Le elezioni europee sono andate esattamente come i sondaggi da mesi predicevano. Ascesa dei liberali e dei Verdi, arretramento di socialisti e popolari che però tengono, non sfondano i sovranisti e cala la sinistra radicale. Tutto il catastrofismo di questi mesi è stato smentito.
A livello geografico in EstEuropa e SudEst (dai Baltici alla Grecia) c'è una netta affermazione dei popolari o dei liberali europeisti, ma bastava conoscere un po' di storia per capire che era improbabile una vittoria del sovranismo filorusso tra popoli che da decenni cercano di affrancarsi dalla cappa russa. Ci sarebbe l'eccezione di Orban in Ungheria, ma non dimentichiamo che, seppur sospeso, Orban appartiene ai popolari, non ai sovranisti. Più complessa la situazione in Polonia.
In Germania e in Austria tiene bene il centro popolare, anche qui è stata fatta parecchia disinformazione sul premier austriaco Kurz, dipinto addirittura come un nazista e che invece si appresta a mettere nell'angolo i sovranisti filorussi. In Inghilterra e in Francia invece si sta creando un nuovo bipolarismo con i liberali da una parte e i sovranisti-populisti dall'altra, mentre la sinistra tradizionale laburista-socialdemocratica e la destra tradizionale conservatrice sono in declino. Vince la sinistra moderata e bene i liberali anche in Spagna, grande divisione in Olanda e Belgio, anche nei paesi scandinavi, ma con una tendenza socialdemocratica che prevale, rosso il Portogallo. Per quanto riguarda i Verdi si affermano in Germania, Francia, Irlanda, paesi scandinavi.
L'unica anomalia è l'Italia, dove permane una sinistra ideologica del passato, che alimenta la vittoria dei sovranisti locali con improbabili campagne sul ritorno dell'uomo nero, buone solo a mobilitare un gregge ormai sempre più ristretto e canuto, rinchiuso in un cappa di vetro fatta di contromanifestazioni anni '70 e lenzuolate anni '90. L'Italia è l'unico paese a non eleggere nemmeno un parlamentare nel gruppo liberaldemocratico, a causa anche dell'improbabile offerta di Più Europa, con cariatidi come Bonino e vecchi marpioni democristiani come Tabacci ancora in campo a occupare lo spazio. L'isolamento è totale, si tratta del paese col tasso di crescita più basso in Europa, sceso dal 1,7 dei governi Renzi-Gentiloni all'attuale 0, ma gli italiani passano le giornate a scannarsi sui migranti, che nel frattempo stanno scappando tutti. Risulta tutto sommato positivo il travaso di voti dai grillini a Salvini, in quanto i primi sono molto peggio del secondo e hanno in campagna elettorale fatto una proposta basata sul peggior sinistrismo giustizialista e No Tav, alimentando un finto antifascismo strumentale e ipocrita.
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