Pagine

venerdì 20 marzo 2020

Note sulla questione in corso

La nostra costituzione ci ha plasmato per decenni, essa si basa sulla libertà, ma molto di più sul concetto di antidiscriminazione ed eguaglianza. Nessuno deve essere discriminato su sesso, religione, razza. La base storica del noto articolo nasce dallo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti. Si voleva evitare il ripetersi di un tale abominìo, ma si dimenticò che i nazisti non avevano mai discriminato gli ebrei, nel senso che non li avevano mai realmente considerati inferiori, stupidi, sfigati, non meritevoli, anzi, Hitler supponeva che gli ebrei dominavano il mondo in maniera occulta e a discapito degli interessi del popolo tedesco. La sua non era tanto una lotta razziale, non così tanto nazionale, ma di classe, contro un ceto "dominante". Il suo era un razzismo egualitario per unire il popolo ed eliminare gli ebrei dominanti, la sua una forma di socialismo in un solo paese, a cui per versi diversi arrivò anche Stalin in Russia.

Hitler, più che discriminare gli ebrei, negò loro il diritto ad esistere, dapprima in Germania, poi ovunque, esattamente come gli antisionisti oggi negano il diritto ad esistere di Israele. La sua era una volontà di eliminare, sterminare, per livellare, non discriminare. Oggi, noi vediamo come l'antirazzismo comunemente inteso si riduce al divieto di criticare il sesso, la religione, la cultura, la classe sociale, la nazionalità di ognuno, ma siccome come diceva Orwell "gli uomini sono tutti uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri", alla fine è vietato criticare solo un sesso, solo certe religioni, solo certe culture, nazionalità, classi sociali ed ideologie, mentre le altre vanno messe al pubblico ludibrio.

Ma prendendo per buona questa tesi in maniera coerente e tralasciando la sua doppiezza e ipocrisia, si chiarisce come questo tipo di egualitarismo annulla ogni forma di senso critico, distrugge la meritocrazia, nessun gruppo o individuo deve essere criticato, nessuno deve essere considerato più meritevole, più avanzato, progredito, altrimenti è "razzismo", quindi "fascismo" in ultima analisi "nazismo", cioè il male assoluto. E' una sorta di regno dei mediocri, ma come abbiamo visto poi qualcuno alla fine è "più uguale degli altri", mentre invece il nazismo era un'altra cosa.

Ma allora chi è sotto attacco? Più che i nazisti, i razzisti, ciò che è sotto attacco è l'idea positivista di progresso, più che Hitler sarebbero razzisti gli economisti che hanno coniato l'idea di "paesi in via di sviluppo", sarebbe razzista Marx, che parlava di come il socialismo poteva instaurarsi solo sulla base di una società capitalistica e avanzata, anche se storici acuti come Nolte hanno notato che anche già in Marx ci fosse una ambivalenza nel rapporto con la modernità industriale, borghese e liberale. Lenin però spostò già l'asse un po' più in là, decretando che anche in un paese arretrato come la Russia (lo definiva così lui, razzista forse?), poteva nascere il socialismo, bastava una classe di militanti-politici-intellettuali che guidassero ed educassero la masse incolte e arretrate. Dalla dittatura del proletariato, cioè la dittatura democratica della maggioranza, si passò alla dittatura delle avanguardie del proletariato, cioè minoranze borghesi convertite alla causa del proletariato.

Oggi la Cina raccoglie il testimone di Lenin, ha usato l'occidente per attrarre capitali, conoscenze tecnologiche, strumenti, ma il potere politico rimane saldamente in mano al nucleo leninista, la nuova borghesia che sorge non è libera, ma indottrinata e sottoposta al potere dello Stato e allo stesso tempo ne è parte. Chi credeva che la nascita di una borghesia negli ex paesi sottosviluppati avrebbe determinato meccanicamente un sistema politico liberaldemocratico, ha dimenticato proprio la lezione di Lenin e Gramsci, laddove le sovrastrutture godono della loro autonomia, a differenza di quello che credeva l'economicismo anglosassone e lo stesso Marx. Inoltre il '900 ha visto l'esplodere della struttura burocratica degli stati, che si pone sempre più al di sopra delle altre. nel frattempo il comunismo si è fatto sempre più geopolitico, fin da quando le rivoluzioni proletarie in occidente dopo la prima guerra mondiale sono fallite, il proletariato occidentale si è sempre più accostato ai ceti medi, l'originario mondialismo comunista e senza frontiere è quindi rimasto solo come arma propagandista per disarmare l'occidente che per reale convinzione, poi la crisi del 2008 e in qualche modo lo stesso connubio tra capitale occidentale e comunismo cinese ha portato ad una nuova rivolta dei ceti medi e del proletariato dell'ovest che si credevano integrati, ma anche in questo caso è stato usato dalla Cina e dal suo vassallo russo, che intanto Trump sta cercando di portare dalla sua parte.

Oggi quindi noi abbiamo una situazione in cui la Cina comunista e la sua borghesia tiene le redini del gioco, usa il capitalismo occidentale per crescere, usa il malcontento dei ceti medi e del proletariato occidentali per destabilizzare l'occidente, solo Trump ed Israele in questo momento sembrano in grado di opporsi. Quando l'Europa e la Russia si sveglieranno?






Nessun commento:

Posta un commento