Il nevrotico è colui che ricade sempre negli stessi errori, lo schizofrenico è chi ha una doppia identità. Tutto ciò combacia perfettamente con la sinistra italiana. La sinistra ripete sempre lo stesso schema e la stessa linea da 70 anni, vive nella sindrome del "ritorno del fascismo", alimenta perciò la violenza e il terrorismo, salvo poi schizofrenicamente dissociarsi e condannarla. Accusa la Dc, Forza Italia e ora Salvini di golpe contro la democrazia, ma l'unico tentato colpo è stato quello delle Brigate Rosse e poi Mani Pulite. Si presenta come paladina della libertà, ma il suo sogno recondito è mettere in galera o ammazzare tutti gli avversari politici, per giustificarlo deve dire che sono tutti ladri o fascisti.
E' ormai sempre più consapevole di essere una minoranza nel Paese e sempre più lo sarà, e come diceva Marx, un ceto sociale o una parte politica in via d'estinzione è disposta a tutto pur di mantenere il proprio potere.
Blog che si occupa di geopolitica, politica italiana, storia del comunismo, della sinistra italiana e osservatorio sui movimenti estremistici e sul nuovo antisemitismo
martedì 30 luglio 2019
La storica ipocrisia dell'Europa
L'identità della sinistra europea si compone di due aspetti fondamentali: l'odio per gli Stati Uniti d'America e l'odio per chi crea ricchezza, il tutto si condensa nell'odio verso la democrazia liberale. L'America è il paese fondato dai proletari che fuggivano dalla povertà e dallo sfruttamento degli europei e da tutti coloro che sfuggivano dalle persecuzioni politiche e religiose del continente che oggi si è autoproclamato culla della civiltà.
L'odio verso l'America è l'odio degli aristocratici e degli sfruttatori verso i poveri e gli uomini liberi, anche se nel corso del '900 hanno imparato a riverniciare il loro odio di classe con l'"antiimperialismo". In realtà, il continente imperialista è sempre stato l'Europa e a parte l'Inghilterra, patria del liberalismo (ma non solo e a quanto pare oggi anche di islamocomunisti come Corbyn), paesi come Germania e Francia, per dirne due, non hanno nulla da insegnare in fatto di democrazia, libertà e diritti individuali. In Francia tagliavano le teste due secoli prima dell'Isis, la Germania ha prodotto il peggiore crimine della storia, l'olocausto. Se l'Europa ha vissuto 70 anni di pace, liberalismo, democrazia e sviluppo economico lo dobbiamo all'intervento americano contro Hitler e Mussolini. Quali particolari meriti avrebbe l'Europa?
Oggi gli europei di sinistra fanno la lezione agli americani sull'immigrazione, ma dovrebbero solo stare zitti per come hanno trattato i loro avi, ma inoltre bisognerebbe chiedersi se i nuovi migranti hanno davvero voglia di integrarsi nel rispetto dei valori, delle leggi e degli ideali americani. Il problema, oltre al fatto che letteralmente non si può accogliere tutti e anche un bambino lo capisce, sta tutto qui, anche se c'è chi fa finta di non vederlo.
L'odio verso l'America è l'odio degli aristocratici e degli sfruttatori verso i poveri e gli uomini liberi, anche se nel corso del '900 hanno imparato a riverniciare il loro odio di classe con l'"antiimperialismo". In realtà, il continente imperialista è sempre stato l'Europa e a parte l'Inghilterra, patria del liberalismo (ma non solo e a quanto pare oggi anche di islamocomunisti come Corbyn), paesi come Germania e Francia, per dirne due, non hanno nulla da insegnare in fatto di democrazia, libertà e diritti individuali. In Francia tagliavano le teste due secoli prima dell'Isis, la Germania ha prodotto il peggiore crimine della storia, l'olocausto. Se l'Europa ha vissuto 70 anni di pace, liberalismo, democrazia e sviluppo economico lo dobbiamo all'intervento americano contro Hitler e Mussolini. Quali particolari meriti avrebbe l'Europa?
Oggi gli europei di sinistra fanno la lezione agli americani sull'immigrazione, ma dovrebbero solo stare zitti per come hanno trattato i loro avi, ma inoltre bisognerebbe chiedersi se i nuovi migranti hanno davvero voglia di integrarsi nel rispetto dei valori, delle leggi e degli ideali americani. Il problema, oltre al fatto che letteralmente non si può accogliere tutti e anche un bambino lo capisce, sta tutto qui, anche se c'è chi fa finta di non vederlo.
domenica 28 luglio 2019
Qualcuno regali un libro di storia a Franceschini
Quindi Franceschini voleva fare il nuovo compromesso storico con chi sta con i No Tav? Qualcuno gli regali un libro di storia o gli spieghi che il compromesso storico il Pci lo fece con la Dc, non con le Brigate Rosse.
Il prezzo della libertà
A Hong Kong, a Mosca, a Caracas, in Sudan c'è chi combatte e muore per la libertà, in Val di Susa c'è chi manifesta contro un treno. Ma è il prezzo da pagare per la libertà, anche gli imbecilli hanno diritto di manifestare.
Perchè a sinistra comandano i mediocri?
In una recente intervista al corriere Occhetto ha definito veterobabbioni la parte del Pci con cui si scontrò 30 anni fa. Effettivamente non ricordo che allora usò questa espressione, evidentemente ha aspettato che fossero tutti morti per usarla, ma che l'Achille fosse un coniglio già si sapeva.
