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domenica 2 luglio 2017
Ottimismo, tradizione e innovazione
La sinistra negli ultimi cent'anni, per non dire dalla sconfitta della Comune di Parigi, si è duramente scontrata con la realtà, è andata incontro a molte sconfitte, ad analisi e previsioni sbagliate, a errori commessi. Ogni fase storica ha portato con sè errori che hanno portato nei leaders della sinistra la necessità di operare svolte, cambiamenti, innovazioni, anche radicali, nella struttura stessa della sinistra, che hanno trovato molte resistenze interne che sono alla base delle divisioni che attraversano questa parte politica. La sconfitta, ma anche solo la fine di una fase storica, ha portato in molti al riflesso di rifugiarsi nella mitizzazione della fase storica precedente e nello spiegare le sconfitte con la retorica della "rivoluzione tradita", nel tradimento dei capi, con il complottismo e con una visione cristallizzata che vorrebbe fermare le lancette dell'orologio della storia. Se le cose non sono andate come dovevano, si preferisce rifugiarsi e rimpiangere quella fase in cui sembrava che le cose sarebbero andate come dovevano, ma in realtà certi meccanismi erano presenti già in quella fase storica, che inoltre non era spianata come ci si ricorda. Il bisogno di essere fedeli ad una tradizione è un meccanismo umano a cui nessuno sfugge. Anche i rivoluzionari si curano di rendere subito tradizione il proprio percorso, si pensi alle celebrazioni, alla narrazione, alle date della rivoluzione francese e bolscevica. Ogni leader innovatore deve tenere conto di questo aspetto e non deve cadere nel nuovismo. Lenin stravolse e ribaltò tutto il pensiero di Marx, avendo cura di presentarsi come un suo allievo e continuatore della sua opera e rispedendo l'accusa infamante di revisionismo sulle spalle di Bernstein. Togliatti seppe bene costruire un percorso di innovazione nella continuità. Negli ultimi 25 anni la storia ha iniziato a viaggiare ad un ritmo vorticoso, mentre la percezione è che sia tutto immobile, fermo agli anni '90, ma non è così, tutto è cambiato dal crollo dell'Unione Sovietica in poi e ha continuato a cambiare. Stare al passo della storia, non estinguersi è stata la bussola di molti leaders della sinistra, ma non è stato facile farsi capire dal proprio popolo e spesso si è caduti nell'errore del nuovismo, distruggendo nomi, simboli, riferimenti, linee. Ciò ha provocato una infinita serie di scissioni e divisioni, che hanno aperto la strada a demagoghi, opportunisti, fenomeni regressivi, neoutopistici, neopopulistici, intellettualistici. Come Marx riconobbe i meriti storici del socialismo utopista per introdurre la fase del socialismo scientifico, oggi le forze del cambiamento devono evitare di essere iconoclaste, ma dare un senso ottimista al proprio progetto, riportando quanto di buono è stato fatto nel passato e dando nuova linfa. Ottimismo, tradizione, innovazione sono i tre punti cardine e integrati tra loro alla base del discorso nuovo.
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