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mercoledì 1 agosto 2018

Lo scontro dei secoli/2

Chi pensa che questo governo gialloverde, ma sarebbe meglio dire rossobruno, sta scatenando una guerra contro il ceto intellettuale dice una cosa giusta, ma solo parzialmente vera. Alla base di questa ondata "populista" e "sovranista", in realtà, ci sono dei filosofi come il russo Dugin e tanti altri intellettuali e filosofi le cui idee sono state sconfitte dalla storia e ora mirano a prendersi una vendetta attraverso una sintesi hegeliana dei perdenti e dei falliti. Chi dirige questa guerra non è un militare o un economista o uno storico o un politico, ma un intellettuale emarginato dal mondo, che mira a rovesciare l'occidente liberale dialetticamente e a sostituire il ceto intellettuale attualmente egemone con il proprio. L'aspetto interessante è che il ceto intellettuale egemone in occidente non è liberale e non è così dissimile dagli euroasiatisti. Si tratta in realtà di uno scontro per certi versi tra simili e per questo l'opposizione dei cosiddetti "radical chic" a questo governo e a questo nuovo ordine mondiale appare debole, perchè per sconfiggere il movimento rossobruno dovrebbe cambiare a sua volta molte sue convinzioni rinunciando a molti propri aspetti che lo rendono assimilabile e sintetizzabile più di quanto creda. In pratica da una parte c'è un'unione tra comunisti, nazisti e fascisti, poi c'è il mondo liberale e poi ci sono gli intellettuali del mondo liberale che ancora tengono un piede nel liberalismo e uno nel comunismo e risultano inadatti allo scontro della nostra epoca. Il novecento è definitivamente finito, è stato bello, è stato brutto, è stato grande o è stato piccolo, ma è finito. Ma era già finito con la fine della seconda guerra mondiale e l'inizio della guerra fredda, che già aveva aperto ad un'altra era. Oggi lo scontro è tra chi ci vuole riportare al patto Molotov-Ribbentropp e chi vuole entrare nel ventunesimo secolo, poi ci sono quelli che vivono a cavallo tra la seconda guerra mondiale e la guerra fredda.

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