Il punto è che da decenni ormai la sinistra esprime dei leader che rifulgono solo in mediocrità e stupidità. Ma perchè a sinistra emergono solo le nullità? C'è una spiegazione tecnica, nel partito i giovani che fanno carriera sono quelli che vengono cooptati dall'alto, la selezione non avviene per merito, ma per "eredità". Sale chi si mette acriticamente all'ombra di qualche dirigente o anche chi è letteralmente parente di qualcuno già nel partito. L'unica eccezione è stato Renzi, che ha osato presentarsi alle primarie senza "padri nobili" alle spalle, anzi, addirittura sfidando la dirigenza. E infatti è l'unico leader che a sinistra ha denotato un minimo di fosforo, pur poi perdendosi nel tritacarne che gli hanno confezionato, ma per il resto abbiamo solo una ormai lunga sequenza di falliti e leccaculo come Cuperlo, Orfini, Bersani, Orlando, Fratoianni. Ma il motivo è questo, correlato ad uno più ideologico. Alla base teorica della sinistra c'è l'uguaglianza, l'idea che dobbiamo essere tutti uguali e sullo stesso piano, la sinistra odia i diversi (a differenza di quello che ipocritamente narra), le persone intelligenti, chi emerge dalla mediocrità.
Per cui la parabola storica è stata discendente: infatti, comunque la si pensi e indipendentemente dal giudizio storico, Togliatti, Gramsci, Terracini e Tasca erano dei geni, poi vennero Longo, Secchia, Berlinguer, che erano mediamente intelligenti ma privi di creatività e incapaci di inventare una nuova linea politica chiara e coerente, infine sono arrivati i culattoni raccomandati come Occhetto, i megalomani come D'alema, e gli sfigati come Veltroni, infine, all'ultimo stadio, i dementi ritardati come Cuperlo, Orfini, Bersani, Fratoianni, Boldrini, Orlando, Zingaretti. Quale sarà il quinto stadio? Se ci sarà o nel frattempo la sinistra, o perlomeno questa sinistra, si sarà estinta?
Il punto è che da decenni ormai la sinistra esprime dei leader che rifulgono solo in mediocrità e stupidità. Ma perchè a sinistra emergono solo le nullità? C'è una spiegazione tecnica, nel partito i giovani che fanno carriera sono quelli che vengono cooptati dall'alto, la selezione non avviene per merito, ma per "eredità". Sale chi si mette acriticamente all'ombra di qualche dirigente o anche chi è letteralmente parente di qualcuno già nel partito. L'unica eccezione è stato Renzi, che ha osato presentarsi alle primarie senza "padri nobili" alle spalle, anzi, addirittura sfidando la dirigenza. E infatti è l'unico leader che a sinistra ha denotato un minimo di fosforo, pur poi perdendosi nel tritacarne che gli hanno confezionato, ma per il resto abbiamo solo una ormai lunga sequenza di falliti e leccaculo come Cuperlo, Orfini, Bersani, Orlando, Fratoianni. Ma il motivo è questo, correlato ad uno più ideologico. Alla base teorica della sinistra c'è l'uguaglianza, l'idea che dobbiamo essere tutti uguali e sullo stesso piano, la sinistra odia i diversi (a differenza di quello che ipocritamente narra), le persone intelligenti, chi emerge dalla mediocrità.
Per cui la parabola storica è stata discendente: infatti, comunque la si pensi e indipendentemente dal giudizio storico, Togliatti, Gramsci, Terracini e Tasca erano dei geni, poi vennero Longo, Secchia, Berlinguer, che erano mediamente intelligenti ma privi di creatività e incapaci di inventare una nuova linea politica chiara e coerente, infine sono arrivati i culattoni raccomandati come Occhetto, i megalomani come D'alema, e gli sfigati come Veltroni, infine, all'ultimo stadio, i dementi ritardati come Cuperlo, Orfini, Bersani, Fratoianni, Boldrini, Orlando, Zingaretti. Quale sarà il quinto stadio? Se ci sarà o nel frattempo la sinistra, o perlomeno questa sinistra, si sarà estinta?
lunedì 22 luglio 2019
L'egemonìa culturale in quattro righe
L'egemonia culturale è un parolone, ma in un certo senso si può spiegare in due righe. I neo"liberal"comunisti dicono che Trump e Salvini sono due fascisti, i neofascisti gli credono (e qui sta l'egemonìa, far sì che i tuoi nemici credano alla tua narrazione) e quindi inneggiano a loro come i nuovi duci, intanto i pecoroni "antifascisti" si preparano alla resistenza, in realtà ne' Salvini ne' Trump sono fascisti, ma l'isteria è innescata e se Salvini e Trump ingrossano le fila del loro gregge, la sinistra serra i suoi recinti.
La battaglia per l'egemonìa culturale però si arricchisce di un nuovo capitolo, nasce la figura del troll, Trump e Salvini si divertono a trollare i demosinistri, ritorcono l'isteria a loro vantaggio, ci sguazzano nell'ambiguità e acquisiscono consenso da destra, ma anche dal centrodestra, centro e dalla sinistra dissidente, perchè qui c'è anche il capitolo dell'idiozia masochistica della sinistra sull'immigrazione, la sinistra si suicida con il suo accoglientismo fuori dalla realtà, getta ulteriormente i moderati nelle braccia dei populisti.
Prossimo capitolo l'economia, ora la gente dice va bene Salvini sull'immigrazione, ma vogliamo la Tav, le riforme, le infrastrutture, il federalismo, lo sviluppo economico (altro che decrescita infelice), ma anche lo stato sociale, Trump infatti in America va a gonfie vele sull'economia, ora Salvini deve passare alla fase due, intanto a sinistra c'è Franceschini, il capitano può dormire sonni tranquilli.
La battaglia per l'egemonìa culturale però si arricchisce di un nuovo capitolo, nasce la figura del troll, Trump e Salvini si divertono a trollare i demosinistri, ritorcono l'isteria a loro vantaggio, ci sguazzano nell'ambiguità e acquisiscono consenso da destra, ma anche dal centrodestra, centro e dalla sinistra dissidente, perchè qui c'è anche il capitolo dell'idiozia masochistica della sinistra sull'immigrazione, la sinistra si suicida con il suo accoglientismo fuori dalla realtà, getta ulteriormente i moderati nelle braccia dei populisti.
