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lunedì 10 aprile 2017

Perchè Renzi ridà il primato a politica e partito

Si può ironizzare sui proverbi di Bersani, ma su una cosa l'ex segretario del Pd è riuscito benissimo: Dipingere Renzi come un uomo solo al comando, in una parola uomo solo. Spariti d'incanto i due milioni di cittadini e persone che lo hanno eletto segretario nel 2013, i 12 milioni che lo hanno votato alle elezioni europee del 2014 e anche quel 40% di elettori che lo ha votato al referendum del 2016 "solo" contro tutti. Ora Renzi sta stravincendo il congresso 2017 tra gli iscritti al partito, ma l'immagine populista di Renzi solo, amico dei banchieri, dei petrolieri, dei tecnocrati, dei plutocrati e degli oligarchi è piuttosto passata nell'immaginario mediatico, ma di certo Renzi è solo tra i cattedratici, i giornalisti, i comici, i sindacalisti, i cantautori e i registi, tutto quel mondo che Togliatti volle coinvolgere per far uscire il partito dal settarismo militante, ma che hanno finito per mangiarsi il partito e la sinistra. Ora Renzi, invece, e a differenza dell'immagine che Bersani e D'alema gli hanno costruito addosso, sta ridando potere proprio al Partito, ai suoi militanti e simpatizzanti, ricostruendo una sinistra politico-popolare, meno cultural-morale. Bene.

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