Il Pci nasce da una necessità storica, far uscire la sinistra dal linearismo positivista e idealistico del Psi, che spesso sfociava nel suo contrario massimalistico-nichilistico, e il Pci contemporaneamente nasce da una analisi sbagliata e per di più attraverso una lettura di fase tardiva di quell'analisi. L'analisi sbagliata era che il cosidetto bienno rosso fosse una situazione rivoluzionaria.
Da GIORGIO AMENDOLA
INTERVISTA SULL'ANTIFASCISMO
Ed. Laterza
Pagina 35
" Ripeto che ogni forza politica, che voglia contare, deve avevre una coscienza storica. Questo è un grande insegnamento di Gramsci: avere coscienza storica della propria funzione, il che vuol dire del posto che si è avuto, o che non si è avuto. Quindi è evidente che l'analisi che noi oggi facciamo della situazione italiana contraddice l'analisi che faceva Lenin nel '19. Ma Lenin stesso, nel '21 aveva già corretto l'analisi del '19. Nel '19 parlava di situazione rivoluzionaria in tutta Europa; nel ' 21 già tirava i remi in barca. Mentre invece in Italia soltanto nel '21 si cominciava ad applicare con una certa serietà l'analisi di due anni prima, che era già superata.
Infatti quandoi ha luogo il congresso di livorno, nel gennaio '21, già la situazione internazionale è cambiata, dopo l'arresto dell'avanzata sovietica in Polonia, ed è cambiata la situazione interna italiana, dopo l'occupazione delle fabbriche. Il congresso di Livorno si colloca all'inizio di una fase calante e continua invece ad affermare tesi che risalivano a due anni prima. (...)
Gramsci stesso, nei quaderni dal carcere, quelle posizoni del '19-'20 le rivede. A mio avviso mancò completamente la capacità di vedere come l'obbiettivo che si poneva in Italia in quel momento fosse un obbiettivo democratico avanzato, di repubblica democratica. Quando Gramsci dice: - o avremo una vittoria della rivoluzione, o ci sarà un periodo di reazione - quell' o significa, di fatto, indicare la prospettiva della sconfitta; già significa accettare l'ipotesi della vittoria della reazione. Perchè manca poi un'alternativa positiva che non sia quella, irrealizzabile, della rivoluzione socialista. Per evitare la reazione cos'era necessario? Noi oggi diciamo: ci vuole una certa politica e via di seguito. Questa indicazione positiva, concreta, allora mancò, e mancò in tutte le forze politiche; ossia mancò la capacità di individuare i problemi che in quel momento corrispondevano al grado di maturazione delle forze in Italia e del Paese. Mancò alla sinistra ma anche alla destra del movimento operaio. E di qui derivò la sconfitta. "
Da GIORGIO AMENDOLA
INTERVISTA SULL'ANTIFASCISMO
Ed. Laterza
Pagina 35
" Ripeto che ogni forza politica, che voglia contare, deve avevre una coscienza storica. Questo è un grande insegnamento di Gramsci: avere coscienza storica della propria funzione, il che vuol dire del posto che si è avuto, o che non si è avuto. Quindi è evidente che l'analisi che noi oggi facciamo della situazione italiana contraddice l'analisi che faceva Lenin nel '19. Ma Lenin stesso, nel '21 aveva già corretto l'analisi del '19. Nel '19 parlava di situazione rivoluzionaria in tutta Europa; nel ' 21 già tirava i remi in barca. Mentre invece in Italia soltanto nel '21 si cominciava ad applicare con una certa serietà l'analisi di due anni prima, che era già superata.
Infatti quandoi ha luogo il congresso di livorno, nel gennaio '21, già la situazione internazionale è cambiata, dopo l'arresto dell'avanzata sovietica in Polonia, ed è cambiata la situazione interna italiana, dopo l'occupazione delle fabbriche. Il congresso di Livorno si colloca all'inizio di una fase calante e continua invece ad affermare tesi che risalivano a due anni prima. (...)
Gramsci stesso, nei quaderni dal carcere, quelle posizoni del '19-'20 le rivede. A mio avviso mancò completamente la capacità di vedere come l'obbiettivo che si poneva in Italia in quel momento fosse un obbiettivo democratico avanzato, di repubblica democratica. Quando Gramsci dice: - o avremo una vittoria della rivoluzione, o ci sarà un periodo di reazione - quell' o significa, di fatto, indicare la prospettiva della sconfitta; già significa accettare l'ipotesi della vittoria della reazione. Perchè manca poi un'alternativa positiva che non sia quella, irrealizzabile, della rivoluzione socialista. Per evitare la reazione cos'era necessario? Noi oggi diciamo: ci vuole una certa politica e via di seguito. Questa indicazione positiva, concreta, allora mancò, e mancò in tutte le forze politiche; ossia mancò la capacità di individuare i problemi che in quel momento corrispondevano al grado di maturazione delle forze in Italia e del Paese. Mancò alla sinistra ma anche alla destra del movimento operaio. E di qui derivò la sconfitta. "
"Estremismo malattia infantile del comunismo, infantilismo malattia estrema del comunismo"
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