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lunedì 9 dicembre 2019

Il capolavoro comunista

Da circa 100 anni a questa parte, alla base della linea del principale partito della sinistra c'è la profonda convinzione-consapevolezza di essere una minoranza nel Paese. Ciò ha comportato la necessità di limitare sempre e comunque la volontà popolare e di accrescere il potere degli organi non eletti dal popolo dello Stato, unitamente all'azione organizzata di occupazione di questi stessi organi e del loro controllo.

Il grande capolavoro comunicativo è stato quello di convincere buona parte dei liberali, dei "sinceri democratici" e dei moderati che questo non fosse altro che la trasposizione in Italia di quello che è l'equilibrio dei poteri tipico negli Stati liberali occidentali e non la versione soft delle dittature est-europee.

Questo capolavoro messo in piedi da Togliatti, dapprima accusato da molti supercomunisti ed estremisti di sinistra di essere revisionismo socialdemocratico, oggi è l'ultimo baluardo per questi stessi, oggi incanutiti, che si riscoprono strenui difensori della "democrazia costituzionale" e dall'altra parte continua a irretire tanti "sinceri democratici" e liberali.

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