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mercoledì 19 luglio 2017

In difesa del partito

Per Togliatti i partiti erano la democrazia che si organizza, ma anche, aggiungiamo noi, la democrazia di un partito si vede dalla sua organizzazione. Oggi, di partito, nel vero senso della parola, dopo il "golpe" di tangentopoli, ne è rimasto in piedi uno solo. La democrazia, certo, è sporca, corrotta, disonesta, meticcia, contraddittoria, compromissioria, "inciucista", liquida. Le dittature invece sono oneste, pure, lineari, coerenti, solide, efficienti. Gli psicoguru e gli arruffapopoli hanno sempre ragione. Questo è il discorso egemonico che sta minando anno dopo anno le istituzioni. Ma d'altra parte oggi stiamo assistendo ad un attacco senza quartiere e concentrico tanto contro Renzi o per lo più contro il Partito come partito? Colui che veniva accusato di sfasciare il partito non lo stava forse modernizzando e portando nel ventunesimo secolo, oggi la nobiltà di partito che diceva di difenderlo dal rottamatore non si è scoperta come i peggiori frazionisti e antipartito, disposti a tirare la volata a Grillo e Salvini pur di decapitare e disarticolare la sinistra? Oggi la battaglia non è solo contro il rozzo populismo di destra, ma anche contro quello eversivo di sinistra, ma non solo, compito del partito è rispondere alle sfide del populismo senza cedere all'aristosinistra tecnocratica ed elitaria. Quanti danni ha fatto la delegittimazione degli ultimi governi, nati dal voto parlamentare, come tutti i precedenti, quanto è totalitaria la retorica della democrazia diretta e quanto apre la strada a scorciatoie dittatoriali? Può sembrare di questi tempi una affermazione ridicola, ma la difesa del partito democratico ha a che fare con la democrazia reale, con la libertà sociale e individuale, si può pensare a una democrazia senza partiti? L'identità di un partito è dato dalla sua organizzazione e basterebbe vedere come sono organizzati gli altri partiti per capire che l'unico partito democratico è quello che porta il suo nome e che gli altri non sono partiti nel senso repubblicano del termine. Solo il Pd fa le primarie aperte a tutti, così tanto denigrate, discute pubblicamente, non ha mai espulso chi quotidianamente in questi anni è andato contro la linea ufficiale. La base democratico-borghese e quella democratico-popolare si deve mobilitare per bloccare questa manovra a tenaglia, populisti di destra, pupulisti eversivi di sinistra, aristosinistra tecnocratica ed elitaria. Compito del partito democratico oggi è combattere il populismo di destra e di sinistra, ma anche quelle elite schizofreniche che odiano il buon senso e la logica e cinguettano con il sovversivismo.

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