Per chi ancora non lo avesse capito, questo governo completamente delegittimato e impopolare, punta a vivacchiare fino al febbraio 2022, usando la retorica dell'emergenza Covid e in futuro chissà cosa ancora, non tanto per il recovery fund del 2021, di cui ancora non si capisce la portata, ma perchè nel febbraio 2022 si eleggerà il nuovo presidente della repubblica.
Questi posteggiatori abusivi di poltrone sanno perfettamente che perderanno le prossime elezioni, la loro unica ancora di salvezza è avere un presidente della repubblica controllato da loro che metta il veto alle leggi del prossimo governo di centrodestra.
Difatti a differenza di quello che vuole la vulgata, il presidente della Repubblica in Italia non è una figura simbolica, ma ha un potere enorme, anche se fino a Napolitano i precedenti Quirinali non lo avevano mai utilizzato fino in fondo. Ma il presidente della Repubblica invece decide quando sciogliere le camere e indire nuove elezioni, ha diritto di veto su ogni legge del parlamento e sulla composizione di ogni maggioranza parlamentare.
Per questo congelare tutto fino al febbraio 2022 è l'unica speranza di salvezza per il regime in salsa DDR-Iran-Cina dei grullopiddioti (espressione non mia, ma come si chiamavano tra loro quando fingevano di odiarsi) e i gruppuscoli di estrema sinistra che lo sostengono, aspettando di sapere cosa vorranno fare da grande Renzi e Calenda.
Dall'altra parte la riforma costituzionale non sarà un tema "sociale" e stringente, ma sul piano politico è prioritaria, da compiersi attraverso la elezione a suffragio universale del presidente della repubblica, svolta presidenzialista della repubblica, scioglimento delle camere e nuove elezioni in caso di caduta di un governo, abolizione dei senatori a vita.
Grande fu l'occasione persa quando una destra miope ed egemonizzata dalla sinistra non appoggiò la riforma costituzionale di Renzi e si fece irretire dai vecchi marpioni della sinistra catto-troschista. Ahimè. Lo schematismo destra-sinistra in salsa italico-novecentesca ancora ha fatto danni e non permette a questo paese di maturare, ma ne fa il Venezuela rossobruno d'Europa.
Finchè questo paese continuerà ad essere il paese del capitalismo di Stato e dell'Eni filoislamica di Mattei e non l'Italia degli Einaudi, rimarremo sempre una via di mezzo tra uno stato clerico-socialcomunista e una finzione di democrazia liberale, ma non non l'Italia reale dei ceti produttivi e industriali, delle piccole e medie imprese, dei comuni, delle regioni, del manifatturiero, degli artigiani, del turismo, della cultura, della ristorazione, dell'agricoltura e dell'alimentare.
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