pacifisti europei che hanno urlato per decenni "Yankee go home" e ora che Trump sembra intenzionato a esaudire i loro desideri, gridano al tradimento degli americani. Può urlare al tradimento solo chi ha sempre sostenuto l'alleanza Usa-Kurdi e la presenza americana in Medio Oriente, come gli israeliani, che infatti sono molto preoccupati.
Per intenderci i Kurdi hanno sostenuto la guerra di Bush contro Saddam Hussein, mentre Trump sembra tornare a orientarsi verso la teoria isolazionista (di "destra"), la quale finisce col convergere con il pacifismo di "sinistra" e le politiche di Obama, mentre la teoria della guerra preventiva di Bush (di "destra") convergeva con l'interventismo democratico dei Roosvelt (di "sinistra").
E' un Trump che quindi ritorna alle sue promesse elettorali, dopo una parentesi in cui sembrava rassicurare gli alleati in Medio Oriente e in cui molti, tra cui il sottoscritto, si erano illusi di un cambio di rotta. Gli americani sono stanchi di morire in guerre non loro e dove non hanno nessun interesse economico, a dispetto di teorie sull'imperialismo vecchie di 100 anni e superate dalla storia, mentre gli europei non muovono un dito e gli fanno pure la predica, ma la conseguenza di questa scelta rischia di essere devastante.
La strategia di Trump, invece, è perciò di rifilare il peso militare (con costi economici immensi e vite umane di soldati) dell'area alla Russia, l'effetto sarebbe quello di dividere il campo che ha sostenuto il regime di Assad, perchè l'invasione del Kurdistan (formalmente territorio siriano) da parte di Erdogan potrebbe portare ad un conflitto tra Turchia, Siria e Iran, con patata bollente in mano a Putin. Ma secondo altri analisti israeliani questo non è affatto scontato, ne' le sanzioni economiche sembrano particolarmente scoraggiare le manie imperialiste di Iran da una parte e Turchia dall'altra. Quindi se questa strategia non funzionerà, la situazione diventerà preoccupante e a pagare non saranno i radical-chic, che attaccano l'America e la destra sia che faccia A sia che faccia Z, ma i curdi e gli israeliani.
Mettiamo subito da parte la schizofrenia dei pacifisti europei che hanno urlato per decenni "Yankee go home" e ora che Trump sembra intenzionato a esaudire i loro desideri, gridano al tradimento degli americani. Può urlare al tradimento solo chi ha sempre sostenuto l'alleanza Usa-Kurdi e la presenza americana in Medio Oriente, come gli israeliani, che infatti sono molto preoccupati.
Per intenderci i Kurdi hanno sostenuto la guerra di Bush contro Saddam Hussein, mentre Trump sembra tornare a orientarsi verso la teoria isolazionista (di "destra"), la quale finisce col convergere con il pacifismo di "sinistra" e le politiche di Obama, mentre la teoria della guerra preventiva di Bush (di "destra") convergeva con l'interventismo democratico dei Roosvelt (di "sinistra").
E' un Trump che quindi ritorna alle sue promesse elettorali, dopo una parentesi in cui sembrava rassicurare gli alleati in Medio Oriente e in cui molti, tra cui il sottoscritto, si erano illusi di un cambio di rotta. Gli americani sono stanchi di morire in guerre non loro e dove non hanno nessun interesse economico, a dispetto di teorie sull'imperialismo vecchie di 100 anni e superate dalla storia, mentre gli europei non muovono un dito e gli fanno pure la predica, ma la conseguenza di questa scelta rischia di essere devastante.
La strategia di Trump, invece, è perciò di rifilare il peso militare (con costi economici immensi e vite umane di soldati) dell'area alla Russia, l'effetto sarebbe quello di dividere il campo che ha sostenuto il regime di Assad, perchè l'invasione del Kurdistan (formalmente territorio siriano) da parte di Erdogan potrebbe portare ad un conflitto tra Turchia, Siria e Iran, con patata bollente in mano a Putin. Ma secondo altri analisti israeliani questo non è affatto scontato, ne' le sanzioni economiche sembrano particolarmente scoraggiare le manie imperialiste di Iran da una parte e Turchia dall'altra. Quindi se questa strategia non funzionerà, la situazione diventerà preoccupante e a pagare non saranno i radical-chic, che attaccano l'America e la destra sia che faccia A sia che faccia Z, ma i curdi e gli israeliani.
sabato 5 ottobre 2019
Le parole chiare di Pompeo
L'intervista di Mike Pompeo, segretario di Stato americano rilasciata al direttore della Stampa, Molinari, ha ulteriormente chiarito la linea dell'amministrazione Trump. Da quella di Obama, aperturista verso Cina e Iran (qualcuno ha parlato di appeseament) e in aperto contrasto con la Russia, si passa invece ad una linea di netto contrasto verso Cina e Iran e di cauta apertura verso la Russia. Come negli anni '70 l'America riuscì a dividere il campo comunista staccando la Cina dalla Russia, ora si cerca di staccare la Russia dalla Cina. Questo non vuol dire cedimenti verso Putin, ma una mano tesa senza concessioni.
Non è vero che Trump non ha una linea, come raccontano in Italia i gemelli diversi Gad Lerner-Giuliano Ferrara e il messaggio all'Italia è chiaro: smettetela di flirtare con Iran e Venezuela e rivedremo i dazi sull'export italiano.
Un messaggio anche a Salvini, che non ha ancora deciso cosa fare da grande, quando Pompeo conferma che la Russia sta interferendo nella politica italiana.
Infine un ricordo delle sue origini italiane. Non credo sarà mai possibile vedere in Francia e Germania un figlio di emigrati italiani arrivare ai vertici dello Stato, solo in America questo è possibile.
Credo anche che difficilmente vedremo mai un politico europeo parlare in maniera così diretta e chiara
Non è vero che Trump non ha una linea, come raccontano in Italia i gemelli diversi Gad Lerner-Giuliano Ferrara e il messaggio all'Italia è chiaro: smettetela di flirtare con Iran e Venezuela e rivedremo i dazi sull'export italiano.
Un messaggio anche a Salvini, che non ha ancora deciso cosa fare da grande, quando Pompeo conferma che la Russia sta interferendo nella politica italiana.
Infine un ricordo delle sue origini italiane. Non credo sarà mai possibile vedere in Francia e Germania un figlio di emigrati italiani arrivare ai vertici dello Stato, solo in America questo è possibile.
Credo anche che difficilmente vedremo mai un politico europeo parlare in maniera così diretta e chiara
venerdì 20 settembre 2019
Scenari 2020
Appena si delineerà totalmente il piano di questo governo, tasse ai ceti medi, far entrare più islamici e arfricani possibile, favori agli ecocapitalisti, elemosina al sud e ostilità verso il nord produttivo; appena Trump capirà il doppio gioco di Conte e che questo governo è pieno di antiamericani e antisemiti, questo governo cadrà. Allora alle elezioni il Pd crollerà al 10%, il nuovo partito di Renzi prenderà il 5, quello di Calenda altrettanto, i grillini forse il 15, i vari partitini di estrema destra ed estrema sinistra si spartiranno un 7% e il centrodestra unito sfiorerà il 60% (da vedere con che rapporti di froza interni) ottenendo una maggioranza mai vista nella storia repubblicana, sperando la sappia usare bene, non facciano danni anche loro e facciano meglio di chi li ha preceduti.
venerdì 30 agosto 2019
Lotta di classe
Fascismo: alleanza tra ceto medio ed elite
Sinistra: prima alleanza tra braccianti e classe operaia poi tra classe operaia e intellettuali poi tra intellettuali ed elite
A quando un'alleanza tra ceti medi e lavoratori?
Sinistra: prima alleanza tra braccianti e classe operaia poi tra classe operaia e intellettuali poi tra intellettuali ed elite
A quando un'alleanza tra ceti medi e lavoratori?
mercoledì 28 agosto 2019
Ma come si fa?
Ma come si fa a dire di amare l'umanità intera e poi odiare il proprio popolo, la propria gente?
Ma come si fa a dire di essere umani facendo venire la gente qui e poi abbandonarla in mezzo ad una strada a fare l'elemosina?
Ma come si fa a dire di essere democratici e poi voler abolire il suffragio universale e negare il voto al popolo?
Ma come si fa a dire di essere progressisti e poi volere la decrescita infelice?
Ma come si fa a dire di essere ecologisti e poi tenere il riscaldamento a 40 gradi d'inverno e l'aria condizionata a palla d'estate?
Ma come si fa ad essere così ipocriti?
Ma come si fa a dire di essere umani facendo venire la gente qui e poi abbandonarla in mezzo ad una strada a fare l'elemosina?
Ma come si fa a dire di essere democratici e poi voler abolire il suffragio universale e negare il voto al popolo?
Ma come si fa a dire di essere progressisti e poi volere la decrescita infelice?
Ma come si fa a dire di essere ecologisti e poi tenere il riscaldamento a 40 gradi d'inverno e l'aria condizionata a palla d'estate?
Ma come si fa ad essere così ipocriti?
martedì 27 agosto 2019
Sono oronzo, la pubblica opinione
Sono la pubblica opinione
e a ben pensar sono anche un gran coglione
mi preoccupo dello scioglimento della groelandia
perchè mi piace appartenere alla mandria
a Hong Kong i giovani sono messi alla gogna
ma io languo per il cuor del'Amazzonia
e preferisco berciar fascista torna nella fogna
me l'ha detto macron
quel gran cagon
c'è chi chiede libertà in Sudan
ma lì non ci son da condannar gli Usa
a me piace inneggiare alla gran sodoma e babele
e redarguir quel riprovevole Israele
chiamatemi oronzo
che fa rima con...
e a ben pensar sono anche un gran coglione
mi preoccupo dello scioglimento della groelandia
perchè mi piace appartenere alla mandria
a Hong Kong i giovani sono messi alla gogna
ma io languo per il cuor del'Amazzonia
e preferisco berciar fascista torna nella fogna
me l'ha detto macron
quel gran cagon
c'è chi chiede libertà in Sudan
ma lì non ci son da condannar gli Usa
a me piace inneggiare alla gran sodoma e babele
e redarguir quel riprovevole Israele
chiamatemi oronzo
che fa rima con...
venerdì 23 agosto 2019
Sinistra is the new destra
Oggi il mondo è alla rovescia. Non già da oggi, ma da qualche decennio, più o meno dagli orrendi anni '70. E cioè la sinistra è la nuova destra e la destra se non è la nuova sinistra gli assomiglia. Essere sinistra ha sempre significato quattro cose: Popolo, modernità, sviluppo economico, cultura scientifica. Oggi la sinistra odia il popolo, vorrebbe abolire il suffraggio universale, la modernità, lo sviluppo economico e in alcuni casi la cultura scientifica. La sinistra oggi è una setta religiosa di aristocratici marci e malati di nervrosi e faziosità fanatica, intrisi di ipocrisia e perbenismo moralista. La destra, a suo modo, rappresenta il popolo, ma anche la modernità coi suoi pregi e difetti, difende lo sviluppo contro la decrescita ecodemente e in alcuni casi persino la cultura scientifica più della sinistra.
Veniamo da un'estate di bombardamento mediatico terroristico sui cambiamenti climatici, vogliono incolpare l'uomo moderno del surriscaldamento del pianeta, ovviamente col doppio standard strumentale di non dire nulla degli inquinatori cinesi e indiani e vomitando tutto il loro disprezzo altolocato sugli americani.
Lo scioglimento dei ghiacciai può essere una grande opportunità, si stanno liberando risorse petrolifere e gas nascosti, oltre che a rotte prima non praticabili, la Danimarca fa la ritrosa, ma poi magari cederà..
La smorfiosetta psicotica è in viaggio in barca coi principini di Monaco verso il Grande Satana, come lo definivano Che Guevara e Khomeini, ma quanti elicotteri e navi monitoreranno il suo viaggio per la sicurezza di Lady Gretina, inquinando più di un aereo? Speriamo affoghi.
Macron, fighetto imperialista francese, si permette di dare lezioni al presidente sovrano del Brasile, ma Trump entro la fine dell'anno si prepara a dare un sonoro ceffone ai mangiacartoffen, ogni 70 anni cercano di alzare la testa, un tempo volevano dominare il mondo, oggi vogliono fare la lezione al mondo e dire come dobbiamo vivere a casa nostra, il Piave mormorava, non passa lo straniero..
Veniamo da un'estate di bombardamento mediatico terroristico sui cambiamenti climatici, vogliono incolpare l'uomo moderno del surriscaldamento del pianeta, ovviamente col doppio standard strumentale di non dire nulla degli inquinatori cinesi e indiani e vomitando tutto il loro disprezzo altolocato sugli americani.
Lo scioglimento dei ghiacciai può essere una grande opportunità, si stanno liberando risorse petrolifere e gas nascosti, oltre che a rotte prima non praticabili, la Danimarca fa la ritrosa, ma poi magari cederà..
La smorfiosetta psicotica è in viaggio in barca coi principini di Monaco verso il Grande Satana, come lo definivano Che Guevara e Khomeini, ma quanti elicotteri e navi monitoreranno il suo viaggio per la sicurezza di Lady Gretina, inquinando più di un aereo? Speriamo affoghi.
Macron, fighetto imperialista francese, si permette di dare lezioni al presidente sovrano del Brasile, ma Trump entro la fine dell'anno si prepara a dare un sonoro ceffone ai mangiacartoffen, ogni 70 anni cercano di alzare la testa, un tempo volevano dominare il mondo, oggi vogliono fare la lezione al mondo e dire come dobbiamo vivere a casa nostra, il Piave mormorava, non passa lo straniero..
mercoledì 21 agosto 2019
Altro che nuovo Hitler, Salvini fregato come un pollo
Altro che nuovo Hitler, come pretendeva la propaganda dell'antifascismo per babbioni drogati, Salvini si è fatto fregare come un pollo, lo han fregato i vecchi (D'alema) e giovani (Renzi) marpioni, disposti a tutto per il potere e per mantenere quello status quo che oggi va di moda chiamare stabilità dei mercati e che significa dipendenza dell'Italia dal gas russo, dal petrolio sciita, dalla burocrazia europea e sottomissione alla Cina.
I problemi nel governo giallo-verde sono sorti proprio quando Salvini ha iniziato a rinsavire e degrillinizzarsi, cioè a parlare di Sì Tav, Sì Trivelle in Basilicata, no alla dittatura in Venezuela, no alla via della seta, ma sopratutto di Sì Tap e Sì Eastmed, il gasdotto che da Israele dovrebbe arrivare in Italia passando per Grecia e Cipro e che allenterebbe la dipendenza dell'Italia dal gas russo ricollocando il paese nella sua posizione naturale, l'alleanza con gli Stati Uniti, Israele, Inghilterra e i paesi dell'Est mediterraneo.