Prossimo capitolo l'economia, ora la gente dice va bene Salvini sull'immigrazione, ma vogliamo la Tav, le riforme, le infrastrutture, il federalismo, lo sviluppo economico (altro che decrescita infelice), ma anche lo stato sociale, Trump infatti in America va a gonfie vele sull'economia, ora Salvini deve passare alla fase due, intanto a sinistra c'è Franceschini, il capitano può dormire sonni tranquilli.
venerdì 19 luglio 2019
Moscopoli e mosche in mano
In Italia stiamo assistendo ad un tentativo di colpo di Stato contro la volontà popolare? In parte sì. Negli ultimi mesi, in mezzo a tanta fuffa, una delle notizie più importanti e di cui ovviamente non si è minimamente parlato è il riposizionamento di Salvini in politica estera. Nei precedenti anni infatti Lega e 5 stelle hanno avuto una posizione estremamente ambigua nello scacchiere internazionale, che in un certo senso corrispondeva all'ambiguità della Russia, divisa tra occidente e oriente, ma ora i 5 stelle hanno decisamente virato verso la Cina, mentre Salvini verso l'America (e probabilmente anche in Russia si sta creando uno scontro simile). Cartina di tornasole ne è il Venezuela di Maduro, paese foraggiato dalla Cina, su cui i grillini si sono sempre astenuti dal condannare, ma con tendenze decisamente favorevoli verso la dittatura chavista, mentre la Lega pure, ma con parecchi mal di pancia al suo interno e posizioni più verso i dissidenti. Ora la svolta, la Lega dalla parte del liberaldemocratico Guaidò, i grillini sempre più filocinesi, con tanto di accordi e tappeti.. rossi.. stesi nel frattempo verso il timoniere Xi. Idem nello scontro Israele-Iran, con il leader leghista sempre più pro-Israele e i grillini sempre più pro-pasdaran.
Allora ecco che scoppia lo scandalo ad orologeria "moscopoli" su vicende ormai del passato e poco chiare, mentre un vecchio sovietico antioccidentale come D'alema già cerca di mettere in piedi la nuova alleanza M5s-Pd.. Come finirà? Lo vedremo nelle prossime ore... Magari l'EuroTurchiaIran resterà con un pugno di mosche in mano... Ma intanto scatta la provocazione, il premier Conte provoca sull'autonomia, per aprire un fronte interno alla Lega, ci vogliono nervi saldi.. C'è davvero l'accordo M5s-D'alema, o Renzi è riuscito a farlo saltare? Se sì far cadere il governo ora vorrebbe dire dare il là al golpe, ma in caso contrario..
Nel frattempo è chiaramente ben più importante quello che sta avvenendo sul piano internazionale, l'Iran continua la sua escalation di provocazioni, qualcuno vuole imporre un governo antiamericano in vista di un nuovo conflitto?
Allora ecco che scoppia lo scandalo ad orologeria "moscopoli" su vicende ormai del passato e poco chiare, mentre un vecchio sovietico antioccidentale come D'alema già cerca di mettere in piedi la nuova alleanza M5s-Pd.. Come finirà? Lo vedremo nelle prossime ore... Magari l'EuroTurchiaIran resterà con un pugno di mosche in mano... Ma intanto scatta la provocazione, il premier Conte provoca sull'autonomia, per aprire un fronte interno alla Lega, ci vogliono nervi saldi.. C'è davvero l'accordo M5s-D'alema, o Renzi è riuscito a farlo saltare? Se sì far cadere il governo ora vorrebbe dire dare il là al golpe, ma in caso contrario..
Nel frattempo è chiaramente ben più importante quello che sta avvenendo sul piano internazionale, l'Iran continua la sua escalation di provocazioni, qualcuno vuole imporre un governo antiamericano in vista di un nuovo conflitto?
mercoledì 17 luglio 2019
La Cina è il nuovo nazismo?
La Cina è il nuovo mostro? Esso prende il peggio del capitalismo occidentale sfruttatore ottocentesco, con la alterigia e la supponenza degli intellettuali leninisti, lo unisce al revanscismo del nazionalismo terzomondista, si allea con gli sceicchi islamici, il neozarismo mafioso russo e i dittatori africani che affamano i loro popoli. Sì, forse, non c'è granchè di buono, ma gli europei, che i russi non a caso definivano "utili idioti", continuano a insultare gli americani e Trump.
Il neomoralismo tedesco che fa il gioco della Cina
Quale deve essere il ruolo di una potenza egemone? Di fronte alla colonizzazione dei paesi periferici dell'Europa da parte della Cina, la Germania risponde dando lezioni morali a quei paesi. Gli Stati Uniti ci diedero il piano Marshall, i tedeschi e i francesi ci hanno dato il fiscal compact, il trattato di Dublino e la loro arroganza.
lunedì 15 luglio 2019
Più Eni che Salvini nel rapporto con Putin/2
Segue dall'articolo precedente...
Ecco allora che chi ha sempre coerentemente denunciato le simpatie di Salvini per Putin, deve chiedersi perchè certa gente si sveglia solo ora, per non cadere in una trappola. Chi denunciava le interferenze russe nella politica occidentale sa che per anni è stato guardato come un animale strano, un povero pazzo, ora improvvisamente i salotti buoni sono interessati al tema e fa figo denunciare il complotto russo proleghista. Chi da sinistra giustificava l'invasione dell'Ucraina e della Crimea da parte di Putin ora improvvisamente si presenta come baluardo del patriottismo e dell'occidente antirusso, temi di cui non gli è mai importata una emerita cippa o appunto ne era ostile. Il tempo e la storia vanno sempre calibrati, recentemente Salvini ha fatto un viaggio in America e al contrario ha riposizionato le proprie tesi sul tema, invitando la Russia a rivedere la sua posizione sulla Crimea e sull'Ucraina e ricalibrando la sua simpatìa verso la Russia in termini di attrazione dell'orso in chiave anticinese e antiraniana.
