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domenica 23 ottobre 2011

L'estate dell'antipolitica / parte 3

L'Estate dell'Antipolitica / Parte 3


Chiaramente non si tratta di vedere il fatto quotidiano et similia come un deus ex machina o di scadere nel complottismo. Candidati come pisapia e de magistris erano riusciti a coinvolgere importanti settori dell'antipolitica, che però hanno mantenuto l'impostazione antipolitica, si sapeva che c'era una dialettica che poteva volgere in un modo o nell'altro con questo elettorato. La bravura di Pisapia, Zedda e De magistris è stata proprio in questo, nell'ascoltare forme e persone lontane dalla politica, che nessuno aveva mai ascoltato o non in questo modo.
Pisapia ha interpretato consapevolmente questo ruolo di tramite tra la politica e cittadini rivolti all'antipolitica, cioè chiarendo in maniera netta che lui era politico e sul terreno della politica, de magistris invece è sembrato tentato di interpretare il ruolo della testa d'ariete dell'antipolitica per distruggere la politica, e l'evolversi della situazione nelle ultime settimane ha confermato quest'impressione.
Anche Vendola è apparso ondivago tra politica e antipolitica, e le prese di distanza di Pisapia da Vendola erano dovute a questo.
Credo però che la politica, dopo le elezioni, abbia distolto lo sguardo dalla società, e sia tornata alle sue diatribe autoreferenziali. La mancata indizione delle primarie in tempi brevi ha portato alla rottura con il Pd da parte di Vendola, che è così ritornato ad una retorica che ammica all'antipolitica e in alcuni casi scende sul suo terreno.
E' quindi chiaro cosa paralizza la politica e cosa favorisce l'antipolitica: La mancata decisione da parte di alcuni leaders della sinistra di scegliere se stare sul terreno della politica o dell'antipolitica, dando appunto un idea di debolezza, divisione e immobilismo, proprio dal momento in cui i leaders della sinistra civettano con l'antipolitica.
E' la vecchia retorica ingraiana del "sbagliate, ma in fondo avete ragione", del comunista supponente e ingenuo che crede di egemonizzare i "movimenti" e invece si fa egemonizzare.
8 settembre 2011

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