L'altra alleanza invece, quella legata all'EuroTurchia che tiene in pugno l'Italia tra capitale monopolistico, settori dello stato, elite comunista e Vaticano, non poteva accettare tutto ciò, anche se il mondo va da tutt'altra parte, l'Europa entra in recessione, la Cina è attraversata da duri conflitti, mentre l'economia Usa vola grazie a Trump, ma i padroni-schiavi vogliono tenerci legati ad un cavallo perdente, la beffa delle beffe farlo in nome della "democrazia liberale" e dell'antiputinismo, nel nome della vecchia formula togliattiana dei "sinceri democratici". E Putin e i suoi servi se la ridono.
Ora se andrà in porto l'inciucio giallo-sozzo prepariamoci al governo della decrescita infelice, agli psicodeliri ecologisti, a farci invadere da milioni di musulmani e africani, al dominio della casta dei magistrati e dei giudici e dei gruppi parlamentari. Padroni a casa nostra, speriamo presto. Siamo in mano a Mattarella e a quella pattuglia di parlamentari grillini che potrebbero discostarsi dal piano, ma anche dalle lune di Berlusconi.
I problemi nel governo giallo-verde sono sorti proprio quando Salvini ha iniziato a rinsavire e degrillinizzarsi, cioè a parlare di Sì Tav, Sì Trivelle in Basilicata, no alla dittatura in Venezuela, no alla via della seta, ma sopratutto di Sì Tap e Sì Eastmed, il gasdotto che da Israele dovrebbe arrivare in Italia passando per Grecia e Cipro e che allenterebbe la dipendenza dell'Italia dal gas russo ricollocando il paese nella sua posizione naturale, l'alleanza con gli Stati Uniti, Israele, Inghilterra e i paesi dell'Est mediterraneo.
L'altra alleanza invece, quella legata all'EuroTurchia che tiene in pugno l'Italia tra capitale monopolistico, settori dello stato, elite comunista e Vaticano, non poteva accettare tutto ciò, anche se il mondo va da tutt'altra parte, l'Europa entra in recessione, la Cina è attraversata da duri conflitti, mentre l'economia Usa vola grazie a Trump, ma i padroni-schiavi vogliono tenerci legati ad un cavallo perdente, la beffa delle beffe farlo in nome della "democrazia liberale" e dell'antiputinismo, nel nome della vecchia formula togliattiana dei "sinceri democratici". E Putin e i suoi servi se la ridono.
Ora se andrà in porto l'inciucio giallo-sozzo prepariamoci al governo della decrescita infelice, agli psicodeliri ecologisti, a farci invadere da milioni di musulmani e africani, al dominio della casta dei magistrati e dei giudici e dei gruppi parlamentari. Padroni a casa nostra, speriamo presto. Siamo in mano a Mattarella e a quella pattuglia di parlamentari grillini che potrebbero discostarsi dal piano, ma anche dalle lune di Berlusconi.
venerdì 16 agosto 2019
Carola e il suo nonnino
Me la immagino la piccola Carola
sulle ginocchia del nonnetto con la croce uncinata sul petto
a parlare di ecologia vegetarianesimo e alla natura portare gran rispetto
mentre il nonnino le legge un libro di Seifert Alvino
sulle ginocchia del nonnetto con la croce uncinata sul petto
a parlare di ecologia vegetarianesimo e alla natura portare gran rispetto
mentre il nonnino le legge un libro di Seifert Alvino
Son Carola la punkabbestia
Sono una punkabbestia
in giro per il mare a far festa
ma adesso che sono al gabbio cosa mi resta
portatemi una banana in una cesta
Salvini dice che devo abbassare la cresta
ma io sono sbrunfocella coi rasta sulla testa
non sono tanto bella
ma di culona inchiavabile sono la stella
in giro per il mare a far festa
ma adesso che sono al gabbio cosa mi resta
portatemi una banana in una cesta
Salvini dice che devo abbassare la cresta
ma io sono sbrunfocella coi rasta sulla testa
non sono tanto bella
ma di culona inchiavabile sono la stella
Canzone del buon europeo di sinistra
Sono un bravo europeo
buono e fariseo
ho fatto tanti pianti per i poveri migranti
ma chiedo austerity per quei bianchi lavoranti
disprezzo l'americano
ma 70 anni fa mi ha salvato l'ano
accuso gli altri di non aver memoria
ma sono il primo a disconoscer la storia
sono antirazzista e amo i gay
ma odio gli ebrei e i plebei
Ho l'aspetto di una maialina teutonica
per me il deficit è come la peste bubbonica
col fiscal compact e il trattato di Dublino
ho fregato quei italiani succhia vino
non amo gli americani con le loro basi
io vengo dalla Stasi
ma faccio anche il raffinato globalista
ma sono sempre quel francese sciovinista
Oltr'alpe ho accolto il brigatista ho accolto l'islamista
ma da me l'ebreo non è bene in vista
buono e fariseo
ho fatto tanti pianti per i poveri migranti
ma chiedo austerity per quei bianchi lavoranti
disprezzo l'americano
ma 70 anni fa mi ha salvato l'ano
accuso gli altri di non aver memoria
ma sono il primo a disconoscer la storia
sono antirazzista e amo i gay
ma odio gli ebrei e i plebei
Ho l'aspetto di una maialina teutonica
per me il deficit è come la peste bubbonica
col fiscal compact e il trattato di Dublino
ho fregato quei italiani succhia vino
non amo gli americani con le loro basi
io vengo dalla Stasi
ma faccio anche il raffinato globalista
ma sono sempre quel francese sciovinista
Oltr'alpe ho accolto il brigatista ho accolto l'islamista
ma da me l'ebreo non è bene in vista
La danza di Carola
Questa di Carola è la danza
di quando ha speronato la finanza
sembrava tutta una vacanza
ma poi l'han chiusa in una stanza
il negher vuol la cittadinanza
ma è in mano alla buonista paranza
il popolo dice non c'è sostanza
Saviano indignato dice ragionate con la panza
il popolo risponde pensa alla tua arroganza
di quando ha speronato la finanza
sembrava tutta una vacanza
ma poi l'han chiusa in una stanza
il negher vuol la cittadinanza
ma è in mano alla buonista paranza
il popolo dice non c'è sostanza
Saviano indignato dice ragionate con la panza
il popolo risponde pensa alla tua arroganza
Ciao sono Greta
Ciao sono Greta la monaca cheta
Non farci caso se sembro zotica
sono solo un po' psicotica
seguimi nella mia via ascetica
Per salvar la terra e le balen
tu nemmen le zanzare dovrai ammazzare
ma tornare al mondo medioevale
e poco importa quanto inquina il muso giallo e l'orientale
io me la prendo solo con l'occidentale
Ciao sono Greta la monaca cheta
Hansel l'ho ucciso perchè non voleva la feta
ma solo carne su una tovaglia di seta
non farci caso se sono psicotica
non tentar di chiamar la medica
con lo sguardo fisso ti faccio la predica
qualcuno mi ha detto che sono fetida
ma tutto questo sol mi solletica
il plauso delle elite e un premio nobel vale la recita
Non farci caso se sembro zotica
sono solo un po' psicotica
seguimi nella mia via ascetica
Per salvar la terra e le balen
tu nemmen le zanzare dovrai ammazzare
ma tornare al mondo medioevale
e poco importa quanto inquina il muso giallo e l'orientale
io me la prendo solo con l'occidentale
Ciao sono Greta la monaca cheta
Hansel l'ho ucciso perchè non voleva la feta
ma solo carne su una tovaglia di seta
non farci caso se sono psicotica
non tentar di chiamar la medica
con lo sguardo fisso ti faccio la predica
qualcuno mi ha detto che sono fetida
ma tutto questo sol mi solletica
il plauso delle elite e un premio nobel vale la recita
Sono Carolotta
Sono Rackete Carolotta in Germania mi annoiavo
Con Greenpeace mi stufavo
Ora faccio la scafista ho i rasta e non mi lavo
Mio nonno era un nazista
Con Greenpeace mi stufavo
Ora faccio la scafista ho i rasta e non mi lavo
Mio nonno era un nazista
mercoledì 14 agosto 2019
Prepariamoci a tutto questo
Prepariamoci ad un governo di quelli che volevano la Turchia in Europa, di quello che doveva ritirarsi dalla politica per andare in Africa, ma alla fine ha deciso far venire tutta l'Africa qua, di vecchi dementi che idolatrano una bambina svedese psicotica, di vipere quarantenni che trasudano viscido buonismo e falsa umanità. Per mantenere in vita il cadavere putrido dell'Eurabia, per compiacere i loro padroni della Repubblica islamica di Francia e il suo presidente col culo di Allah sulla faccia, per far rialzare la cresta al quarto Reich di Germanistan e alle sue figliole ecoterroriste, prepariamoci ad una manovra lacrime e sangue per i lavoratori, ad una patrimoniale per il ceto medio. E' la guerra dei ricchi contro il ceto medio e il popolo italiano, della borghesia "intellettuale" che vuole rieducare il popolo "razzista" e "ignorante"; cortigiani e chierici per secoli al servizio dei francesi, degli austriaci, degli spagnoli e del Vaticano, estranei alle nazioni d'Italia, oggi come ieri odiano il popolo italiano e i ceti medi e si comportano da conquistatori bonapartisti, da tracotanti cattedratici leninisti, da melliflui missionari gesuiti, da boriosi aristocratici borbonici. Prepariamoci a destarci. Padroni a casa nostra.
martedì 13 agosto 2019
La parabola di Renzi
Cantando come il concittadino Masini "quando sei desperado", Renzi tenta di tornare in pista con l'inciucio niente di meno che con... Grillo, che ci sta! Inutile ricordare che l'antigrillismo era il tratto distintivo di Renzi fino a ieri, avendo avuto il merito di sconfessare un governo Pd-M5s più volte in passato. Ma ora no, dopo aver temporeggiato per mesi non decidendosi a fondare il suo partito di centro indipendente, si ritrova spiazzato dalla mossa di Salvini e cerca di salvare la legislatura perchè in questo momento l'unica cosa che controlla sono i parlamentari del Pd. Se si votasse infatti Zingaretti eleggerebbe i suoi parlamentari e Renzi rimarebbe col cerino in mano. Emarginato nel Pd, senza più gruppo parlamentare, e senza un partito suo.
Ma già da mesi l'ex presidente del consiglio cercava di scavalcare Zingaretti a sinistra con una linea ondivaga, sconfessando Minniti e sè stesso sul buon lavoro fatto al governo contro l'invasione, arrivando a dire che non c'è mai stata nessuna invasione. Poi addirittura recitando anche lui il copione della grandemobilitazionecostituzionaleantifascista contro il nuovo, ennesimo, uomo nero. Non vedendo invece che Salvini sta prendendo la staffetta dello stesso precedente Renzi, avendo il leader leghista da mesi abbandonato la retorica passatista di com'era bello il mondo coi telefoni a gettoni, per passare a posizioni Sì Tav, Sì gasdotti, di conseguenza riposizionandosi anche sul piano geopolitico dall'asse Russia-Cina a posizioni pro Usa-Israele (da qui la bomba a orologeria confezionata dalla sinistra sui soldi di Putin). D'altra parte la rottura Grillini-Lega nasce da qui, sempre più filocinesi i pentastellati, sempre più vicino alla nuova promettente asse Usa-Inghilterra-Grecia-Israele (più paesi sunniti forse e la cerniera esteuropea) il leader della Lega.
Questo è quindi la fine di Renzi, da astro nascente della politica otto anni fa al patto Molotov-Ribbentropp di ferragosto al pesto con l'unno di Genova e la Taverna. Al mercato del pesce, altro che salviamo l'Italia dai barbari.
Ma già da mesi l'ex presidente del consiglio cercava di scavalcare Zingaretti a sinistra con una linea ondivaga, sconfessando Minniti e sè stesso sul buon lavoro fatto al governo contro l'invasione, arrivando a dire che non c'è mai stata nessuna invasione. Poi addirittura recitando anche lui il copione della grandemobilitazionecostituzionaleantifascista contro il nuovo, ennesimo, uomo nero. Non vedendo invece che Salvini sta prendendo la staffetta dello stesso precedente Renzi, avendo il leader leghista da mesi abbandonato la retorica passatista di com'era bello il mondo coi telefoni a gettoni, per passare a posizioni Sì Tav, Sì gasdotti, di conseguenza riposizionandosi anche sul piano geopolitico dall'asse Russia-Cina a posizioni pro Usa-Israele (da qui la bomba a orologeria confezionata dalla sinistra sui soldi di Putin). D'altra parte la rottura Grillini-Lega nasce da qui, sempre più filocinesi i pentastellati, sempre più vicino alla nuova promettente asse Usa-Inghilterra-Grecia-Israele (più paesi sunniti forse e la cerniera esteuropea) il leader della Lega.
Questo è quindi la fine di Renzi, da astro nascente della politica otto anni fa al patto Molotov-Ribbentropp di ferragosto al pesto con l'unno di Genova e la Taverna. Al mercato del pesce, altro che salviamo l'Italia dai barbari.
sabato 3 agosto 2019
Torna di moda il capitalismo straccione
Il capitalismo italiano, qualcuno lo definì capitalismo straccione, a spese dello Stato, cioè della collettività, coaudiuvato da una diplomazia doppiogiochista. Le sue pretese piccolo-imperialiste da Mare Nostrum ricordano le megalomanie di certe dittature terzomondiste, con cui non a caso trova parecchie affinità, dall'Iran al Venezuela, prima ancora col nazionalsocialismo baathista di Saddam Hussein e ora di Assad.
D'altronde l'imperialismo fascista già pretendeva di esprimere la sua egemonia dialettica e la sua alleanza con il mondo islamico, a Nolte il merito di aver individuato i punti i contatto tra il terzomondismo e il fascismo.
Quasi la metà degli investimenti in Iran da parte delle aziende europee proviene dall'Italia, per capire il sostegno di certi capitalisti al movimento 5 stelle bisogna partire da qui, ma anche di certi sbandamenti della lega e di una certa sinistra dei salotti.
D'altronde l'imperialismo fascista già pretendeva di esprimere la sua egemonia dialettica e la sua alleanza con il mondo islamico, a Nolte il merito di aver individuato i punti i contatto tra il terzomondismo e il fascismo.
Quasi la metà degli investimenti in Iran da parte delle aziende europee proviene dall'Italia, per capire il sostegno di certi capitalisti al movimento 5 stelle bisogna partire da qui, ma anche di certi sbandamenti della lega e di una certa sinistra dei salotti.