Bisogna chiedersi allora perchè lo scandalo a orologeria scoppia proprio ora, e non due o quattro anni fa, quando era più logico. C'è chi sostiene che addirittura sia un avvertimento della Russia (e del capitalismo di stato italiano) verso Salvini, proprio nel momento in cui si allontana dal gigante coi piedi di argilla.
Certo, ora toccherà a Salvini decidere da che parte stare e chiarire la sua linea, ma i sinceri liberali devono farsi anche un'altra domanda e cioè quale è l'alternativa a Salvini? Esiste una reale alternativa a Salvini?
Siamo sicuri che la sinistra di Zingaretti, Prodi, Bersani e D'alema sia una vera alternativa? Guardate le loro posizioni in politica estera, sono tanto diverse su Medio oriente, Siria, Ucriaina, Iran, Cina, rispetto al Salvini più sovietico?
Ecco allora che chi ha sempre coerentemente denunciato le simpatie di Salvini per Putin, deve chiedersi perchè certa gente si sveglia solo ora, per non cadere in una trappola. Chi denunciava le interferenze russe nella politica occidentale sa che per anni è stato guardato come un animale strano, un povero pazzo, ora improvvisamente i salotti buoni sono interessati al tema e fa figo denunciare il complotto russo proleghista. Chi da sinistra giustificava l'invasione dell'Ucraina e della Crimea da parte di Putin ora improvvisamente si presenta come baluardo del patriottismo e dell'occidente antirusso, temi di cui non gli è mai importata una emerita cippa o appunto ne era ostile. Il tempo e la storia vanno sempre calibrati, recentemente Salvini ha fatto un viaggio in America e al contrario ha riposizionato le proprie tesi sul tema, invitando la Russia a rivedere la sua posizione sulla Crimea e sull'Ucraina e ricalibrando la sua simpatìa verso la Russia in termini di attrazione dell'orso in chiave anticinese e antiraniana.
Bisogna chiedersi allora perchè lo scandalo a orologeria scoppia proprio ora, e non due o quattro anni fa, quando era più logico. C'è chi sostiene che addirittura sia un avvertimento della Russia (e del capitalismo di stato italiano) verso Salvini, proprio nel momento in cui si allontana dal gigante coi piedi di argilla.
Certo, ora toccherà a Salvini decidere da che parte stare e chiarire la sua linea, ma i sinceri liberali devono farsi anche un'altra domanda e cioè quale è l'alternativa a Salvini? Esiste una reale alternativa a Salvini?
Siamo sicuri che la sinistra di Zingaretti, Prodi, Bersani e D'alema sia una vera alternativa? Guardate le loro posizioni in politica estera, sono tanto diverse su Medio oriente, Siria, Ucriaina, Iran, Cina, rispetto al Salvini più sovietico?
mercoledì 10 luglio 2019
Più Eni che Salvini nel rapporto con Putin
Siamo sempre stati in pochi a denunciare il filoputinismo della Lega di Salvini, ma non solo di Salvini: Forza Italia, estrema sinistra, estrema destra, ma anche pezzi del Pd (Cofferati, D'alema) hanno sempre avuto un certo riguardo verso la Russia, non proprio un paese liberaldemocratico.
Quello che emerge dalle intercettazioni di questi giorni è però qualcosa di più articolato rispetto alle mistificazioni dei giornali antileghisti. In realtà sarebbe l'Eni, l'azienda petrolifera italiana, ad aver finanziato la Lega, attraverso una triangolazione con i soci russi quali Rosneft e altre agenzie petrolifere, per evitare di tracciare i finanziamenti. In pratica l'Eni pagava il petrolio russo con cifre maggiorate e il surplus veniva girato alla Lega dai petrolieri di Putin, ma erano soldi dell'Eni.
Ci troveremmo di fronte al solito finanziamento illecito ai partiti da parte di un capitalismo italiano che intrattiene rapporti privilegiati con autocrazie e dittature varie, che scatenò tangentopoli, secondo la legislatura demagogica e ipocrita che i partiti debbano essere finanziati solo dai privati cittadini e dai propri militanti e non dalle grandi aziende. La grande ipocrisia che determinò il 1992, che poi il Pci fosse stato ricoperto di rubli dall'Unione Sovietica non sembrò interessare particolarmente la sinistra giustizialista.
Forse, più che del rapporto tra Salvini e la Russia, del facile moralismo, bisognerebbe interrogarsi sullo storico doppio giochismo del capitalismo (di Stato) italiano e dei suoi rapporti con le dittature antioccidentali.
Quello che emerge dalle intercettazioni di questi giorni è però qualcosa di più articolato rispetto alle mistificazioni dei giornali antileghisti. In realtà sarebbe l'Eni, l'azienda petrolifera italiana, ad aver finanziato la Lega, attraverso una triangolazione con i soci russi quali Rosneft e altre agenzie petrolifere, per evitare di tracciare i finanziamenti. In pratica l'Eni pagava il petrolio russo con cifre maggiorate e il surplus veniva girato alla Lega dai petrolieri di Putin, ma erano soldi dell'Eni.
Ci troveremmo di fronte al solito finanziamento illecito ai partiti da parte di un capitalismo italiano che intrattiene rapporti privilegiati con autocrazie e dittature varie, che scatenò tangentopoli, secondo la legislatura demagogica e ipocrita che i partiti debbano essere finanziati solo dai privati cittadini e dai propri militanti e non dalle grandi aziende. La grande ipocrisia che determinò il 1992, che poi il Pci fosse stato ricoperto di rubli dall'Unione Sovietica non sembrò interessare particolarmente la sinistra giustizialista.
