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mercoledì 29 agosto 2018

La paradossale storia del tricolore

Il tricolore italiano si ispirò al tricolore della rivoluzione francese, era la bandiera della repubblica cispadana, che nacque su impulso della discesa di Napoleone in Italia, attraversata da ideali giacobini. Secondo alcune ricostruzioni storiche addirittura la scelta del verde, bianco e rosso fu dovuta al fatto che i sostenitori della rivoluzione francese in Italia erano convinti che fossero questi i colori della bandiera francese, che fosse la bandiera francese!

Non è curioso che oggi un governo che alimenta lo sciovinismo antifrancese si appropri del tricolore o sostenga la parte vandeana e reazionaria della Francia?

E non è divertente come la prima repubblica padana della storia avesse come simbolo il tricolore? :)

Ma il tricolore rappresenta anche perfettamente la lacerazione che da 100 anni attraversa gli eredi della rivoluzione francese, da una parte i sostenitori del sovranismo popolare e patriottico, dall'altra i sostenitori dei diritti umani universali, due ideali che nel 1789 erano uniti.

D'altra parte questa lacerazione iniziò anche prima di 100 anni fa, perchè 170 anni fa il marxismo volle dividere il popolo dalla patria, ma anche l'universalismo dai diritti umani e individuali, ne venne fuori un mostro che prendeva gli aspetti peggiori, la dittatura del popolo senza il patriottismo e l'universalismo e umanitarismo senza diritti dell'individuo.

Il fascismo invece dimostrò come non esiste solo la dittatura intesa come dittatura di una minoranza, ma se gli ideali democratico-patriottici espellono i diritti universali dell'individuo allora nasce una dittatura della maggioranza all'interno di una comunità chiusa.

Nel frattempo Stalin in Russia aveva recuperato il concetto di patriottismo, finendo con il costruire qualcosa di molto simile al fascismo e al nazismo, pur partendo da presupposti diversi.

Il recupero del patriottismo da parte dei comunisti fu però molto utile per sconfiggere proprio il nazifascismo, inoltre la tattica dei comunisti e di Stalin durante e immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, produsse involontariamente i primi germi di liberalismo all'interno dei comunisti italiani. Il ricongiungimento di patriottismo e popolo e la parziale riunificazione di universalismo con i diritti se non dell'individuo delle minoranze, fu un revisionismo che proprio il dittatore Stalin immise nella circolazione dei comunisti.


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