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domenica 3 marzo 2019
Vengo anch'io no tu no
Il discorso di Zingaretti neoeletto segretario del Pd è stato un discorso molto impegnativo. Zingaretti apre a tutti, ai dissidenti dei 5 stelle, agli scissionisti, ma anche ai moderati. Apertura ai giovani, agli anziani, ai disoccupati, ai piccoli imprenditori, allo sviluppo economico e alla redistribuzione della ricchezza. Come tenere insieme tutte queste cose sarà compito del neosegretario, al di fuori della retorica, ma in maniera concreta. Ma come cantava Jannacci, il discorso di Zingaretti è stato come nella canzone del cantautore meneghino, "vengo anch'io, no tu no". "Venite tutti", ha scandito l'ex governatore del Lazio, tranne ovviamente uno, Matteo Renzi. La quantità di stoccate velenose e ingenerose verso l'ex segretario non si contano, da "basta col partito chiuso nelle stanze del potere", a "basta con i politicismi, con chi stai con chi", al "basta demonizzare la nostra storia", allo slogan "unità e cambiamento", che dice tutto, unità con tutti e cambiamento con la storia recente, unità tranne che con Renzi. Tutto bello, peccato che Renzi non sia l'uomo solo al comando, ma uno che ha un popolo, una base dietro, uno che da anni riempie piazze e teatri. Allora, non è tanto il disprezzo per Renzi, tanto per i suoi elettori che fa riflettere. Zingaretti apre a tutti, ai delusi dei 5 stelle, del Pd, di Forza Italia, tranne che i renziani. Zingaretti parla a chi non ha votato il Pd il 4 marzo, e va benissimo, un po' di gratidudine verso quel 18% di cittadini che il 4 marzo 2018 ha votato Pd non sarebbe stato male. Tanti auguri.
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