Consigli alla sinistra per non estinguersi
Oggi, senza il consenso popolare non si governa e non si ottiene il potere. Certo, esistono anche tanti altri fattori, il potere della burocrazia statale, il potere economico, il potere culturale, e tanti altri. ma in definitiva non si può vincere le elezioni insultando chiunque non la pensi come te. Se si manda il messaggio che chi non ti vota è un ignorante, un evasore fiscale, un menomato mentale, uno sporco razzista e fascista, non stupirti se farai la fine dei circoli aristocratico-monarchici o, in maniera apparentemente paradossale, dei gruppuscoli neofascisti.
martedì 30 luglio 2019
Nevrosi e schizofrenia della sinistra italiana
Il nevrotico è colui che ricade sempre negli stessi errori, lo schizofrenico è chi ha una doppia identità. Tutto ciò combacia perfettamente con la sinistra italiana. La sinistra ripete sempre lo stesso schema e la stessa linea da 70 anni, vive nella sindrome del "ritorno del fascismo", alimenta perciò la violenza e il terrorismo, salvo poi schizofrenicamente dissociarsi e condannarla. Accusa la Dc, Forza Italia e ora Salvini di golpe contro la democrazia, ma l'unico tentato colpo è stato quello delle Brigate Rosse e poi Mani Pulite. Si presenta come paladina della libertà, ma il suo sogno recondito è mettere in galera o ammazzare tutti gli avversari politici, per giustificarlo deve dire che sono tutti ladri o fascisti.
E' ormai sempre più consapevole di essere una minoranza nel Paese e sempre più lo sarà, e come diceva Marx, un ceto sociale o una parte politica in via d'estinzione è disposta a tutto pur di mantenere il proprio potere.
E' ormai sempre più consapevole di essere una minoranza nel Paese e sempre più lo sarà, e come diceva Marx, un ceto sociale o una parte politica in via d'estinzione è disposta a tutto pur di mantenere il proprio potere.
La storica ipocrisia dell'Europa
L'identità della sinistra europea si compone di due aspetti fondamentali: l'odio per gli Stati Uniti d'America e l'odio per chi crea ricchezza, il tutto si condensa nell'odio verso la democrazia liberale. L'America è il paese fondato dai proletari che fuggivano dalla povertà e dallo sfruttamento degli europei e da tutti coloro che sfuggivano dalle persecuzioni politiche e religiose del continente che oggi si è autoproclamato culla della civiltà.
L'odio verso l'America è l'odio degli aristocratici e degli sfruttatori verso i poveri e gli uomini liberi, anche se nel corso del '900 hanno imparato a riverniciare il loro odio di classe con l'"antiimperialismo". In realtà, il continente imperialista è sempre stato l'Europa e a parte l'Inghilterra, patria del liberalismo (ma non solo e a quanto pare oggi anche di islamocomunisti come Corbyn), paesi come Germania e Francia, per dirne due, non hanno nulla da insegnare in fatto di democrazia, libertà e diritti individuali. In Francia tagliavano le teste due secoli prima dell'Isis, la Germania ha prodotto il peggiore crimine della storia, l'olocausto. Se l'Europa ha vissuto 70 anni di pace, liberalismo, democrazia e sviluppo economico lo dobbiamo all'intervento americano contro Hitler e Mussolini. Quali particolari meriti avrebbe l'Europa?
Oggi gli europei di sinistra fanno la lezione agli americani sull'immigrazione, ma dovrebbero solo stare zitti per come hanno trattato i loro avi, ma inoltre bisognerebbe chiedersi se i nuovi migranti hanno davvero voglia di integrarsi nel rispetto dei valori, delle leggi e degli ideali americani. Il problema, oltre al fatto che letteralmente non si può accogliere tutti e anche un bambino lo capisce, sta tutto qui, anche se c'è chi fa finta di non vederlo.
L'odio verso l'America è l'odio degli aristocratici e degli sfruttatori verso i poveri e gli uomini liberi, anche se nel corso del '900 hanno imparato a riverniciare il loro odio di classe con l'"antiimperialismo". In realtà, il continente imperialista è sempre stato l'Europa e a parte l'Inghilterra, patria del liberalismo (ma non solo e a quanto pare oggi anche di islamocomunisti come Corbyn), paesi come Germania e Francia, per dirne due, non hanno nulla da insegnare in fatto di democrazia, libertà e diritti individuali. In Francia tagliavano le teste due secoli prima dell'Isis, la Germania ha prodotto il peggiore crimine della storia, l'olocausto. Se l'Europa ha vissuto 70 anni di pace, liberalismo, democrazia e sviluppo economico lo dobbiamo all'intervento americano contro Hitler e Mussolini. Quali particolari meriti avrebbe l'Europa?
Oggi gli europei di sinistra fanno la lezione agli americani sull'immigrazione, ma dovrebbero solo stare zitti per come hanno trattato i loro avi, ma inoltre bisognerebbe chiedersi se i nuovi migranti hanno davvero voglia di integrarsi nel rispetto dei valori, delle leggi e degli ideali americani. Il problema, oltre al fatto che letteralmente non si può accogliere tutti e anche un bambino lo capisce, sta tutto qui, anche se c'è chi fa finta di non vederlo.
domenica 28 luglio 2019
Qualcuno regali un libro di storia a Franceschini
Quindi Franceschini voleva fare il nuovo compromesso storico con chi sta con i No Tav? Qualcuno gli regali un libro di storia o gli spieghi che il compromesso storico il Pci lo fece con la Dc, non con le Brigate Rosse.
Il prezzo della libertà
A Hong Kong, a Mosca, a Caracas, in Sudan c'è chi combatte e muore per la libertà, in Val di Susa c'è chi manifesta contro un treno. Ma è il prezzo da pagare per la libertà, anche gli imbecilli hanno diritto di manifestare.
Perchè a sinistra comandano i mediocri?
In una recente intervista al corriere Occhetto ha definito veterobabbioni la parte del Pci con cui si scontrò 30 anni fa. Effettivamente non ricordo che allora usò questa espressione, evidentemente ha aspettato che fossero tutti morti per usarla, ma che l'Achille fosse un coniglio già si sapeva.
Il punto è che da decenni ormai la sinistra esprime dei leader che rifulgono solo in mediocrità e stupidità. Ma perchè a sinistra emergono solo le nullità? C'è una spiegazione tecnica, nel partito i giovani che fanno carriera sono quelli che vengono cooptati dall'alto, la selezione non avviene per merito, ma per "eredità". Sale chi si mette acriticamente all'ombra di qualche dirigente o anche chi è letteralmente parente di qualcuno già nel partito. L'unica eccezione è stato Renzi, che ha osato presentarsi alle primarie senza "padri nobili" alle spalle, anzi, addirittura sfidando la dirigenza. E infatti è l'unico leader che a sinistra ha denotato un minimo di fosforo, pur poi perdendosi nel tritacarne che gli hanno confezionato, ma per il resto abbiamo solo una ormai lunga sequenza di falliti e leccaculo come Cuperlo, Orfini, Bersani, Orlando, Fratoianni. Ma il motivo è questo, correlato ad uno più ideologico. Alla base teorica della sinistra c'è l'uguaglianza, l'idea che dobbiamo essere tutti uguali e sullo stesso piano, la sinistra odia i diversi (a differenza di quello che ipocritamente narra), le persone intelligenti, chi emerge dalla mediocrità.
Per cui la parabola storica è stata discendente: infatti, comunque la si pensi e indipendentemente dal giudizio storico, Togliatti, Gramsci, Terracini e Tasca erano dei geni, poi vennero Longo, Secchia, Berlinguer, che erano mediamente intelligenti ma privi di creatività e incapaci di inventare una nuova linea politica chiara e coerente, infine sono arrivati i culattoni raccomandati come Occhetto, i megalomani come D'alema, e gli sfigati come Veltroni, infine, all'ultimo stadio, i dementi ritardati come Cuperlo, Orfini, Bersani, Fratoianni, Boldrini, Orlando, Zingaretti. Quale sarà il quinto stadio? Se ci sarà o nel frattempo la sinistra, o perlomeno questa sinistra, si sarà estinta?
Il punto è che da decenni ormai la sinistra esprime dei leader che rifulgono solo in mediocrità e stupidità. Ma perchè a sinistra emergono solo le nullità? C'è una spiegazione tecnica, nel partito i giovani che fanno carriera sono quelli che vengono cooptati dall'alto, la selezione non avviene per merito, ma per "eredità". Sale chi si mette acriticamente all'ombra di qualche dirigente o anche chi è letteralmente parente di qualcuno già nel partito. L'unica eccezione è stato Renzi, che ha osato presentarsi alle primarie senza "padri nobili" alle spalle, anzi, addirittura sfidando la dirigenza. E infatti è l'unico leader che a sinistra ha denotato un minimo di fosforo, pur poi perdendosi nel tritacarne che gli hanno confezionato, ma per il resto abbiamo solo una ormai lunga sequenza di falliti e leccaculo come Cuperlo, Orfini, Bersani, Orlando, Fratoianni. Ma il motivo è questo, correlato ad uno più ideologico. Alla base teorica della sinistra c'è l'uguaglianza, l'idea che dobbiamo essere tutti uguali e sullo stesso piano, la sinistra odia i diversi (a differenza di quello che ipocritamente narra), le persone intelligenti, chi emerge dalla mediocrità.
Per cui la parabola storica è stata discendente: infatti, comunque la si pensi e indipendentemente dal giudizio storico, Togliatti, Gramsci, Terracini e Tasca erano dei geni, poi vennero Longo, Secchia, Berlinguer, che erano mediamente intelligenti ma privi di creatività e incapaci di inventare una nuova linea politica chiara e coerente, infine sono arrivati i culattoni raccomandati come Occhetto, i megalomani come D'alema, e gli sfigati come Veltroni, infine, all'ultimo stadio, i dementi ritardati come Cuperlo, Orfini, Bersani, Fratoianni, Boldrini, Orlando, Zingaretti. Quale sarà il quinto stadio? Se ci sarà o nel frattempo la sinistra, o perlomeno questa sinistra, si sarà estinta?
lunedì 22 luglio 2019
L'egemonìa culturale in quattro righe
L'egemonia culturale è un parolone, ma in un certo senso si può spiegare in due righe. I neo"liberal"comunisti dicono che Trump e Salvini sono due fascisti, i neofascisti gli credono (e qui sta l'egemonìa, far sì che i tuoi nemici credano alla tua narrazione) e quindi inneggiano a loro come i nuovi duci, intanto i pecoroni "antifascisti" si preparano alla resistenza, in realtà ne' Salvini ne' Trump sono fascisti, ma l'isteria è innescata e se Salvini e Trump ingrossano le fila del loro gregge, la sinistra serra i suoi recinti.
La battaglia per l'egemonìa culturale però si arricchisce di un nuovo capitolo, nasce la figura del troll, Trump e Salvini si divertono a trollare i demosinistri, ritorcono l'isteria a loro vantaggio, ci sguazzano nell'ambiguità e acquisiscono consenso da destra, ma anche dal centrodestra, centro e dalla sinistra dissidente, perchè qui c'è anche il capitolo dell'idiozia masochistica della sinistra sull'immigrazione, la sinistra si suicida con il suo accoglientismo fuori dalla realtà, getta ulteriormente i moderati nelle braccia dei populisti.
Prossimo capitolo l'economia, ora la gente dice va bene Salvini sull'immigrazione, ma vogliamo la Tav, le riforme, le infrastrutture, il federalismo, lo sviluppo economico (altro che decrescita infelice), ma anche lo stato sociale, Trump infatti in America va a gonfie vele sull'economia, ora Salvini deve passare alla fase due, intanto a sinistra c'è Franceschini, il capitano può dormire sonni tranquilli.
La battaglia per l'egemonìa culturale però si arricchisce di un nuovo capitolo, nasce la figura del troll, Trump e Salvini si divertono a trollare i demosinistri, ritorcono l'isteria a loro vantaggio, ci sguazzano nell'ambiguità e acquisiscono consenso da destra, ma anche dal centrodestra, centro e dalla sinistra dissidente, perchè qui c'è anche il capitolo dell'idiozia masochistica della sinistra sull'immigrazione, la sinistra si suicida con il suo accoglientismo fuori dalla realtà, getta ulteriormente i moderati nelle braccia dei populisti.
Prossimo capitolo l'economia, ora la gente dice va bene Salvini sull'immigrazione, ma vogliamo la Tav, le riforme, le infrastrutture, il federalismo, lo sviluppo economico (altro che decrescita infelice), ma anche lo stato sociale, Trump infatti in America va a gonfie vele sull'economia, ora Salvini deve passare alla fase due, intanto a sinistra c'è Franceschini, il capitano può dormire sonni tranquilli.
venerdì 19 luglio 2019
Moscopoli e mosche in mano
In Italia stiamo assistendo ad un tentativo di colpo di Stato contro la volontà popolare? In parte sì. Negli ultimi mesi, in mezzo a tanta fuffa, una delle notizie più importanti e di cui ovviamente non si è minimamente parlato è il riposizionamento di Salvini in politica estera. Nei precedenti anni infatti Lega e 5 stelle hanno avuto una posizione estremamente ambigua nello scacchiere internazionale, che in un certo senso corrispondeva all'ambiguità della Russia, divisa tra occidente e oriente, ma ora i 5 stelle hanno decisamente virato verso la Cina, mentre Salvini verso l'America (e probabilmente anche in Russia si sta creando uno scontro simile). Cartina di tornasole ne è il Venezuela di Maduro, paese foraggiato dalla Cina, su cui i grillini si sono sempre astenuti dal condannare, ma con tendenze decisamente favorevoli verso la dittatura chavista, mentre la Lega pure, ma con parecchi mal di pancia al suo interno e posizioni più verso i dissidenti. Ora la svolta, la Lega dalla parte del liberaldemocratico Guaidò, i grillini sempre più filocinesi, con tanto di accordi e tappeti.. rossi.. stesi nel frattempo verso il timoniere Xi. Idem nello scontro Israele-Iran, con il leader leghista sempre più pro-Israele e i grillini sempre più pro-pasdaran.
Allora ecco che scoppia lo scandalo ad orologeria "moscopoli" su vicende ormai del passato e poco chiare, mentre un vecchio sovietico antioccidentale come D'alema già cerca di mettere in piedi la nuova alleanza M5s-Pd.. Come finirà? Lo vedremo nelle prossime ore... Magari l'EuroTurchiaIran resterà con un pugno di mosche in mano... Ma intanto scatta la provocazione, il premier Conte provoca sull'autonomia, per aprire un fronte interno alla Lega, ci vogliono nervi saldi.. C'è davvero l'accordo M5s-D'alema, o Renzi è riuscito a farlo saltare? Se sì far cadere il governo ora vorrebbe dire dare il là al golpe, ma in caso contrario..
Nel frattempo è chiaramente ben più importante quello che sta avvenendo sul piano internazionale, l'Iran continua la sua escalation di provocazioni, qualcuno vuole imporre un governo antiamericano in vista di un nuovo conflitto?
Allora ecco che scoppia lo scandalo ad orologeria "moscopoli" su vicende ormai del passato e poco chiare, mentre un vecchio sovietico antioccidentale come D'alema già cerca di mettere in piedi la nuova alleanza M5s-Pd.. Come finirà? Lo vedremo nelle prossime ore... Magari l'EuroTurchiaIran resterà con un pugno di mosche in mano... Ma intanto scatta la provocazione, il premier Conte provoca sull'autonomia, per aprire un fronte interno alla Lega, ci vogliono nervi saldi.. C'è davvero l'accordo M5s-D'alema, o Renzi è riuscito a farlo saltare? Se sì far cadere il governo ora vorrebbe dire dare il là al golpe, ma in caso contrario..