Forse, più che del rapporto tra Salvini e la Russia, del facile moralismo, bisognerebbe interrogarsi sullo storico doppio giochismo del capitalismo (di Stato) italiano e dei suoi rapporti con le dittature antioccidentali.
Elogio del nazionalismo democratico liberale
Oggi va di moda dire che il nazionalismo fa schifo, che è uguale al fascismo e al nazismo, che porta alle guerre, che è razzista. In realtà storicamente il nazionalismo è anteriore al fascismo e al nazismo, ma è esistito anche un patriottismo comunista e socialista. A loro volta fascismo e nazismo non erano solo nazionalismo, ma al contrario raccolsero il peggio del socialismo, ma sopratutto ci si dimentica di dire che esistono vari tipi di guerra: le guerre tra nazioni, ma anche le guerre tra le religioni, le guerre ideologiche e le guerre civili. Ebbene, un sano nazionalismo, democratico, popolare, laico e liberale, come prima cosa evita le guerre civili, unisce le classi, ma evita anche le guerre religiose e ideologiche.
La forza del liberalismo è sempre stata quella di mantenere il proprio nucleo centrale, ma allo stesso tempo di assorbire il meglio del nazionalismo e del socialismo, del conservatorismo e del progressismo, la sua capacità di egemonìa e di sconfiggere i totalitarismi del '900 è sempre consistita in questo. Se invece oggi il liberalismo diventa succube degli opposti estremismi, perde la sua capacità di attrazione. Ma attenzione, essere succube può voler dire anche rinchiudersi in una ortodossia purista incapace di attrarre quella parte di verità che esiste nelle ideologie antagoniste rifugiandosi in una tecnocrazia; oppure un misto delle due cose.
La forza del liberalismo è sempre stata quella di mantenere il proprio nucleo centrale, ma allo stesso tempo di assorbire il meglio del nazionalismo e del socialismo, del conservatorismo e del progressismo, la sua capacità di egemonìa e di sconfiggere i totalitarismi del '900 è sempre consistita in questo. Se invece oggi il liberalismo diventa succube degli opposti estremismi, perde la sua capacità di attrazione. Ma attenzione, essere succube può voler dire anche rinchiudersi in una ortodossia purista incapace di attrarre quella parte di verità che esiste nelle ideologie antagoniste rifugiandosi in una tecnocrazia; oppure un misto delle due cose.
martedì 9 luglio 2019
Un altro punto di vista sull'immigrazione
Il populismo cattocomunista di sinistra vorrebbe farci credere che chi si oppone all'immigrazione clandestina e senza limiti lo fa perchè è un ricco, razzista, egoista e mostruoso fascista occidentale. La realtà è che a opporsi all'immigrazione senza regole sono i ceti medio-bassi dell'occidente, quelli che faticano ad arrivare a fine mese, mentre quella dei migranti è la causa dei ricchi cosmopoliti, degli arrampicatori sociali e delle chiese (cattoliche e comuniste), le quali abbandonate dal popolo sempre più consumista, materialista, edonista e secolarizzato, cercano nuovi adepti nei migranti credenti. I ceti-medio bassi si oppongono all'immigrazione senza limiti perchè hanno capito che oltre un certo numero non è immigrazione, ma invasione, perchè mantengono il senso della comunità e della diversità, non credono nelle astrazioni universaliste e omologanti, non vogliono disfarsi degli stati-nazione e della loro sovranità anche perchè si rendono conto che le istituzioni sovranazionali sono tecnocratiche, mentre per avere ancora voce in capitolo devono mantenere in vita le nazioni democratiche. Una parte della borghesia, al contrario, si è stufata del suffragio universale e punta sulla magistratura e sull'Unione Europea per imporre la sua dittatura.
sabato 6 luglio 2019
Come siamo arrivati a questo punto?
Quello a cui stiamo assistendo in Italia non è solo uno scontro tra opposti estremismi, anche se la Lega di Salvini in questo momento sta sfondando al centro e la sinistra sta invece avendo una deriva sempre più a estrema sinistra, ma ci troviamo di fronte anche ad uno scontro di classe, ma non solo, come vedremo anche tra due nazionalità diverse.
Da una parte il mondo degli intellettuali, del professionismo, della comunicazione, dell'arte e dello spettacolo, dall'altra la classe operaia e i ceti medi. "Assente" la classe dirigente, il grande capitale e lo stato non hanno un indirizzo univoco, ma al suo interno si produce uno scontro e una tendenza verso tutte e due le parti, senza riuscire a costruire una tendenza indipendente. La mancanza di una classe dirigente è una costante nella storia italiana, ma come dicevo lo scontro è anche tra nazionalità diverse. Il mondo intellettuale, dei chierici, delle professioni e delle arti nei secoli è sempre stato al servizio delle corti straniere, dei francesi, del vaticano, degli spagnoli, degli austriaci. Essi non sono italiani (divisi a loro volta tra norditaliani-padani, centroitaliani e suditaliani, oltre che tra le identità comunali, ma che Salvini sta cercando di reunificare), sono estranei al volgo e ai ceti medi, solo una parte della borghesia nella storia costruì ed edificò la causa del risorgimento e poi delle ideologie ottocentonovecentesche, dividendosi nel tempo a loro volta tra liberali, fascisti e marxisti. In tempi diversi, però, prima i fascisti e poi i comunisti hanno perso il contatto con il popolo italiano, reisolandosi, mentre i liberali non hanno mai saputo creare una struttura organizzativa autonoma e di massa. I ceti medi scelsero allora la democrazia cristiana e poi Forza Italia come male minore rispetto a fascismo, sovietismo, cattocomunismo, mentre i liberali rimanevano marginali, intanto la classe operaia comunista virò verso la lega nord, a loro volta i ceti intellettuali-professionali-artistici-clericali negli ultimi 25 anni si sono ulteriormente sempre più isolati, rinchiudendosi in un elitarismo diviso tra tecnocrazia e terzomondismo.
