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mercoledì 3 luglio 2019

Si delinea la strategia di Donald Trump

In Italia, a parte Molinari, il direttore della Stampa, e un altro paio di persone, nessuno degli espertoni e dei professoroni che scrivono sui giornali ha capito quale sia la strategia di Donald Trump. Nella migliore delle ipotesi gli danno del pazzo, nella peggiore lo insultano dandogli dell'idiota e dello stupid white american con quel razzismo tipico dell'euroaristocratico decadente. La cosa divertente è che riescono a dargli del guerrafondaio e dell'isolazionista contemporaneamente, a quanto arriva la stupidità. Anch'io ho creduto fosse un isolazionista, non certo guerrafondaio perchè o è una o l'altra, ma ora sta emergendo il suo piano.

Negli ultimi decenni, l'Occidente si è sempre rapportato con i regimi totalitari dividendoli al loro interno tra falchi e colombe, ortodossi-conservatori e riformisti-moderati. Di conseguenza l'occidente ha sempre tentato di trattare con quelli che riteneva colombe-moderati-riformisti e di combattere radicalmente quelli che riteneva falchi-ortodossi-conservatori.

Il problema è che i moderati-colombe-riformisti non lo erano affatto, ma bluffavano. Non lo era Gorbacev, non lo è Rohani in Iran, non lo era Deng Xiaoping in Cina, come non lo era Togliatti, non lo era Kruscev, non lo era Arafat. I veri riformisti, d'altronde, negli stati totalitari sono stati già tutti ammazzati o esiliati, non sono ai vertici del regime. L'incredibile abbaglio e dabbenaggine delle cancellerie, delle diplomazie e di tutti gli espertoni analisti di sta minchia che non hanno mai letto una riga di Lenin su tattica e strategia, ha portato l'occidente più volte sull'orlo del collasso e della sconfitta. Ci sono voluti personaggi fuori dall'ordinario come Churchill e Reagan per salvarlo, vedremo se Trump saprà ripercorrerne le orme.

Reagan capì che non doveva trattare con lo pseudoriformista Gorbacev, che stava facendo di tutto per salvare l'Unione Sovietica, a differenza di quello che credevano i comunisti complottisti e le anime belle in occidente, ma col comunista duro Eltsin, avendo capito che in ogni comunista duro batte un cuore nazionalista. Trump segue le orme, tratta direttamente non coi finti riformisti ma coi capi ortodossi o con il centro politico dei regimi totalitari, che sono altrettanto nazionalisti più che comunisti o islamici. La via è tracciata.






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