Il discorso di Helmut Schmidt del 2011, ripubblicato dal Foglio sabato scorso, meriterebbe di essere riletto. Il leader socialdemocratico tedesco, uno dei padri dell' Unione europea, ricorda come l'integrazione non nasce per motivi ideali, come vorrebbero farci credere gli ultraeuropeisti, ma per motivi storici ed economici. Il primo motivo è che una rinascita della Germania non doveva avvenire nell'isolamento, ma all'interno di un processo europeo, per prevenire le tendenze espansionistiche dello stato teutonico, laddove la Germania non avrebbe dovuto mai imporre il proprio modello di sviluppo, ma al contrario farsi carico degli stati periferici. L'altro motivo, più noto, è la necessità di competere in un mondo dove gli stati del terzo mondo non sono più terzo mondo, ma le nuove potenze mondiali. Meno chiaro nel discorso il suo rapporto con gli Stati Uniti d'America.
Altro aspetto è la necessità di una democratizzazione dell'Unione, lo stesso Schmidt ricorda come l'unico organo eletto è il parlamento europeo, il quale però ha poco potere e che invece dovrebbe essere centrale.
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