"Fatta l'Italia bisogna fare gli italiani", disse qualcuno. Questo valeva per il popolo e i ceti medi, ma anche per gran parte degli intellettuali. Il grande paradosso è che ora proprio la Lega nord in qualche modo sta unificando o cercando di unificare i ceti medio-bassi, per decenni rimasti estranei alla nazione e poi divisi localmente tra loro, mentre la borghesia intellettuale appare sempre più estranea alla nazione e la grande borghesia assente. Inoltre il sentimento europeo non integra la nazionalità italiana, ma la vuole superare o cancellare.
Da non dimenticare il durissimo scontro interno alla chiesa cattolica, tra chi si rifà alla tradizione giudaico-cristiano-liberale e dall'altra parte l'ala catto-islamico-comunista, sempre più lontana ed estranea al popolo italiano e sempre più fautrice della causa dei migranti.
Oggi serve più che mai la rinascita di un movimento liberaldemocratico, interclassista, sostenuto dalla presenza di una borghesia nazionaldemocratica ma con una base popolare, autonomo dai populisti come dai tecnocratici e dai cattocomunisti. Chiaramente si tratta di una realtà che ad oggi parte da una base del 10% e può arrivare al 25%. Con chi allearsi? Con chi tra gli altri saprà rivolgersi verso verso posizioni meno estreme, ma sopratutto tenendosi lontano sia dalla demagogia ma anche dall'elitarismo tecnocratico.
Patrie, ideologie, classi sociali, cose che alcuni credevano anacronistiche oggi appaiono più attuali che mai e con cui bisogna fare i conti, ma non per tornare indietro nel tempo, ma per saperle governare, interpretare, darle un senso, identificare e unificare.
Da una parte il mondo degli intellettuali, del professionismo, della comunicazione, dell'arte e dello spettacolo, dall'altra la classe operaia e i ceti medi. "Assente" la classe dirigente, il grande capitale e lo stato non hanno un indirizzo univoco, ma al suo interno si produce uno scontro e una tendenza verso tutte e due le parti, senza riuscire a costruire una tendenza indipendente. La mancanza di una classe dirigente è una costante nella storia italiana, ma come dicevo lo scontro è anche tra nazionalità diverse. Il mondo intellettuale, dei chierici, delle professioni e delle arti nei secoli è sempre stato al servizio delle corti straniere, dei francesi, del vaticano, degli spagnoli, degli austriaci. Essi non sono italiani (divisi a loro volta tra norditaliani-padani, centroitaliani e suditaliani, oltre che tra le identità comunali, ma che Salvini sta cercando di reunificare), sono estranei al volgo e ai ceti medi, solo una parte della borghesia nella storia costruì ed edificò la causa del risorgimento e poi delle ideologie ottocentonovecentesche, dividendosi nel tempo a loro volta tra liberali, fascisti e marxisti. In tempi diversi, però, prima i fascisti e poi i comunisti hanno perso il contatto con il popolo italiano, reisolandosi, mentre i liberali non hanno mai saputo creare una struttura organizzativa autonoma e di massa. I ceti medi scelsero allora la democrazia cristiana e poi Forza Italia come male minore rispetto a fascismo, sovietismo, cattocomunismo, mentre i liberali rimanevano marginali, intanto la classe operaia comunista virò verso la lega nord, a loro volta i ceti intellettuali-professionali-artistici-clericali negli ultimi 25 anni si sono ulteriormente sempre più isolati, rinchiudendosi in un elitarismo diviso tra tecnocrazia e terzomondismo.
"Fatta l'Italia bisogna fare gli italiani", disse qualcuno. Questo valeva per il popolo e i ceti medi, ma anche per gran parte degli intellettuali. Il grande paradosso è che ora proprio la Lega nord in qualche modo sta unificando o cercando di unificare i ceti medio-bassi, per decenni rimasti estranei alla nazione e poi divisi localmente tra loro, mentre la borghesia intellettuale appare sempre più estranea alla nazione e la grande borghesia assente. Inoltre il sentimento europeo non integra la nazionalità italiana, ma la vuole superare o cancellare.
Da non dimenticare il durissimo scontro interno alla chiesa cattolica, tra chi si rifà alla tradizione giudaico-cristiano-liberale e dall'altra parte l'ala catto-islamico-comunista, sempre più lontana ed estranea al popolo italiano e sempre più fautrice della causa dei migranti.
Oggi serve più che mai la rinascita di un movimento liberaldemocratico, interclassista, sostenuto dalla presenza di una borghesia nazionaldemocratica ma con una base popolare, autonomo dai populisti come dai tecnocratici e dai cattocomunisti. Chiaramente si tratta di una realtà che ad oggi parte da una base del 10% e può arrivare al 25%. Con chi allearsi? Con chi tra gli altri saprà rivolgersi verso verso posizioni meno estreme, ma sopratutto tenendosi lontano sia dalla demagogia ma anche dall'elitarismo tecnocratico.
Patrie, ideologie, classi sociali, cose che alcuni credevano anacronistiche oggi appaiono più attuali che mai e con cui bisogna fare i conti, ma non per tornare indietro nel tempo, ma per saperle governare, interpretare, darle un senso, identificare e unificare.
venerdì 5 luglio 2019
Chi è liberale e chi non lo è
Il sindaco di Milano Sala viene condannato a sei mesi per un vizio burocratico nell'assegnazione di alcune cariche all'Expo. Si dice che in uno stato liberale le sentenze si rispettano, ma siamo sicuri di vivere in uno stato liberale e che la magistratura sia un organo liberale e non un clan politico? Onore a Salvini che non esulta per la condanna, anzi afferma: "Non sono abituato a festeggiare le condanne altrui. Voglio leggermi gli atti. Da milanese sono orgoglioso di come è stato gestito Expo. Se c'è stato un errore verificheremo di che tipo di errore si tratta, però mentre a sinistra di solito festeggiano le sentenze contro tizio e contro caio, io da milanese non festeggio se il mio sindaco viene condannato". Così il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sulla condanna al sindaco di Milano Giuseppe Sala nell'ambito all'inchiesta Expo. Siamo sicuri che Salvini sia un illiberale?"
