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venerdì 13 dicembre 2019

Go Boris, go Tories

Non conoscevo molto Boris Johnson, ma è bastato poco per innamorarmi di lui. Persona estremamente colta, meticcia, mezzo ebreo, russo, inglese, turco, americano, circasso, invece sistematicamente dipinto come un buzzurro, ignorante e razzista dai mediocri e rancorosi egualitaristi. Autore di una biografia di Churchill di cui è un ammiratore, degno esponente del partito conservatore inglese, storicamente fatto di persone fuori dagli schemi come lo stesso Churchill, la Thatcher; amante della goliardia, del politicamente scorretto, orgogliosamente eterosessuale, virile, e amante delle donne in un'epoca in cui sembra quasi ci si debba vergognare di esserlo, ma estremamente rispettoso di tutte le tendenze sessuali da buon liberale, guida un governo composto da ministri che sono quasi tutti figli di immigrati e come tali sono contro una immigrazione incontrollata e una società universalista che distrugge le identità e le differenze culturali, nazionali, sociali, religiose, politiche.

La sua vittoria è schiacciante, dettata principalmente dai suoi meriti. E' già partito invece il processo all'avversario Corbyn e ai suoi presunti demeriti, accusato di essere stato troppo stalinista, quindi nazionalista, e non abbastanza europeista. In realtà il leader laburista in questo senso ha forse limitato i danni, mentre i demeriti degli avversari vanno ricercati in quella spocchia rosa-comunista e radical-chic di chi tratta le persone come stupide, in quell'esaltazione acritica della globalizzazione tutta a vantaggio della Cina e dell'Europa tutta a vantaggio di Francia e Germania, in quella svolta apocalittico-catastrofista-green semplicemente delirante e aristosinistronza che nega il diritto al consumo, alla scelta e allo sviluppo proprio ai ceti più bassi e medi.

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