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martedì 13 agosto 2019

La parabola di Renzi

Cantando come il concittadino Masini "quando sei desperado", Renzi tenta di tornare in pista con l'inciucio niente di meno che con... Grillo, che ci sta! Inutile ricordare che l'antigrillismo era il tratto distintivo di Renzi fino a ieri, avendo avuto il merito di sconfessare un governo Pd-M5s più volte in passato. Ma ora no, dopo aver temporeggiato per mesi non decidendosi a fondare il suo partito di centro indipendente, si ritrova spiazzato dalla mossa di Salvini e cerca di salvare la legislatura perchè in questo momento l'unica cosa che controlla sono i parlamentari del Pd. Se si votasse infatti Zingaretti eleggerebbe i suoi parlamentari e Renzi rimarebbe col cerino in mano. Emarginato nel Pd, senza più gruppo parlamentare, e senza un partito suo.

Ma già da mesi l'ex presidente del consiglio cercava di scavalcare Zingaretti a sinistra con una linea ondivaga, sconfessando Minniti e sè stesso sul buon lavoro fatto al governo contro l'invasione, arrivando a dire che non c'è mai stata nessuna invasione. Poi addirittura recitando anche lui il copione della grandemobilitazionecostituzionaleantifascista contro il nuovo, ennesimo, uomo nero. Non vedendo invece che Salvini sta prendendo la staffetta dello stesso precedente Renzi, avendo il leader leghista da mesi abbandonato la retorica passatista di com'era bello il mondo coi telefoni a gettoni, per passare a posizioni Sì Tav, Sì gasdotti, di conseguenza riposizionandosi anche sul piano geopolitico dall'asse Russia-Cina a posizioni pro Usa-Israele (da qui la bomba a orologeria confezionata dalla sinistra sui soldi di Putin). D'altra parte la rottura Grillini-Lega nasce da qui, sempre più filocinesi i pentastellati, sempre più vicino alla nuova promettente asse Usa-Inghilterra-Grecia-Israele (più paesi sunniti forse e la cerniera esteuropea) il leader della Lega.

Questo è quindi la fine di Renzi, da astro nascente della politica otto anni fa al patto Molotov-Ribbentropp di ferragosto al pesto con l'unno di Genova e la Taverna. Al mercato del pesce, altro che salviamo l'Italia dai barbari.

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