Nel frattempo è chiaramente ben più importante quello che sta avvenendo sul piano internazionale, l'Iran continua la sua escalation di provocazioni, qualcuno vuole imporre un governo antiamericano in vista di un nuovo conflitto?
mercoledì 17 luglio 2019
La Cina è il nuovo nazismo?
La Cina è il nuovo mostro? Esso prende il peggio del capitalismo occidentale sfruttatore ottocentesco, con la alterigia e la supponenza degli intellettuali leninisti, lo unisce al revanscismo del nazionalismo terzomondista, si allea con gli sceicchi islamici, il neozarismo mafioso russo e i dittatori africani che affamano i loro popoli. Sì, forse, non c'è granchè di buono, ma gli europei, che i russi non a caso definivano "utili idioti", continuano a insultare gli americani e Trump.
Il neomoralismo tedesco che fa il gioco della Cina
Quale deve essere il ruolo di una potenza egemone? Di fronte alla colonizzazione dei paesi periferici dell'Europa da parte della Cina, la Germania risponde dando lezioni morali a quei paesi. Gli Stati Uniti ci diedero il piano Marshall, i tedeschi e i francesi ci hanno dato il fiscal compact, il trattato di Dublino e la loro arroganza.
lunedì 15 luglio 2019
Più Eni che Salvini nel rapporto con Putin/2
Segue dall'articolo precedente...
Ecco allora che chi ha sempre coerentemente denunciato le simpatie di Salvini per Putin, deve chiedersi perchè certa gente si sveglia solo ora, per non cadere in una trappola. Chi denunciava le interferenze russe nella politica occidentale sa che per anni è stato guardato come un animale strano, un povero pazzo, ora improvvisamente i salotti buoni sono interessati al tema e fa figo denunciare il complotto russo proleghista. Chi da sinistra giustificava l'invasione dell'Ucraina e della Crimea da parte di Putin ora improvvisamente si presenta come baluardo del patriottismo e dell'occidente antirusso, temi di cui non gli è mai importata una emerita cippa o appunto ne era ostile. Il tempo e la storia vanno sempre calibrati, recentemente Salvini ha fatto un viaggio in America e al contrario ha riposizionato le proprie tesi sul tema, invitando la Russia a rivedere la sua posizione sulla Crimea e sull'Ucraina e ricalibrando la sua simpatìa verso la Russia in termini di attrazione dell'orso in chiave anticinese e antiraniana.
Bisogna chiedersi allora perchè lo scandalo a orologeria scoppia proprio ora, e non due o quattro anni fa, quando era più logico. C'è chi sostiene che addirittura sia un avvertimento della Russia (e del capitalismo di stato italiano) verso Salvini, proprio nel momento in cui si allontana dal gigante coi piedi di argilla.
Certo, ora toccherà a Salvini decidere da che parte stare e chiarire la sua linea, ma i sinceri liberali devono farsi anche un'altra domanda e cioè quale è l'alternativa a Salvini? Esiste una reale alternativa a Salvini?
Siamo sicuri che la sinistra di Zingaretti, Prodi, Bersani e D'alema sia una vera alternativa? Guardate le loro posizioni in politica estera, sono tanto diverse su Medio oriente, Siria, Ucriaina, Iran, Cina, rispetto al Salvini più sovietico?
Ecco allora che chi ha sempre coerentemente denunciato le simpatie di Salvini per Putin, deve chiedersi perchè certa gente si sveglia solo ora, per non cadere in una trappola. Chi denunciava le interferenze russe nella politica occidentale sa che per anni è stato guardato come un animale strano, un povero pazzo, ora improvvisamente i salotti buoni sono interessati al tema e fa figo denunciare il complotto russo proleghista. Chi da sinistra giustificava l'invasione dell'Ucraina e della Crimea da parte di Putin ora improvvisamente si presenta come baluardo del patriottismo e dell'occidente antirusso, temi di cui non gli è mai importata una emerita cippa o appunto ne era ostile. Il tempo e la storia vanno sempre calibrati, recentemente Salvini ha fatto un viaggio in America e al contrario ha riposizionato le proprie tesi sul tema, invitando la Russia a rivedere la sua posizione sulla Crimea e sull'Ucraina e ricalibrando la sua simpatìa verso la Russia in termini di attrazione dell'orso in chiave anticinese e antiraniana.
Bisogna chiedersi allora perchè lo scandalo a orologeria scoppia proprio ora, e non due o quattro anni fa, quando era più logico. C'è chi sostiene che addirittura sia un avvertimento della Russia (e del capitalismo di stato italiano) verso Salvini, proprio nel momento in cui si allontana dal gigante coi piedi di argilla.
Certo, ora toccherà a Salvini decidere da che parte stare e chiarire la sua linea, ma i sinceri liberali devono farsi anche un'altra domanda e cioè quale è l'alternativa a Salvini? Esiste una reale alternativa a Salvini?
Siamo sicuri che la sinistra di Zingaretti, Prodi, Bersani e D'alema sia una vera alternativa? Guardate le loro posizioni in politica estera, sono tanto diverse su Medio oriente, Siria, Ucriaina, Iran, Cina, rispetto al Salvini più sovietico?
mercoledì 10 luglio 2019
Più Eni che Salvini nel rapporto con Putin
Siamo sempre stati in pochi a denunciare il filoputinismo della Lega di Salvini, ma non solo di Salvini: Forza Italia, estrema sinistra, estrema destra, ma anche pezzi del Pd (Cofferati, D'alema) hanno sempre avuto un certo riguardo verso la Russia, non proprio un paese liberaldemocratico.
Quello che emerge dalle intercettazioni di questi giorni è però qualcosa di più articolato rispetto alle mistificazioni dei giornali antileghisti. In realtà sarebbe l'Eni, l'azienda petrolifera italiana, ad aver finanziato la Lega, attraverso una triangolazione con i soci russi quali Rosneft e altre agenzie petrolifere, per evitare di tracciare i finanziamenti. In pratica l'Eni pagava il petrolio russo con cifre maggiorate e il surplus veniva girato alla Lega dai petrolieri di Putin, ma erano soldi dell'Eni.
Ci troveremmo di fronte al solito finanziamento illecito ai partiti da parte di un capitalismo italiano che intrattiene rapporti privilegiati con autocrazie e dittature varie, che scatenò tangentopoli, secondo la legislatura demagogica e ipocrita che i partiti debbano essere finanziati solo dai privati cittadini e dai propri militanti e non dalle grandi aziende. La grande ipocrisia che determinò il 1992, che poi il Pci fosse stato ricoperto di rubli dall'Unione Sovietica non sembrò interessare particolarmente la sinistra giustizialista.
Forse, più che del rapporto tra Salvini e la Russia, del facile moralismo, bisognerebbe interrogarsi sullo storico doppio giochismo del capitalismo (di Stato) italiano e dei suoi rapporti con le dittature antioccidentali.
Quello che emerge dalle intercettazioni di questi giorni è però qualcosa di più articolato rispetto alle mistificazioni dei giornali antileghisti. In realtà sarebbe l'Eni, l'azienda petrolifera italiana, ad aver finanziato la Lega, attraverso una triangolazione con i soci russi quali Rosneft e altre agenzie petrolifere, per evitare di tracciare i finanziamenti. In pratica l'Eni pagava il petrolio russo con cifre maggiorate e il surplus veniva girato alla Lega dai petrolieri di Putin, ma erano soldi dell'Eni.
Ci troveremmo di fronte al solito finanziamento illecito ai partiti da parte di un capitalismo italiano che intrattiene rapporti privilegiati con autocrazie e dittature varie, che scatenò tangentopoli, secondo la legislatura demagogica e ipocrita che i partiti debbano essere finanziati solo dai privati cittadini e dai propri militanti e non dalle grandi aziende. La grande ipocrisia che determinò il 1992, che poi il Pci fosse stato ricoperto di rubli dall'Unione Sovietica non sembrò interessare particolarmente la sinistra giustizialista.
Forse, più che del rapporto tra Salvini e la Russia, del facile moralismo, bisognerebbe interrogarsi sullo storico doppio giochismo del capitalismo (di Stato) italiano e dei suoi rapporti con le dittature antioccidentali.
Elogio del nazionalismo democratico liberale
Oggi va di moda dire che il nazionalismo fa schifo, che è uguale al fascismo e al nazismo, che porta alle guerre, che è razzista. In realtà storicamente il nazionalismo è anteriore al fascismo e al nazismo, ma è esistito anche un patriottismo comunista e socialista. A loro volta fascismo e nazismo non erano solo nazionalismo, ma al contrario raccolsero il peggio del socialismo, ma sopratutto ci si dimentica di dire che esistono vari tipi di guerra: le guerre tra nazioni, ma anche le guerre tra le religioni, le guerre ideologiche e le guerre civili. Ebbene, un sano nazionalismo, democratico, popolare, laico e liberale, come prima cosa evita le guerre civili, unisce le classi, ma evita anche le guerre religiose e ideologiche.
La forza del liberalismo è sempre stata quella di mantenere il proprio nucleo centrale, ma allo stesso tempo di assorbire il meglio del nazionalismo e del socialismo, del conservatorismo e del progressismo, la sua capacità di egemonìa e di sconfiggere i totalitarismi del '900 è sempre consistita in questo. Se invece oggi il liberalismo diventa succube degli opposti estremismi, perde la sua capacità di attrazione. Ma attenzione, essere succube può voler dire anche rinchiudersi in una ortodossia purista incapace di attrarre quella parte di verità che esiste nelle ideologie antagoniste rifugiandosi in una tecnocrazia; oppure un misto delle due cose.
La forza del liberalismo è sempre stata quella di mantenere il proprio nucleo centrale, ma allo stesso tempo di assorbire il meglio del nazionalismo e del socialismo, del conservatorismo e del progressismo, la sua capacità di egemonìa e di sconfiggere i totalitarismi del '900 è sempre consistita in questo. Se invece oggi il liberalismo diventa succube degli opposti estremismi, perde la sua capacità di attrazione. Ma attenzione, essere succube può voler dire anche rinchiudersi in una ortodossia purista incapace di attrarre quella parte di verità che esiste nelle ideologie antagoniste rifugiandosi in una tecnocrazia; oppure un misto delle due cose.
martedì 9 luglio 2019
Un altro punto di vista sull'immigrazione
Il populismo cattocomunista di sinistra vorrebbe farci credere che chi si oppone all'immigrazione clandestina e senza limiti lo fa perchè è un ricco, razzista, egoista e mostruoso fascista occidentale. La realtà è che a opporsi all'immigrazione senza regole sono i ceti medio-bassi dell'occidente, quelli che faticano ad arrivare a fine mese, mentre quella dei migranti è la causa dei ricchi cosmopoliti, degli arrampicatori sociali e delle chiese (cattoliche e comuniste), le quali abbandonate dal popolo sempre più consumista, materialista, edonista e secolarizzato, cercano nuovi adepti nei migranti credenti. I ceti-medio bassi si oppongono all'immigrazione senza limiti perchè hanno capito che oltre un certo numero non è immigrazione, ma invasione, perchè mantengono il senso della comunità e della diversità, non credono nelle astrazioni universaliste e omologanti, non vogliono disfarsi degli stati-nazione e della loro sovranità anche perchè si rendono conto che le istituzioni sovranazionali sono tecnocratiche, mentre per avere ancora voce in capitolo devono mantenere in vita le nazioni democratiche. Una parte della borghesia, al contrario, si è stufata del suffragio universale e punta sulla magistratura e sull'Unione Europea per imporre la sua dittatura.
sabato 6 luglio 2019
Come siamo arrivati a questo punto?
Quello a cui stiamo assistendo in Italia non è solo uno scontro tra opposti estremismi, anche se la Lega di Salvini in questo momento sta sfondando al centro e la sinistra sta invece avendo una deriva sempre più a estrema sinistra, ma ci troviamo di fronte anche ad uno scontro di classe, ma non solo, come vedremo anche tra due nazionalità diverse.
Da una parte il mondo degli intellettuali, del professionismo, della comunicazione, dell'arte e dello spettacolo, dall'altra la classe operaia e i ceti medi. "Assente" la classe dirigente, il grande capitale e lo stato non hanno un indirizzo univoco, ma al suo interno si produce uno scontro e una tendenza verso tutte e due le parti, senza riuscire a costruire una tendenza indipendente. La mancanza di una classe dirigente è una costante nella storia italiana, ma come dicevo lo scontro è anche tra nazionalità diverse. Il mondo intellettuale, dei chierici, delle professioni e delle arti nei secoli è sempre stato al servizio delle corti straniere, dei francesi, del vaticano, degli spagnoli, degli austriaci. Essi non sono italiani (divisi a loro volta tra norditaliani-padani, centroitaliani e suditaliani, oltre che tra le identità comunali, ma che Salvini sta cercando di reunificare), sono estranei al volgo e ai ceti medi, solo una parte della borghesia nella storia costruì ed edificò la causa del risorgimento e poi delle ideologie ottocentonovecentesche, dividendosi nel tempo a loro volta tra liberali, fascisti e marxisti. In tempi diversi, però, prima i fascisti e poi i comunisti hanno perso il contatto con il popolo italiano, reisolandosi, mentre i liberali non hanno mai saputo creare una struttura organizzativa autonoma e di massa. I ceti medi scelsero allora la democrazia cristiana e poi Forza Italia come male minore rispetto a fascismo, sovietismo, cattocomunismo, mentre i liberali rimanevano marginali, intanto la classe operaia comunista virò verso la lega nord, a loro volta i ceti intellettuali-professionali-artistici-clericali negli ultimi 25 anni si sono ulteriormente sempre più isolati, rinchiudendosi in un elitarismo diviso tra tecnocrazia e terzomondismo.
"Fatta l'Italia bisogna fare gli italiani", disse qualcuno. Questo valeva per il popolo e i ceti medi, ma anche per gran parte degli intellettuali. Il grande paradosso è che ora proprio la Lega nord in qualche modo sta unificando o cercando di unificare i ceti medio-bassi, per decenni rimasti estranei alla nazione e poi divisi localmente tra loro, mentre la borghesia intellettuale appare sempre più estranea alla nazione e la grande borghesia assente. Inoltre il sentimento europeo non integra la nazionalità italiana, ma la vuole superare o cancellare.
Da non dimenticare il durissimo scontro interno alla chiesa cattolica, tra chi si rifà alla tradizione giudaico-cristiano-liberale e dall'altra parte l'ala catto-islamico-comunista, sempre più lontana ed estranea al popolo italiano e sempre più fautrice della causa dei migranti.
Oggi serve più che mai la rinascita di un movimento liberaldemocratico, interclassista, sostenuto dalla presenza di una borghesia nazionaldemocratica ma con una base popolare, autonomo dai populisti come dai tecnocratici e dai cattocomunisti. Chiaramente si tratta di una realtà che ad oggi parte da una base del 10% e può arrivare al 25%. Con chi allearsi? Con chi tra gli altri saprà rivolgersi verso verso posizioni meno estreme, ma sopratutto tenendosi lontano sia dalla demagogia ma anche dall'elitarismo tecnocratico.