La finta umanità dei finti antirazzisti
Proviamo a spiegare a quelli che giocano a fare i Mandela nell'Italia del 2019, come nel '68 i figli degli imprenditori giocavano a fare la rivoluzione proletaria. Se io voglio andare a vivere a Cuba o in Sudafrica devo chiedere il permesso, devo fare domanda, non è che entro senza documenti quando mi pare e piace in questi due paesi. Non è una questione di razzismo. E' così in tutti i paesi.
Poi qualcuno dovrebbe spiegarmi dove sta l'umanità nell'illudere delle persone che qui troveranno una vita migliore e poi mollarli a fare l'elemosina fuori dai supermercati o a portarvi la cena a voi "antirazzisti" a tre euro a consegna.
E meno male che questi africani sono brave persone, non si ubriacano, non si drogano e a parte pochi casi non stuprano persone. Ma stanno lì a chiedersi chi glielo ha fatto fare. Ma chi gli ha raccontato che qui trovavano l'eldorado, lavoro, vita migliore? Io un paio di idee ce le ho.
Poi qualcuno dovrebbe spiegarmi dove sta l'umanità nell'illudere delle persone che qui troveranno una vita migliore e poi mollarli a fare l'elemosina fuori dai supermercati o a portarvi la cena a voi "antirazzisti" a tre euro a consegna.
E meno male che questi africani sono brave persone, non si ubriacano, non si drogano e a parte pochi casi non stuprano persone. Ma stanno lì a chiedersi chi glielo ha fatto fare. Ma chi gli ha raccontato che qui trovavano l'eldorado, lavoro, vita migliore? Io un paio di idee ce le ho.
mercoledì 3 luglio 2019
La Russia di Putin è soppravalutata?
Il recente incidente del sottomarino russo, non il primo, dove sono morti 14 marinai, apre ad alcune riflessioni. La Russia è un paese che ha un Pil minore della Lombardia, non ha manifatturiero, non ha agricoltura, ma ora si scopre che ha anche un comparto militare antiquato, dov'è questa potenza? A quanto pare solo nella capacità propagandista e nei troll disseminati nella rete. Un po' poco, ma molto impressionante e in grado di destabilizzare l'occidente. Allo stesso tempo però, l'idea di Trump di portarla dalla propria parte nella lotta contro la Cina viste le premesse e proprio per le caratteristiche non appare così preregrina.
Si delinea la strategia di Donald Trump
In Italia, a parte Molinari, il direttore della Stampa, e un altro paio di persone, nessuno degli espertoni e dei professoroni che scrivono sui giornali ha capito quale sia la strategia di Donald Trump. Nella migliore delle ipotesi gli danno del pazzo, nella peggiore lo insultano dandogli dell'idiota e dello stupid white american con quel razzismo tipico dell'euroaristocratico decadente. La cosa divertente è che riescono a dargli del guerrafondaio e dell'isolazionista contemporaneamente, a quanto arriva la stupidità. Anch'io ho creduto fosse un isolazionista, non certo guerrafondaio perchè o è una o l'altra, ma ora sta emergendo il suo piano.
Negli ultimi decenni, l'Occidente si è sempre rapportato con i regimi totalitari dividendoli al loro interno tra falchi e colombe, ortodossi-conservatori e riformisti-moderati. Di conseguenza l'occidente ha sempre tentato di trattare con quelli che riteneva colombe-moderati-riformisti e di combattere radicalmente quelli che riteneva falchi-ortodossi-conservatori.
Il problema è che i moderati-colombe-riformisti non lo erano affatto, ma bluffavano. Non lo era Gorbacev, non lo è Rohani in Iran, non lo era Deng Xiaoping in Cina, come non lo era Togliatti, non lo era Kruscev, non lo era Arafat. I veri riformisti, d'altronde, negli stati totalitari sono stati già tutti ammazzati o esiliati, non sono ai vertici del regime. L'incredibile abbaglio e dabbenaggine delle cancellerie, delle diplomazie e di tutti gli espertoni analisti di sta minchia che non hanno mai letto una riga di Lenin su tattica e strategia, ha portato l'occidente più volte sull'orlo del collasso e della sconfitta. Ci sono voluti personaggi fuori dall'ordinario come Churchill e Reagan per salvarlo, vedremo se Trump saprà ripercorrerne le orme.
Reagan capì che non doveva trattare con lo pseudoriformista Gorbacev, che stava facendo di tutto per salvare l'Unione Sovietica, a differenza di quello che credevano i comunisti complottisti e le anime belle in occidente, ma col comunista duro Eltsin, avendo capito che in ogni comunista duro batte un cuore nazionalista. Trump segue le orme, tratta direttamente non coi finti riformisti ma coi capi ortodossi o con il centro politico dei regimi totalitari, che sono altrettanto nazionalisti più che comunisti o islamici. La via è tracciata.
Negli ultimi decenni, l'Occidente si è sempre rapportato con i regimi totalitari dividendoli al loro interno tra falchi e colombe, ortodossi-conservatori e riformisti-moderati. Di conseguenza l'occidente ha sempre tentato di trattare con quelli che riteneva colombe-moderati-riformisti e di combattere radicalmente quelli che riteneva falchi-ortodossi-conservatori.