Patrie, ideologie, classi sociali, cose che alcuni credevano anacronistiche oggi appaiono più attuali che mai e con cui bisogna fare i conti, ma non per tornare indietro nel tempo, ma per saperle governare, interpretare, darle un senso, identificare e unificare.
Da una parte il mondo degli intellettuali, del professionismo, della comunicazione, dell'arte e dello spettacolo, dall'altra la classe operaia e i ceti medi. "Assente" la classe dirigente, il grande capitale e lo stato non hanno un indirizzo univoco, ma al suo interno si produce uno scontro e una tendenza verso tutte e due le parti, senza riuscire a costruire una tendenza indipendente. La mancanza di una classe dirigente è una costante nella storia italiana, ma come dicevo lo scontro è anche tra nazionalità diverse. Il mondo intellettuale, dei chierici, delle professioni e delle arti nei secoli è sempre stato al servizio delle corti straniere, dei francesi, del vaticano, degli spagnoli, degli austriaci. Essi non sono italiani (divisi a loro volta tra norditaliani-padani, centroitaliani e suditaliani, oltre che tra le identità comunali, ma che Salvini sta cercando di reunificare), sono estranei al volgo e ai ceti medi, solo una parte della borghesia nella storia costruì ed edificò la causa del risorgimento e poi delle ideologie ottocentonovecentesche, dividendosi nel tempo a loro volta tra liberali, fascisti e marxisti. In tempi diversi, però, prima i fascisti e poi i comunisti hanno perso il contatto con il popolo italiano, reisolandosi, mentre i liberali non hanno mai saputo creare una struttura organizzativa autonoma e di massa. I ceti medi scelsero allora la democrazia cristiana e poi Forza Italia come male minore rispetto a fascismo, sovietismo, cattocomunismo, mentre i liberali rimanevano marginali, intanto la classe operaia comunista virò verso la lega nord, a loro volta i ceti intellettuali-professionali-artistici-clericali negli ultimi 25 anni si sono ulteriormente sempre più isolati, rinchiudendosi in un elitarismo diviso tra tecnocrazia e terzomondismo.
"Fatta l'Italia bisogna fare gli italiani", disse qualcuno. Questo valeva per il popolo e i ceti medi, ma anche per gran parte degli intellettuali. Il grande paradosso è che ora proprio la Lega nord in qualche modo sta unificando o cercando di unificare i ceti medio-bassi, per decenni rimasti estranei alla nazione e poi divisi localmente tra loro, mentre la borghesia intellettuale appare sempre più estranea alla nazione e la grande borghesia assente. Inoltre il sentimento europeo non integra la nazionalità italiana, ma la vuole superare o cancellare.
Da non dimenticare il durissimo scontro interno alla chiesa cattolica, tra chi si rifà alla tradizione giudaico-cristiano-liberale e dall'altra parte l'ala catto-islamico-comunista, sempre più lontana ed estranea al popolo italiano e sempre più fautrice della causa dei migranti.
Oggi serve più che mai la rinascita di un movimento liberaldemocratico, interclassista, sostenuto dalla presenza di una borghesia nazionaldemocratica ma con una base popolare, autonomo dai populisti come dai tecnocratici e dai cattocomunisti. Chiaramente si tratta di una realtà che ad oggi parte da una base del 10% e può arrivare al 25%. Con chi allearsi? Con chi tra gli altri saprà rivolgersi verso verso posizioni meno estreme, ma sopratutto tenendosi lontano sia dalla demagogia ma anche dall'elitarismo tecnocratico.
Patrie, ideologie, classi sociali, cose che alcuni credevano anacronistiche oggi appaiono più attuali che mai e con cui bisogna fare i conti, ma non per tornare indietro nel tempo, ma per saperle governare, interpretare, darle un senso, identificare e unificare.
venerdì 5 luglio 2019
Chi è liberale e chi non lo è
Il sindaco di Milano Sala viene condannato a sei mesi per un vizio burocratico nell'assegnazione di alcune cariche all'Expo. Si dice che in uno stato liberale le sentenze si rispettano, ma siamo sicuri di vivere in uno stato liberale e che la magistratura sia un organo liberale e non un clan politico? Onore a Salvini che non esulta per la condanna, anzi afferma: "Non sono abituato a festeggiare le condanne altrui. Voglio leggermi gli atti. Da milanese sono orgoglioso di come è stato gestito Expo. Se c'è stato un errore verificheremo di che tipo di errore si tratta, però mentre a sinistra di solito festeggiano le sentenze contro tizio e contro caio, io da milanese non festeggio se il mio sindaco viene condannato". Così il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sulla condanna al sindaco di Milano Giuseppe Sala nell'ambito all'inchiesta Expo. Siamo sicuri che Salvini sia un illiberale?"
La finta umanità dei finti antirazzisti
Proviamo a spiegare a quelli che giocano a fare i Mandela nell'Italia del 2019, come nel '68 i figli degli imprenditori giocavano a fare la rivoluzione proletaria. Se io voglio andare a vivere a Cuba o in Sudafrica devo chiedere il permesso, devo fare domanda, non è che entro senza documenti quando mi pare e piace in questi due paesi. Non è una questione di razzismo. E' così in tutti i paesi.
Poi qualcuno dovrebbe spiegarmi dove sta l'umanità nell'illudere delle persone che qui troveranno una vita migliore e poi mollarli a fare l'elemosina fuori dai supermercati o a portarvi la cena a voi "antirazzisti" a tre euro a consegna.
E meno male che questi africani sono brave persone, non si ubriacano, non si drogano e a parte pochi casi non stuprano persone. Ma stanno lì a chiedersi chi glielo ha fatto fare. Ma chi gli ha raccontato che qui trovavano l'eldorado, lavoro, vita migliore? Io un paio di idee ce le ho.
Poi qualcuno dovrebbe spiegarmi dove sta l'umanità nell'illudere delle persone che qui troveranno una vita migliore e poi mollarli a fare l'elemosina fuori dai supermercati o a portarvi la cena a voi "antirazzisti" a tre euro a consegna.
E meno male che questi africani sono brave persone, non si ubriacano, non si drogano e a parte pochi casi non stuprano persone. Ma stanno lì a chiedersi chi glielo ha fatto fare. Ma chi gli ha raccontato che qui trovavano l'eldorado, lavoro, vita migliore? Io un paio di idee ce le ho.
mercoledì 3 luglio 2019
La Russia di Putin è soppravalutata?
Il recente incidente del sottomarino russo, non il primo, dove sono morti 14 marinai, apre ad alcune riflessioni. La Russia è un paese che ha un Pil minore della Lombardia, non ha manifatturiero, non ha agricoltura, ma ora si scopre che ha anche un comparto militare antiquato, dov'è questa potenza? A quanto pare solo nella capacità propagandista e nei troll disseminati nella rete. Un po' poco, ma molto impressionante e in grado di destabilizzare l'occidente. Allo stesso tempo però, l'idea di Trump di portarla dalla propria parte nella lotta contro la Cina viste le premesse e proprio per le caratteristiche non appare così preregrina.
Si delinea la strategia di Donald Trump
In Italia, a parte Molinari, il direttore della Stampa, e un altro paio di persone, nessuno degli espertoni e dei professoroni che scrivono sui giornali ha capito quale sia la strategia di Donald Trump. Nella migliore delle ipotesi gli danno del pazzo, nella peggiore lo insultano dandogli dell'idiota e dello stupid white american con quel razzismo tipico dell'euroaristocratico decadente. La cosa divertente è che riescono a dargli del guerrafondaio e dell'isolazionista contemporaneamente, a quanto arriva la stupidità. Anch'io ho creduto fosse un isolazionista, non certo guerrafondaio perchè o è una o l'altra, ma ora sta emergendo il suo piano.
Negli ultimi decenni, l'Occidente si è sempre rapportato con i regimi totalitari dividendoli al loro interno tra falchi e colombe, ortodossi-conservatori e riformisti-moderati. Di conseguenza l'occidente ha sempre tentato di trattare con quelli che riteneva colombe-moderati-riformisti e di combattere radicalmente quelli che riteneva falchi-ortodossi-conservatori.
Il problema è che i moderati-colombe-riformisti non lo erano affatto, ma bluffavano. Non lo era Gorbacev, non lo è Rohani in Iran, non lo era Deng Xiaoping in Cina, come non lo era Togliatti, non lo era Kruscev, non lo era Arafat. I veri riformisti, d'altronde, negli stati totalitari sono stati già tutti ammazzati o esiliati, non sono ai vertici del regime. L'incredibile abbaglio e dabbenaggine delle cancellerie, delle diplomazie e di tutti gli espertoni analisti di sta minchia che non hanno mai letto una riga di Lenin su tattica e strategia, ha portato l'occidente più volte sull'orlo del collasso e della sconfitta. Ci sono voluti personaggi fuori dall'ordinario come Churchill e Reagan per salvarlo, vedremo se Trump saprà ripercorrerne le orme.
Reagan capì che non doveva trattare con lo pseudoriformista Gorbacev, che stava facendo di tutto per salvare l'Unione Sovietica, a differenza di quello che credevano i comunisti complottisti e le anime belle in occidente, ma col comunista duro Eltsin, avendo capito che in ogni comunista duro batte un cuore nazionalista. Trump segue le orme, tratta direttamente non coi finti riformisti ma coi capi ortodossi o con il centro politico dei regimi totalitari, che sono altrettanto nazionalisti più che comunisti o islamici. La via è tracciata.
Negli ultimi decenni, l'Occidente si è sempre rapportato con i regimi totalitari dividendoli al loro interno tra falchi e colombe, ortodossi-conservatori e riformisti-moderati. Di conseguenza l'occidente ha sempre tentato di trattare con quelli che riteneva colombe-moderati-riformisti e di combattere radicalmente quelli che riteneva falchi-ortodossi-conservatori.
Il problema è che i moderati-colombe-riformisti non lo erano affatto, ma bluffavano. Non lo era Gorbacev, non lo è Rohani in Iran, non lo era Deng Xiaoping in Cina, come non lo era Togliatti, non lo era Kruscev, non lo era Arafat. I veri riformisti, d'altronde, negli stati totalitari sono stati già tutti ammazzati o esiliati, non sono ai vertici del regime. L'incredibile abbaglio e dabbenaggine delle cancellerie, delle diplomazie e di tutti gli espertoni analisti di sta minchia che non hanno mai letto una riga di Lenin su tattica e strategia, ha portato l'occidente più volte sull'orlo del collasso e della sconfitta. Ci sono voluti personaggi fuori dall'ordinario come Churchill e Reagan per salvarlo, vedremo se Trump saprà ripercorrerne le orme.
Reagan capì che non doveva trattare con lo pseudoriformista Gorbacev, che stava facendo di tutto per salvare l'Unione Sovietica, a differenza di quello che credevano i comunisti complottisti e le anime belle in occidente, ma col comunista duro Eltsin, avendo capito che in ogni comunista duro batte un cuore nazionalista. Trump segue le orme, tratta direttamente non coi finti riformisti ma coi capi ortodossi o con il centro politico dei regimi totalitari, che sono altrettanto nazionalisti più che comunisti o islamici. La via è tracciata.
Il negozio umano della bontà sotto casa
Che l'attuale immigrazione dall'Africa sia un business dello sfruttamento e la nuova tratta degli schiavi lo hanno capito tutte le persone capaci di ragionamento. Le motivazioni economiche però, sono solo una parte. Il mercato della tratta è un mercato sostenuto da un mondo di ricchi borghesi coi sensi di colpa, mossi dal desiderio di aiutare per espiare ma con non molta voglia di andare fino in Africa, ma vogliosi di una solidarietà a buon mercato e semplificata senza troppe domande e analisi sulle cause. Basta dire è tutta colpa dell'occidente cattivo e del colonialismo. Un mix di buonismo e ignoranza, condito da una retorica di slogan semplici da ripetere a pappagallo. Meglio allora fare il tifo da casa e raccattare le barche sulla costa della Libia e abbandonare gli schiavi sulla spiaggia dopo un breve tragitto, poi ci penseranno gli italiani che guadagnano mille euro al mese a mantenerli oppure finiranno fuori dai supermercati a fare l'elemosina in modo che il ricco borghese ipocrita e il cattocomunista possa dargli la monetina avendo il suo negozio umano della bontà direttamente sotto casa senza doversi scomodare, così da mettersi a posto la coscienza.
martedì 2 luglio 2019
Sea Watch, una moderna compagnia delle Indie?
Nella giornata di oggi i magistrati che indagano sul caso Carola hanno certificato che non c'era nessuno stato di necessità sulla nave olandese Sea Watch. L'azione della militante tedesca verde che ha tentato di schiacciare la piccola vedetta della guardia di finanza con il suo bisonte di 600 tonnellate perciò si prospetta come un atto di pirateria internazionale, per non dire terrorismo e tentato omicidio.
Molti parlano di razzismo e antirazzismo, umanità e disumanità, ma la prima dicotomia di questa vicenda è legalità e illegalità, violenza e nonviolenza. In quale campo si pongono i tre deputati che sono saliti a bordo della imbarcazione e tutti quelli che hanno assurto ad eroina la "capitana"? Sono con la legalità o contro la legalità? Non a caso si tratta di un campo in cui la sinistra, sia quella comunista che quella cattolica (ormai sempre più fuse) va in cortocircuito, perchè da sempre vive una doppiezza in tal senso su cui bisognerebbe aprire un capitolo storico a parte.
Si può essere contro Salvini ma ripudiare la violenza e l'illegalità e non stare nemmeno con Carola. Ma di fronte ad un atto del genere la logica del ne' ne' rischia di risultare un paravento. E' chiaro che un estremista come Carola getta nelle braccia di Salvini la stragrande maggioranza degli italiani. D'altra parte si tratta di una storia già vista, bene la analizzò Togliatti nel suo "la questione dei ceti medi" quando spiegò che la violenza sindacale - generalizzata e rivolta anche contro le piccole aziende - del bienno rosso aveva gettato i ceti medi nelle braccia del fascismo. Aggiungerei che un altro motivo fu il disprezzo o l'indifferenza di ampi settori della sinistra verso le ragioni dei reduci della prima guerra mondiale e verso il tema del patriottismo. Io non credo che oggi siamo di fronte ad un pericolo fascista, ma se davvero ci fosse l'assist migliore al suo ritorno glielo stanno dando i fan di Carola e l'Unione Europea.
Per quanto riguarda l'inflazionato tema del razzismo, andrebbe ricordato che i razzisti erano quei europei (olandesi, francesi, belgi...) che andavano in Africa subsahariana a prendere i negri per portarli in Occidente a lavorare come schiavi, mentre a organizzare la tratta erano spesso gli arabi, i mussulmani. Considerato che gli africani che vengono portati qui si ritrovano spesso in una condizione che definire di schiavitù è sicuramente esagerato, ma comunque è di sfruttamento, come definire quelle come Carola? Una moderna capitana delle nuova compagnia delle Indie? Si potrebbe dire che un tempo gli schiavi venivano portati a forza, oggi invece qualcuno crea loro l'illusione che qui troveranno lavoro, salute, prosperità, cosa che non è, che li induce a venire volontariamente pagando migliaia di euro a chi organizza la tratta e c'è pure una nave olandese..
Siamo nell'epoca in cui tutto è il contrario di quello che sembra. Ciò che sembra umano è disumano, ciò che sembra antirazzista è razzista, ciò che sembra dalla parte dei poveri è per i ricchi.
Siamo nell'epoca in cui tutto è il contrario di quello che sembra. Ciò che sembra umano è disumano, ciò che sembra antirazzista è razzista, ciò che sembra dalla parte dei poveri è per i ricchi.
mercoledì 26 giugno 2019
Umanità reale
Amo l'uomo reale con tutti i suoi difetti e la sua complessità, come si fa a non vedere il profondo razzismo e classismo di chi vorrebbe costruire un'umanità nuova, migliore, priva di tradizioni e confini, di chi disprezza l'umanità per quello che è in nome di un prototipo ideale, universale e omologato?
Amate la vostra patria, qualunque essa sia, che sia Italia o Padania o Europa o Occidente, o qualunque altra, amate la vostra gente, parlate con la gente, capite la gente, il popolo non ha interessi particolari o poteri da difendere, rispettate le tradizioni e cercate sempre l'innovazione, non abbiate paura del progresso materiale e tecnologico.
Credete nella diversità libera e non eguale, la diversità, se è eguale non è diversità. Solo la libertà deve essere per tutti.
Amate la vostra patria, qualunque essa sia, che sia Italia o Padania o Europa o Occidente, o qualunque altra, amate la vostra gente, parlate con la gente, capite la gente, il popolo non ha interessi particolari o poteri da difendere, rispettate le tradizioni e cercate sempre l'innovazione, non abbiate paura del progresso materiale e tecnologico.
Credete nella diversità libera e non eguale, la diversità, se è eguale non è diversità. Solo la libertà deve essere per tutti.
Luci e ombre dell'appello di Calenda
L'appello di Calenda per un nuovo partito di centro liberaldemocratico alleato della sinistra-sinistra parte in maniera paradossale dall'idea che ormai tra la sinistra di Zingaretti e il centro liberale non ci siano più differenze, mentre oggi vivremmo un attacco alla democrazia liberale da parte della destra, per il quale dobbiamo stare tutti uniti contro questo pericolo nero. Allo stesso tempo però, a detta di Calenda, il senso di appartenenza dei due schieramenti interni al Pd (la sinistra-sinistra di Zingaretti e l'ala centrista dei postrenziani) necessita di una componente centro-liberale distaccata dal Pd(s). Come dire, io e Zingaretti la pensiamo ormai uguale su tutto, ma la base non capisce, è divisa e ha bisogno di una distinzione identitaria. Si tratta di una analisi non condivisibile e che infatti lo stesso Calenda contraddice nella seconda parte dell'appello, tra l'altro lanciando l'idea di primarie di coalizione per la leadership, che denota meno ingenuità rispetto alla stessa analisi di base dell'appello.
Innanzitutto non è vero che tra socialdemocratici italiani (ma sarebbe meglio parlare di postcomunisti) e liberali non ci siano più differenze. Se infatti nel corso del '900 i liberali hanno acquisito e interiorizzato molti elementi socialisti, come il diritto alla giusta retribuzione dei lavoratori, allo studio, alla casa, alla pensione, da coniugare però con la stabilità dei conti, lo sviluppo economico e la cooperazione tra classi, i postcomunisti italiani non hanno realmente acquisito e interiorizzato molto del liberalismo, mantenendo di fatto in vita i due capisaldi del comunismo novecentesco: il pregiudizio antiamericano e il pregiudizio sia verso gli imprenditori ma anche verso i ceti medi, che sarebbero però questi ultimi da attrarre per motivi tattici dalla propria parte, ovviamente in condizione di subalternità. Il tutto avendo ormai perso il voto operaio e di fatto rappresentando solo il mondo dei professionisti, degli intellettuali e delle arti, dello spettacolo e della comunicazione.
Ma infatti nella seconda parte dell'appello Calenda ci tiene a precisare che l'alleanza si romperebbe nel caso Zingaretti si alleasse con i grillini, di fatto rendendo concreta questa ipotesi. Ma perchè Zingaretti, che secondo Calenda è un liberale specchiato, dovrebbe allearsi con il partito più antiliberale e antidemocratico che esiste in Italia? Evidentemente l'ala di Zingaretti, che da anni considera i grillini dei compagni che sbagliano, non crede tanto nella democrazia liberale, quanto nel vecchio schema che in poche parole consiste in questo: Inventarsi un'inesistente emergenza sul ritorno del fascismo (incarnato ovviamente non dai 5 stelle ma da Salvini), chiamare tutti i "sinceri democratici" a raccolta mettendosi alla testa di una grande coalizione antifascista e costituzionale, a cui il centro e le altre sinistre si devono accodare in posizione subordinata. Questo schema, a dire il vero, non ha mai funzionato (sia con la svolta di Salerno, sia con il compromesso storico, sia in chiave antiberlusconiana), senza tener conto delle dissidenze all'estrema sinistra, o per l'emergere di un leader centrista che ha messo in minoranza la sinistra, la quale a questo punto torna alla lotta dura e pura abbandonando il centrosinistra non potendolo controllare e comandare, o per la netta affermazione della destra come negli anni '90, che però, è il caso di Berlusconi, non porta a nessun regime fascista.
Anche in questi mesi l'allarmismo sul ritorno dell'uomo nero strombazzato ai quattro venti dal mondo degli agit-prop e degli artisti militanti è stato smentito dal ridicolo risultato delle due liste di estrema destra, ferme allo 0,3 e 0,1 per cento alle ultime elezioni europee. Ovviamente si potrebbe dire che il voto neofascista è tutto confluito nella Lega di Salvini, che tra l'altro è stato alleato per un breve periodo con Casa Pound, per poi rompere, ma un sondaggio dell'istituto SWG dice che ad oggi solo il 27% degli elettori della Lega si definisce di destra, il 45% si definisce di centrodestra, il 12% non si colloca, il 7% si definisce di centro e il 9% di sinistra. Altri dati dicono che la metà degli operai italiani recatisi alle urne ha votato Lega, che il 10% dei tesserati della Cgil vota lega. Una situazione complessa, dati di certo da interpretare in vari modi, ma che sicuramente non prestano il fianco ai facili schematismi strumentali.
Innanzitutto non è vero che tra socialdemocratici italiani (ma sarebbe meglio parlare di postcomunisti) e liberali non ci siano più differenze. Se infatti nel corso del '900 i liberali hanno acquisito e interiorizzato molti elementi socialisti, come il diritto alla giusta retribuzione dei lavoratori, allo studio, alla casa, alla pensione, da coniugare però con la stabilità dei conti, lo sviluppo economico e la cooperazione tra classi, i postcomunisti italiani non hanno realmente acquisito e interiorizzato molto del liberalismo, mantenendo di fatto in vita i due capisaldi del comunismo novecentesco: il pregiudizio antiamericano e il pregiudizio sia verso gli imprenditori ma anche verso i ceti medi, che sarebbero però questi ultimi da attrarre per motivi tattici dalla propria parte, ovviamente in condizione di subalternità. Il tutto avendo ormai perso il voto operaio e di fatto rappresentando solo il mondo dei professionisti, degli intellettuali e delle arti, dello spettacolo e della comunicazione.
Ma infatti nella seconda parte dell'appello Calenda ci tiene a precisare che l'alleanza si romperebbe nel caso Zingaretti si alleasse con i grillini, di fatto rendendo concreta questa ipotesi. Ma perchè Zingaretti, che secondo Calenda è un liberale specchiato, dovrebbe allearsi con il partito più antiliberale e antidemocratico che esiste in Italia? Evidentemente l'ala di Zingaretti, che da anni considera i grillini dei compagni che sbagliano, non crede tanto nella democrazia liberale, quanto nel vecchio schema che in poche parole consiste in questo: Inventarsi un'inesistente emergenza sul ritorno del fascismo (incarnato ovviamente non dai 5 stelle ma da Salvini), chiamare tutti i "sinceri democratici" a raccolta mettendosi alla testa di una grande coalizione antifascista e costituzionale, a cui il centro e le altre sinistre si devono accodare in posizione subordinata. Questo schema, a dire il vero, non ha mai funzionato (sia con la svolta di Salerno, sia con il compromesso storico, sia in chiave antiberlusconiana), senza tener conto delle dissidenze all'estrema sinistra, o per l'emergere di un leader centrista che ha messo in minoranza la sinistra, la quale a questo punto torna alla lotta dura e pura abbandonando il centrosinistra non potendolo controllare e comandare, o per la netta affermazione della destra come negli anni '90, che però, è il caso di Berlusconi, non porta a nessun regime fascista.
Anche in questi mesi l'allarmismo sul ritorno dell'uomo nero strombazzato ai quattro venti dal mondo degli agit-prop e degli artisti militanti è stato smentito dal ridicolo risultato delle due liste di estrema destra, ferme allo 0,3 e 0,1 per cento alle ultime elezioni europee. Ovviamente si potrebbe dire che il voto neofascista è tutto confluito nella Lega di Salvini, che tra l'altro è stato alleato per un breve periodo con Casa Pound, per poi rompere, ma un sondaggio dell'istituto SWG dice che ad oggi solo il 27% degli elettori della Lega si definisce di destra, il 45% si definisce di centrodestra, il 12% non si colloca, il 7% si definisce di centro e il 9% di sinistra. Altri dati dicono che la metà degli operai italiani recatisi alle urne ha votato Lega, che il 10% dei tesserati della Cgil vota lega. Una situazione complessa, dati di certo da interpretare in vari modi, ma che sicuramente non prestano il fianco ai facili schematismi strumentali.
sabato 15 giugno 2019
Io sono un conservatore, non un reazionario
E' certo che il governo, non lo stato, il governo rappresentante del popolo, democratico, deve regolare il mercato. Siamo tutti d'accordo che le grandi corporations vanno tassate di più e non devono avere troppo potere. La cultura del limite, e perchè no dei confini, dovrebbe essere il minimo comune denominatore. E' chiaro anche che non tutto può essere sottoposto alle leggi di mercato. Per esempio il lavoro giornalistico e intellettuale non può sottoporsi totalmente al mercato, perchè compito dell'intellettuale è anche dire quello che la gente non vuole sentirsi dire, ma altresì capire anche le cause delle idee e delle opinioni della gente senza giudicare.
Un sano conservatorismo mi ha sempre portato a non buttare a mare tutto quello che era l'esperienza del comunismo novecentesco, oggi che invece intellettuali alla moda come Stigliz e Piketty ci dicono che dobbiamo buttare a mare tutto ciò che è liberalismo economico io mi oppongo. Non voglio tornare allo stato etico, al noi che viene prima dell'io, alla demonizzazione dei ricchi, allo statalismo assistenzialista. Senti questi moderni profeti e non dicono una parola sulla Cina, sul suo modello oppressivo, sulle battaglie di Hong Kong, dove stanno scoprendo che passare dal colonialismo britannico (e liberale) all'imperialismo comunista è forse peggiorare la propria condizione e non migliorarla.
Ti danno del reazionario per questo, ma reazionario è una cosa diversa, reazionario è chi vorrebbe tornare nel passato, reazionari sono quelli che vogliono riproporre i modelli socialisti e socialdemocratici del '900, gli ecologisti estremisti che odiano la modernità, chi odia il progresso industriale e tecnologico, la società dei consumi, invece il conservatore è colui che vive nel presente ma non rinnega il passato e sa coniugare modernità con ciò che è giusto conservare, senza nostalgismi e rancori.
Perciò il conservatore di oggi è chi difende la modernità, mentre il rivoluzionario è un reazionario e non è così dissimile dai populisti.
Un sano conservatorismo mi ha sempre portato a non buttare a mare tutto quello che era l'esperienza del comunismo novecentesco, oggi che invece intellettuali alla moda come Stigliz e Piketty ci dicono che dobbiamo buttare a mare tutto ciò che è liberalismo economico io mi oppongo. Non voglio tornare allo stato etico, al noi che viene prima dell'io, alla demonizzazione dei ricchi, allo statalismo assistenzialista. Senti questi moderni profeti e non dicono una parola sulla Cina, sul suo modello oppressivo, sulle battaglie di Hong Kong, dove stanno scoprendo che passare dal colonialismo britannico (e liberale) all'imperialismo comunista è forse peggiorare la propria condizione e non migliorarla.
Ti danno del reazionario per questo, ma reazionario è una cosa diversa, reazionario è chi vorrebbe tornare nel passato, reazionari sono quelli che vogliono riproporre i modelli socialisti e socialdemocratici del '900, gli ecologisti estremisti che odiano la modernità, chi odia il progresso industriale e tecnologico, la società dei consumi, invece il conservatore è colui che vive nel presente ma non rinnega il passato e sa coniugare modernità con ciò che è giusto conservare, senza nostalgismi e rancori.
Perciò il conservatore di oggi è chi difende la modernità, mentre il rivoluzionario è un reazionario e non è così dissimile dai populisti.
mercoledì 12 giugno 2019
Elogio del culto della personalità
L'intervento di Verdelli il direttore della Repubblica, su Berlinguer, è un vero e proprio esempio di discorso antistorico. Dire che Berlinguer esaltava il noi contro l'io (ovviamente in chiave antirenziana) vuol dire negare il culto della personalità che la base comunista aveva nei confronti del leader segretario sardo. E non si tratta di un caso, è lo stesso culto della personalità per Togliatti, per Stalin, per Mao, per Lenin, che i militanti comunisti hanno sempre avuto (e non hanno avuto per i Longo, per i Kruscev e per gli altri leader custodi dell'ortodossia), cioè per il grande io creativo che ha saputo reinterpretare il marxismo fuori dagli schemi e dalle ortodossie, innovandolo nella modernità e nella storia, dandogli quel pragmatismo unito allo stesso tempo alla coerenza e al legame con le radici. Il culto della personalità, e lo dico da liberale, è uno degli aspetti più nobili e positivi della storia del comunismo, è una esaltazione dell'individuo, della meritocrazia infiltrata nel conformismo di partito, fermo restando che invece le devastazioni del comunismo non le produssero tanto i grandi leader, a differenza di quanto si pensa, senza negare le loro responsabilità, ma il noi impersonale delle burocrazie, il democraticismo irresponsabile della dittatura della maggioranza, i solerti funzionari.