Il problema è che i moderati-colombe-riformisti non lo erano affatto, ma bluffavano. Non lo era Gorbacev, non lo è Rohani in Iran, non lo era Deng Xiaoping in Cina, come non lo era Togliatti, non lo era Kruscev, non lo era Arafat. I veri riformisti, d'altronde, negli stati totalitari sono stati già tutti ammazzati o esiliati, non sono ai vertici del regime. L'incredibile abbaglio e dabbenaggine delle cancellerie, delle diplomazie e di tutti gli espertoni analisti di sta minchia che non hanno mai letto una riga di Lenin su tattica e strategia, ha portato l'occidente più volte sull'orlo del collasso e della sconfitta. Ci sono voluti personaggi fuori dall'ordinario come Churchill e Reagan per salvarlo, vedremo se Trump saprà ripercorrerne le orme.
Reagan capì che non doveva trattare con lo pseudoriformista Gorbacev, che stava facendo di tutto per salvare l'Unione Sovietica, a differenza di quello che credevano i comunisti complottisti e le anime belle in occidente, ma col comunista duro Eltsin, avendo capito che in ogni comunista duro batte un cuore nazionalista. Trump segue le orme, tratta direttamente non coi finti riformisti ma coi capi ortodossi o con il centro politico dei regimi totalitari, che sono altrettanto nazionalisti più che comunisti o islamici. La via è tracciata.
Il negozio umano della bontà sotto casa
Che l'attuale immigrazione dall'Africa sia un business dello sfruttamento e la nuova tratta degli schiavi lo hanno capito tutte le persone capaci di ragionamento. Le motivazioni economiche però, sono solo una parte. Il mercato della tratta è un mercato sostenuto da un mondo di ricchi borghesi coi sensi di colpa, mossi dal desiderio di aiutare per espiare ma con non molta voglia di andare fino in Africa, ma vogliosi di una solidarietà a buon mercato e semplificata senza troppe domande e analisi sulle cause. Basta dire è tutta colpa dell'occidente cattivo e del colonialismo. Un mix di buonismo e ignoranza, condito da una retorica di slogan semplici da ripetere a pappagallo. Meglio allora fare il tifo da casa e raccattare le barche sulla costa della Libia e abbandonare gli schiavi sulla spiaggia dopo un breve tragitto, poi ci penseranno gli italiani che guadagnano mille euro al mese a mantenerli oppure finiranno fuori dai supermercati a fare l'elemosina in modo che il ricco borghese ipocrita e il cattocomunista possa dargli la monetina avendo il suo negozio umano della bontà direttamente sotto casa senza doversi scomodare, così da mettersi a posto la coscienza.
martedì 2 luglio 2019
Sea Watch, una moderna compagnia delle Indie?
Nella giornata di oggi i magistrati che indagano sul caso Carola hanno certificato che non c'era nessuno stato di necessità sulla nave olandese Sea Watch. L'azione della militante tedesca verde che ha tentato di schiacciare la piccola vedetta della guardia di finanza con il suo bisonte di 600 tonnellate perciò si prospetta come un atto di pirateria internazionale, per non dire terrorismo e tentato omicidio.
Molti parlano di razzismo e antirazzismo, umanità e disumanità, ma la prima dicotomia di questa vicenda è legalità e illegalità, violenza e nonviolenza. In quale campo si pongono i tre deputati che sono saliti a bordo della imbarcazione e tutti quelli che hanno assurto ad eroina la "capitana"? Sono con la legalità o contro la legalità? Non a caso si tratta di un campo in cui la sinistra, sia quella comunista che quella cattolica (ormai sempre più fuse) va in cortocircuito, perchè da sempre vive una doppiezza in tal senso su cui bisognerebbe aprire un capitolo storico a parte.
Si può essere contro Salvini ma ripudiare la violenza e l'illegalità e non stare nemmeno con Carola. Ma di fronte ad un atto del genere la logica del ne' ne' rischia di risultare un paravento. E' chiaro che un estremista come Carola getta nelle braccia di Salvini la stragrande maggioranza degli italiani. D'altra parte si tratta di una storia già vista, bene la analizzò Togliatti nel suo "la questione dei ceti medi" quando spiegò che la violenza sindacale - generalizzata e rivolta anche contro le piccole aziende - del bienno rosso aveva gettato i ceti medi nelle braccia del fascismo. Aggiungerei che un altro motivo fu il disprezzo o l'indifferenza di ampi settori della sinistra verso le ragioni dei reduci della prima guerra mondiale e verso il tema del patriottismo. Io non credo che oggi siamo di fronte ad un pericolo fascista, ma se davvero ci fosse l'assist migliore al suo ritorno glielo stanno dando i fan di Carola e l'Unione Europea.
Per quanto riguarda l'inflazionato tema del razzismo, andrebbe ricordato che i razzisti erano quei europei (olandesi, francesi, belgi...) che andavano in Africa subsahariana a prendere i negri per portarli in Occidente a lavorare come schiavi, mentre a organizzare la tratta erano spesso gli arabi, i mussulmani. Considerato che gli africani che vengono portati qui si ritrovano spesso in una condizione che definire di schiavitù è sicuramente esagerato, ma comunque è di sfruttamento, come definire quelle come Carola? Una moderna capitana delle nuova compagnia delle Indie? Si potrebbe dire che un tempo gli schiavi venivano portati a forza, oggi invece qualcuno crea loro l'illusione che qui troveranno lavoro, salute, prosperità, cosa che non è, che li induce a venire volontariamente pagando migliaia di euro a chi organizza la tratta e c'è pure una nave olandese..
Siamo nell'epoca in cui tutto è il contrario di quello che sembra. Ciò che sembra umano è disumano, ciò che sembra antirazzista è razzista, ciò che sembra dalla parte dei poveri è per i ricchi.
Siamo nell'epoca in cui tutto è il contrario di quello che sembra. Ciò che sembra umano è disumano, ciò che sembra antirazzista è razzista, ciò che sembra dalla parte dei poveri è per i ricchi.
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