La vera origine dell'Europa
Il discorso di Helmut Schmidt del 2011, ripubblicato dal Foglio sabato scorso, meriterebbe di essere riletto. Il leader socialdemocratico tedesco, uno dei padri dell' Unione europea, ricorda come l'integrazione non nasce per motivi ideali, come vorrebbero farci credere gli ultraeuropeisti, ma per motivi storici ed economici. Il primo motivo è che una rinascita della Germania non doveva avvenire nell'isolamento, ma all'interno di un processo europeo, per prevenire le tendenze espansionistiche dello stato teutonico, laddove la Germania non avrebbe dovuto mai imporre il proprio modello di sviluppo, ma al contrario farsi carico degli stati periferici. L'altro motivo, più noto, è la necessità di competere in un mondo dove gli stati del terzo mondo non sono più terzo mondo, ma le nuove potenze mondiali. Meno chiaro nel discorso il suo rapporto con gli Stati Uniti d'America.
Altro aspetto è la necessità di una democratizzazione dell'Unione, lo stesso Schmidt ricorda come l'unico organo eletto è il parlamento europeo, il quale però ha poco potere e che invece dovrebbe essere centrale.
Altro aspetto è la necessità di una democratizzazione dell'Unione, lo stesso Schmidt ricorda come l'unico organo eletto è il parlamento europeo, il quale però ha poco potere e che invece dovrebbe essere centrale.
martedì 11 giugno 2019
Il gay pride a Gerusalemme
Il gay pride a Gerusalemme non dimostra solo che lo stato ebraico non può essere equiparato all'Iran, che Israele senza ombra di dubbio è l'unica democrazia del medio oriente, ma anche che i diritti dei gay a differenza che in Europa non sono subordinati all'ideologia politica e all'egemonia della sinistra, ma sono in quanto tali.
lunedì 10 giugno 2019
La natura del conflitto contemporaneo / 2
... D'altra parte che sull'immigrazione si sconti uno scontro di natura religiosa, che molto ha a che vedere sul rapporto di cristianesimo ed ebraismo con l'Islam, lo conferma il fatto che un'analisi marxista e laica dei fenomeni migratori poco può aver a che fare su questioni morali e invece dovrebbe basarsi sulla capacità che i migranti hanno di integrarsi nelle classi lavoratrici autoctone e quanto invece non risultino una manodopera di riserva che fa concorrenza alla classe operaia locale accettando salari più bassi e meno diritti (e da questo punto di vista non è un caso che i maggiori fautori dell'immigrazione sono certe aziende accusate di una certa spregiudicatezza nei rapporti coi lavoratori). D'altra parte gli eredi del marxismo hanno da tempo abbandonato la working class occidentale, rea di eccesso di riformismo e patriottismo, vedendo nei migranti il nuovo proletariato senza nazione, cosa che poi è tutta da vedere.
La nuova guerra della sinistra contro il mondo reale
Il nuovo schema della sinistra-sinistra è oggi ripetuto a macchinetta. Dopo l'ennesima sconfitta, arriva il momento dell'autocritica, che da sempre serve in realtà a rovesciare strumentalmente le responsabilità sui riformisti e i centristi, imputando a sè stessi al massimo qualche errore di comunicazione.
Ma vediamo il nuovo schema: Il liberalismo e la globalizzazione producono diseguaglianze, le diseguaglianze generano insicurezza, quindi paura che sfociano nel razzismo e nell'odio verso il diverso e i migranti. Quindi in ultima analisi, è tutta colpa dei liberali. La facile soluzione: Abbandoniamo la stagione dei Blair, dei Clinton e dei Renzi e torniamo a fare i socialcomunisti tout court cavalcando la tigre populista e dirottandola dalla nostra parte, et voilà, torneranno gli anni ruggenti.
La realtà, bontà sua, è un po' più complessa, la globalizzazione stessa è qualcosa di più complesso e chiama in causa un paese chiamato Cina, che è per nulla liberale e molto comunista. Le diseguaglianze nascono dalla concorrenza (sleale) della Cina e dalle delocalizzazioni delle aziende occidentali, non dal libberismo o dal liberalismo, ma da una dialettica sbagliata tra Occidente e Oriente. Il "segreto" della vittoria di Trump tra i ceti medi e operai nasce proprio dall'aver denunciato l'appeasement del mondo in generale liberale - nel senso ampio del termine e non in senso stretto liberista, ma anche quello di sinistra - nei confronti del comunismo cinese, dove peraltro liberal negli Usa significa sinistra socialista.
L'illusione meccanicistica che introdurre il capitalismo nella struttura economica del paese orientale avrebbe automaticamente trasformato le sovrastrutture politiche e culturali di quel paese in liberaldemocratiche o in una sorta di socialdemocrazia si è scontrata con la realtà, dove, come avevano capito Lenin e Gramsci, le sovrastrutture possono essere autonome e più potenti della struttura economica, a differenza del credo dell'economia classica anglosassone, a cui invece Marx faceva maggiore riferimento.
D'altra parte questo ci dice anche non c'è un nesso diretto tra democrazia, libertà e capitalismo, ma è frutto di un lavoro politico, culturale, quotidiano proprio del genio umano e soggettivo, perchè la politica è l'arte dell'equilibrio e non delle contrapposizioni schematiche, degli automatismi meccanicistici e deterministici o delle crociate ideologiche.
Il sovranismo di Trump altri non è aver detto la verità, cioè che la lotta tra stati e la geopolitica non è mai morta con la globalizzazione, che a sua volta è una cosa articolata. La guerra della sinistra contro Trump non è la nuova resistenza contro il nazismo, ma è la solita guerra contro la realtà e il mondo reale che dagli anni '70 la sinistra, sempre più estranea al mondo produttivo e ai processi storici, porta avanti. Trump ovviamente può sbagliare, la sua tattica e la sua strategìa possono essere sbagliate, solo la storia e l'esperienza lo diranno, che poi sia antipatico o simpatico è questione di gusti personali e tifoserìe ultrà, ma lo scontro non è più tra destra e sinistra, ma tra mondo reale e mondo ideologico, tra chi si capisce da che parte sta e chi non si capisce da che parte sta o sogna di resuscitare l'imperialismo europeo.
Va da sè che il tema fuorviante delle "diseguglianze" è ampiamente soppravalutato, il vero motivo della vittoria di Trump in America e dei sovranisti-populisti in Europa è quello dell'immigrazione, o meglio è frutto di una risposta dei ceti medi e del popolo rispetto a chi dice che "non ci deve essere un limite all'accoglienza", a chi giustifica, se non alimenta, l'immigrazione clandestina, a chi pretende che le nazioni, i popoli, i territori e le comunità vadano aboliti in nome di un universalismo astratto.
Va da sè che il tema fuorviante delle "diseguglianze" è ampiamente soppravalutato, il vero motivo della vittoria di Trump in America e dei sovranisti-populisti in Europa è quello dell'immigrazione, o meglio è frutto di una risposta dei ceti medi e del popolo rispetto a chi dice che "non ci deve essere un limite all'accoglienza", a chi giustifica, se non alimenta, l'immigrazione clandestina, a chi pretende che le nazioni, i popoli, i territori e le comunità vadano aboliti in nome di un universalismo astratto.
lunedì 3 giugno 2019
La natura del conflitto contemporaneo
Quello a cui stiamo assistendo è qualcosa di molto lontano dalle versioni novecentesche di destra e sinistra, ma anche in larga parte distante dalla dicotomia antifascismo-fascismo. Il conflitto in atto è un conflitto interno sia al cristianesimo che all'ebraismo, tra due concezioni delle cultura giudaico-cristiana. Da una parte prevale il concetto di universalismo, cosmopolitismo, fratellanza, insite nelle due religioni, dall'altra il concetto altrettanto fondamentale di comunità, soppravvivenza, libero arbitrio, libertà individuale. Si tratta di un conflitto tra la visione ebraica di un filantropo come Soros e quella più realista del sionismo. Quest'ultimo è il punto più avanzato del pensiero ebraico, capace di coniugare i vari elementi del proprio pensiero tradizionale con i tre grandi filoni contemporanei del pensiero moderno: patriottismo democratico, liberalismo e socialdemocrazia. Solo la sintesi e un punto d'incontro tra le due tesi in conflitto permetterà all'occidente di risollevarsi, evitando la rinascita del totalitarismo e delle autocrazie di stampo orientale.
Cos'è l'Europa
Zingaretti da mesi ripete che grillini e Salvini sono "divisi su tutto", ma poi non si dividono mai. Calenda chiede il permesso a Zingaretti di fare un centro liberaldemocratico, ma rigorosamente sotto l'egemonia culturale di quel miscuglio tardoberlingueriano di togliattismo e movimentismo di ritorno. La Bonino chiede il permesso al marpione democristiano Tabacci di fare un nuovo partito radicale integral-europeista. Ma poi cos'è l'Europa, un terzaposizionismo, una terza via, il terzo polo imperialista, un avamposto cinese, l'ultimo covo degli antisemiti di varia natura ed estrazione? Spiegatemi meglio. Donald Trump con la nuova pettinatura sta benissimo, una città in Israele avrà il suo nome, anche gli arabi si sono rotti le palle di Hamas, solo la Mogherini gli porta il caffè.
martedì 28 maggio 2019
Cosa dicono i voti assoluti alle europee 2019
I voti in termini assoluti dicono sempre qualcosa di diverso dalle percentuali. Alle ultime europee il Pd guadagna cinque punti percentuali, ma perde centomila voti rispetto alle politiche del 2018, I 5 stelle perdono oltre 6 milioni di voti, la lega guadagna 3,4 milioni di voti, Forza Italia perde oltre due milioni di voti, Fratelli d'Italia guadagna 300000 voti.
Molti dei voti persi dai grillini vanno in astensione, ma evidente il travaso interno verso Salvini, sopratutto al sud, irrilevante il "rientro" nel Pd del voto rosso-grillino. Salvini inoltre assorbe ancora parte di Forza Italia.
Molti dei voti persi dai grillini vanno in astensione, ma evidente il travaso interno verso Salvini, sopratutto al sud, irrilevante il "rientro" nel Pd del voto rosso-grillino. Salvini inoltre assorbe ancora parte di Forza Italia.
Scenari 2020
Il quadro politico nazionale si sta sempre più delineando. Salvini è il vincitore, una volta vinta la battaglia sull'immigrazione, ora è atteso al varco del tema che diventerà primario nei prossimi mesi: l'economia: se la flat tax funzionerà il leader leghista potrebbe sfondare il 40% assorbendo anche Fratelli d'Italia, altrimenti cadrebbe in crisi.
Nell'area di centrosinistra l'unità è solo apparente, Zingaretti è il segretario, ma Calenda è il candidato che ha preso più preferenze sfiorando le 300000. Un eventuale partito Renzi-Calenda potrebbe partire da una base del 10% e puntare al 20. La rifondazione del Pds si fossilizzerebbe intorno al 10-15%, incapace di attrattiva esterna. A questo punto partirebbe la caccia ai voti in uscita dai grillini e da Forza Italia. Questi ultimi sarebbero preda in parte di Salvini e in parte di Renzi-Calenda, il voto grillino invece è molto più variegato e mobile di quanto si possa pensare, ma in qualche maniera il voto rosso-grillino è già rientrato nel Pd-pds e sarebbe ancora una volta una contesa Salvini-Calenda. Si tratta di un voto principalmente meridionale, quindi molto dipenderebbe da cosa vuole fare il sud, pretendere ancora assistenzialismo o puntare su una svolta. In questo senso se il voto politico del 2018 ha tratto una cartina geografica che sembrava quasi preunitaria, con il regno delle due sicilie legato ai 5 stelle e al redditto di cittadinanza, lo sfondamento di Salvini al sud in queste europee mostra una realtà maggiormente contradditoria, a suo modo una voglia di cambiare.
Nell'area di centrosinistra l'unità è solo apparente, Zingaretti è il segretario, ma Calenda è il candidato che ha preso più preferenze sfiorando le 300000. Un eventuale partito Renzi-Calenda potrebbe partire da una base del 10% e puntare al 20. La rifondazione del Pds si fossilizzerebbe intorno al 10-15%, incapace di attrattiva esterna. A questo punto partirebbe la caccia ai voti in uscita dai grillini e da Forza Italia. Questi ultimi sarebbero preda in parte di Salvini e in parte di Renzi-Calenda, il voto grillino invece è molto più variegato e mobile di quanto si possa pensare, ma in qualche maniera il voto rosso-grillino è già rientrato nel Pd-pds e sarebbe ancora una volta una contesa Salvini-Calenda. Si tratta di un voto principalmente meridionale, quindi molto dipenderebbe da cosa vuole fare il sud, pretendere ancora assistenzialismo o puntare su una svolta. In questo senso se il voto politico del 2018 ha tratto una cartina geografica che sembrava quasi preunitaria, con il regno delle due sicilie legato ai 5 stelle e al redditto di cittadinanza, lo sfondamento di Salvini al sud in queste europee mostra una realtà maggiormente contradditoria, a suo modo una voglia di cambiare.
lunedì 27 maggio 2019
Il voto europeo smentisce il catastrofismo, ma l'Italia è isolata
Le elezioni europee sono andate esattamente come i sondaggi da mesi predicevano. Ascesa dei liberali e dei Verdi, arretramento di socialisti e popolari che però tengono, non sfondano i sovranisti e cala la sinistra radicale. Tutto il catastrofismo di questi mesi è stato smentito.
A livello geografico in EstEuropa e SudEst (dai Baltici alla Grecia) c'è una netta affermazione dei popolari o dei liberali europeisti, ma bastava conoscere un po' di storia per capire che era improbabile una vittoria del sovranismo filorusso tra popoli che da decenni cercano di affrancarsi dalla cappa russa. Ci sarebbe l'eccezione di Orban in Ungheria, ma non dimentichiamo che, seppur sospeso, Orban appartiene ai popolari, non ai sovranisti. Più complessa la situazione in Polonia.
In Germania e in Austria tiene bene il centro popolare, anche qui è stata fatta parecchia disinformazione sul premier austriaco Kurz, dipinto addirittura come un nazista e che invece si appresta a mettere nell'angolo i sovranisti filorussi. In Inghilterra e in Francia invece si sta creando un nuovo bipolarismo con i liberali da una parte e i sovranisti-populisti dall'altra, mentre la sinistra tradizionale laburista-socialdemocratica e la destra tradizionale conservatrice sono in declino. Vince la sinistra moderata e bene i liberali anche in Spagna, grande divisione in Olanda e Belgio, anche nei paesi scandinavi, ma con una tendenza socialdemocratica che prevale, rosso il Portogallo. Per quanto riguarda i Verdi si affermano in Germania, Francia, Irlanda, paesi scandinavi.
L'unica anomalia è l'Italia, dove permane una sinistra ideologica del passato, che alimenta la vittoria dei sovranisti locali con improbabili campagne sul ritorno dell'uomo nero, buone solo a mobilitare un gregge ormai sempre più ristretto e canuto, rinchiuso in un cappa di vetro fatta di contromanifestazioni anni '70 e lenzuolate anni '90. L'Italia è l'unico paese a non eleggere nemmeno un parlamentare nel gruppo liberaldemocratico, a causa anche dell'improbabile offerta di Più Europa, con cariatidi come Bonino e vecchi marpioni democristiani come Tabacci ancora in campo a occupare lo spazio. L'isolamento è totale, si tratta del paese col tasso di crescita più basso in Europa, sceso dal 1,7 dei governi Renzi-Gentiloni all'attuale 0, ma gli italiani passano le giornate a scannarsi sui migranti, che nel frattempo stanno scappando tutti. Risulta tutto sommato positivo il travaso di voti dai grillini a Salvini, in quanto i primi sono molto peggio del secondo e hanno in campagna elettorale fatto una proposta basata sul peggior sinistrismo giustizialista e No Tav, alimentando un finto antifascismo strumentale e ipocrita.
A livello geografico in EstEuropa e SudEst (dai Baltici alla Grecia) c'è una netta affermazione dei popolari o dei liberali europeisti, ma bastava conoscere un po' di storia per capire che era improbabile una vittoria del sovranismo filorusso tra popoli che da decenni cercano di affrancarsi dalla cappa russa. Ci sarebbe l'eccezione di Orban in Ungheria, ma non dimentichiamo che, seppur sospeso, Orban appartiene ai popolari, non ai sovranisti. Più complessa la situazione in Polonia.
In Germania e in Austria tiene bene il centro popolare, anche qui è stata fatta parecchia disinformazione sul premier austriaco Kurz, dipinto addirittura come un nazista e che invece si appresta a mettere nell'angolo i sovranisti filorussi. In Inghilterra e in Francia invece si sta creando un nuovo bipolarismo con i liberali da una parte e i sovranisti-populisti dall'altra, mentre la sinistra tradizionale laburista-socialdemocratica e la destra tradizionale conservatrice sono in declino. Vince la sinistra moderata e bene i liberali anche in Spagna, grande divisione in Olanda e Belgio, anche nei paesi scandinavi, ma con una tendenza socialdemocratica che prevale, rosso il Portogallo. Per quanto riguarda i Verdi si affermano in Germania, Francia, Irlanda, paesi scandinavi.
L'unica anomalia è l'Italia, dove permane una sinistra ideologica del passato, che alimenta la vittoria dei sovranisti locali con improbabili campagne sul ritorno dell'uomo nero, buone solo a mobilitare un gregge ormai sempre più ristretto e canuto, rinchiuso in un cappa di vetro fatta di contromanifestazioni anni '70 e lenzuolate anni '90. L'Italia è l'unico paese a non eleggere nemmeno un parlamentare nel gruppo liberaldemocratico, a causa anche dell'improbabile offerta di Più Europa, con cariatidi come Bonino e vecchi marpioni democristiani come Tabacci ancora in campo a occupare lo spazio. L'isolamento è totale, si tratta del paese col tasso di crescita più basso in Europa, sceso dal 1,7 dei governi Renzi-Gentiloni all'attuale 0, ma gli italiani passano le giornate a scannarsi sui migranti, che nel frattempo stanno scappando tutti. Risulta tutto sommato positivo il travaso di voti dai grillini a Salvini, in quanto i primi sono molto peggio del secondo e hanno in campagna elettorale fatto una proposta basata sul peggior sinistrismo giustizialista e No Tav, alimentando un finto antifascismo strumentale e ipocrita.
mercoledì 22 maggio 2019
Nuovi scenari internazionali
Uno scenario redatto dal Foglio nella giornata di oggi su un nuovo partito liberale filoatlantico che potrebbe nascere nei prossimi mesi, qualcosa che potrebbe andare da Giorgetti a Renzi (?), passando per Zaia, Maroni, Cattaneo, Calenda. Da una parte quindi ci sarebbe una sinistra filofrancese, equidistante tra Cina e Usa, tra Israele e Iran, una estrema sinistra rossobruna filocinese e filorussa, dall'altra una estrema destra rossobruna filocinese e filorussa e invece un nuovo sinistracentrodestra europeista sì, ma che non sia equidistante tra Cina e Usa, tra Israele e Iran, ma faccia una scelta di campo precisa, pur nella sua autonomia. Vedremo se andrà così.
sabato 18 maggio 2019
La sinistra secondo Peter Gomez
Sentivo il direttore del Fatto Quotidiano Peter Gomez dire davanti ad un estasiato Scanzi che essere di sinistra vuol dire stare dalla parte dei poveri contro i ricchi, a me sembra tutto molto schematico e riduttivo, a me da Marx in poi hanno insegnato che essere di sinistra vuol dire stare dalla parte di chi lavora, di chi produce, essere di sinistra vuol dire stare con chi innova, guarda al futuro, al progresso, alle riforme, ma anche di chi difende un senso di appartenenza, di identità, che non spara sul quartier generale e la propria comunità. Ridurre la sinistra invece al pauperismo fa il gioco della destra, il populismo alla fine è di destra o si allea con la destra, come si è visto anche recentemente.
venerdì 17 maggio 2019
Africa sballata
Cose idiote che può fare la sinistra. Riportare al centro del dibattito il tema dell'immigrazione, l'unico dove Salvini vince. Fatto.
Gli immigrazionisti sognano di portare qui tutta l'Africa, per ritrovarsi nelle strade a ballare a piedi nudi. Sono infatti convinti che i negri vivano ancora nelle tende e siano dei buoni selvaggi non corrotti dal progresso e dalla modernità che passano le giornate a ballare e a fare riti pagani. Gli antiimmigrazionisti sono terrorizzati all'idea che tutta l'Africa venga qua a stuprargli mogli e madri.
La realtà è un'altra ed è che nessuno vuole venire a vivere in Italia. Gli africani vogliono progresso, tecnologia, modernità, non la decrescita (in)felice e poi scusa ma tua moglie è un cesso.
Gli immigrazionisti sognano di portare qui tutta l'Africa, per ritrovarsi nelle strade a ballare a piedi nudi. Sono infatti convinti che i negri vivano ancora nelle tende e siano dei buoni selvaggi non corrotti dal progresso e dalla modernità che passano le giornate a ballare e a fare riti pagani. Gli antiimmigrazionisti sono terrorizzati all'idea che tutta l'Africa venga qua a stuprargli mogli e madri.
La realtà è un'altra ed è che nessuno vuole venire a vivere in Italia. Gli africani vogliono progresso, tecnologia, modernità, non la decrescita (in)felice e poi scusa ma tua moglie è un cesso.
Centro estremo per Di Maio
Sono un antigrillino della prima ora, ma Di Maio o chi lo consiglia si sta dimostrando il politico più sottovalutato della scena. La rimonta nei sondaggi dopo un anno di emorragia passa attraverso una svolta che non definirei di sinistra, ma moderata, mantenendo però la linea giustizialista. Il vento sta cambiando, si torna a vincere al centro e Salvini ne è rimasto spiazzato, gli anni dieci e i loro estremismi sono finiti e i 5 stelle hanno fiutato l'aria per primi. Attenzione però, la svolta moderata di Di Maio come detto non abbandona la dicotomia onesti-disonesti, la retorica totalitaria che tutti gli avversari politici sono ladri da mettere in galera rimane e mentre l'antifascismo militonto e pavloviano scende in piazza contro il neoduce Salvini, i 5 stelle si preparano a chiudere i battenti a Radio Radicale.
sabato 23 marzo 2019
Tra Obama e Trump, l'America deve trovare la soluzione
Il governo 5 stelle-Lega è pieno di contraddizioni, ma non sono quelle che immagina Zingaretti. L'enorme contraddizione non è insita nel partito di Casaleggio, ma in quello di Salvini. La turnè in Italia di Steve Bannon chiarisce le sfumature del populismo. L'ex ideologo di Trump non è affatto quel neonazista e seguace del Klu Klux Clan che dipingono. La sua posizione è invece apertamente prooccidentale e anticinese, certo, il suo punto debole è la mancanza di proposta, il suo attacco distruttivo all'Unione Europea, ma le questioni che pone sono reali: il tema dell'immigrazione incontrollata, il radicalismo islamico, i monopoli, lo sfruttamento delle nuove generazioni, dei lavoratori, seppur poste in maniera grossolana e manichea e senza soluzioni, puntando ai target sbagliati.
Allora è l'America che deve trovare un punto di contatto e uscire dalle divisioni in cui è caduta. Affrontare la minaccia cinese può voler dire, come pensa Trump, staccare il fasciocomunista Putin dal regime imperialcomunista cinese, a costo di inimicarsi l'Europa, oppure come pensava Obama ammansendo il nuovo impero orientale, facendo la guerra a Putin e tenendo buona l'Europa? Il giusto equilibrio va trovato. Ma poi, da che parte sta l'Europa nello scontro Cina-Usa?
In Italia l'esperimento populista sta franando, ma non è ai delusi dai 5 stelle che bisogna parlare, che poi sarebbero i No Tav, i No Tap, gli utopisti esaltati dell'immigrazione senza regole, ma al mondo produttivo deluso da Salvini, il quale appunto si è messo in mano al nuovo clientelismo democristiano a 5 stelle, a chi vuole farci colonizzare dalla Cina, a chi sostiene il dittatore Maduro, a chi non vuole i treni, le trivelle, i gasdotti, i vaccini, lo sviluppo delle forze produttive, in una parola il progresso, la modernità, cioè quello che un tempo era la bandiera della sinistra. Come può Salvini accettare tutto ciò e tenere i piedi in due scarpe?
Come vedete le categorie di destra e sinistra nel senso tardonovecentesco e bobbiano dei termini non hanno alcun significato in una analisi del genere, oggi stiamo entrando nel ventunesimo secolo e nei prossimi mesi le cose si delineereanno sempre di più.
Allora è l'America che deve trovare un punto di contatto e uscire dalle divisioni in cui è caduta. Affrontare la minaccia cinese può voler dire, come pensa Trump, staccare il fasciocomunista Putin dal regime imperialcomunista cinese, a costo di inimicarsi l'Europa, oppure come pensava Obama ammansendo il nuovo impero orientale, facendo la guerra a Putin e tenendo buona l'Europa? Il giusto equilibrio va trovato. Ma poi, da che parte sta l'Europa nello scontro Cina-Usa?
In Italia l'esperimento populista sta franando, ma non è ai delusi dai 5 stelle che bisogna parlare, che poi sarebbero i No Tav, i No Tap, gli utopisti esaltati dell'immigrazione senza regole, ma al mondo produttivo deluso da Salvini, il quale appunto si è messo in mano al nuovo clientelismo democristiano a 5 stelle, a chi vuole farci colonizzare dalla Cina, a chi sostiene il dittatore Maduro, a chi non vuole i treni, le trivelle, i gasdotti, i vaccini, lo sviluppo delle forze produttive, in una parola il progresso, la modernità, cioè quello che un tempo era la bandiera della sinistra. Come può Salvini accettare tutto ciò e tenere i piedi in due scarpe?
Come vedete le categorie di destra e sinistra nel senso tardonovecentesco e bobbiano dei termini non hanno alcun significato in una analisi del genere, oggi stiamo entrando nel ventunesimo secolo e nei prossimi mesi le cose si delineereanno sempre di più.
martedì 19 marzo 2019
gli sfigati di destra
Sfigati o fighetti? Gli ultimi 30 anni ci hanno detto che lo sfigato è di sinistra, il fighetto è di destra, ma forse le cose stanno cambiando o rimescolando. Succede, lo abbiamo visto tutti, che un leader "fighetto" come Renzi ha conquistato la sinistra, anche se sembra che ora ci sia un riflusso e una revenge degli sfigati di sinistra, ma dall'altra parte assistiamo alla inedita nascita degli sfigati di destra.. Pensate a Mario Giordano e a tutta quella destra che ribalta la questione e denuncia di essere discriminata dal razzismo antropologico di sinistra. Robert Hughes scrisse 30 anni fa "la cultura del piagnisteo", manifesto contro il politicamente corretto, cioè contro il vittimismo delle presunte minoranze di sinistra, ma se anche il politicamente scorretto inizia a lamentare di essere discriminato, di essere una minoranza, allora non è più politicamente scorretto, ma una nuova forma di politicamente coretto di destra, i nuovi sfigati con la vocina di Mario Giordano. Allora che succede, sta trionfando il politically correct di sinistra da una parte e il politically correct di destra dall'altra, è il trionfio degli sfigati, dei disadattati, dei Floris e dei Mario Giordano., delle Annunziata e dei Porro. Che sfiga.
venerdì 15 marzo 2019
Quell'amore pieno d'odio
Avere un ideale è una bella cosa se non diventa un millenarismo totalizzante, se dietro la maschera della solidarietà, della difesa dell'ambiente e dei diritti di genere non si nasconde un fanatismo rancoroso, se dietro la causa della salvezza del pianeta non si cela l'odio per il genere umano e dietro l'amore per l'umanità intera non si nasconde l'odio per una parte di esso, per la diversità e il particolare, se dietro il rispetto per le tradizioni e la nostalgìa del passato non si nasconde l'odio per la modernità, se dietro la causa della giustizia non si nasconde l'odio per la libertà.
domenica 3 marzo 2019
Centro e centrismi
C'è centrismo e centrismo. Un conto è il centrismo togliattiano, che teneva insieme Amendola e Secchia, un conto è il centrismo d'alemiano, che tiene insieme le brigate rosse e Prodi. Ne riparleremo.
Vengo anch'io no tu no
Il discorso di Zingaretti neoeletto segretario del Pd è stato un discorso molto impegnativo. Zingaretti apre a tutti, ai dissidenti dei 5 stelle, agli scissionisti, ma anche ai moderati. Apertura ai giovani, agli anziani, ai disoccupati, ai piccoli imprenditori, allo sviluppo economico e alla redistribuzione della ricchezza. Come tenere insieme tutte queste cose sarà compito del neosegretario, al di fuori della retorica, ma in maniera concreta. Ma come cantava Jannacci, il discorso di Zingaretti è stato come nella canzone del cantautore meneghino, "vengo anch'io, no tu no". "Venite tutti", ha scandito l'ex governatore del Lazio, tranne ovviamente uno, Matteo Renzi. La quantità di stoccate velenose e ingenerose verso l'ex segretario non si contano, da "basta col partito chiuso nelle stanze del potere", a "basta con i politicismi, con chi stai con chi", al "basta demonizzare la nostra storia", allo slogan "unità e cambiamento", che dice tutto, unità con tutti e cambiamento con la storia recente, unità tranne che con Renzi. Tutto bello, peccato che Renzi non sia l'uomo solo al comando, ma uno che ha un popolo, una base dietro, uno che da anni riempie piazze e teatri. Allora, non è tanto il disprezzo per Renzi, tanto per i suoi elettori che fa riflettere. Zingaretti apre a tutti, ai delusi dei 5 stelle, del Pd, di Forza Italia, tranne che i renziani. Zingaretti parla a chi non ha votato il Pd il 4 marzo, e va benissimo, un po' di gratidudine verso quel 18% di cittadini che il 4 marzo 2018 ha votato Pd non sarebbe stato male. Tanti auguri.
Iscriviti a:
Post (Atom)