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venerdì 22 gennaio 2021

State Uniti d'America

Gli Stati Uniti hanno saputo mettere insieme nella storia ciò che altrove sembrava impossibile: Capitalismo e potere del popolo, patriottismo e individualismo, federalismo e stato, anarchia e senso di comunità, laicità e libertà di fede, progresso e conservazione. La divisione di queste cose frantuma l'America e chiunque abbia a cuore la libertà contro il risorgere del collettivismo, del totalitarismo e dell'egualitarismo, in salsa destra o sinistra. Il nuovo presidente deve cercare di ricomporre ogni frattura in tal senso. 

Oggi gli Usa appaiono divisi, ma a differenza di quanto si ripete ossessivamente nei media e nei social imperanti questa divisione non è nata con Trump, ma con Obama. Dopo la debole e filocomunista presidenza Carter, infatti, dal 1980 al 2008, da Reagan a Bush Junior, passando per Bush senior e Clinton, l'America è stata unita, ma è stata la deriva di sinistra filoislamica impressa dal finto afroamericano Obama (ma in parte già con Clinton) a creare le prime lacerazioni. Trump è stata una risposta, in parte sbagliata in parte no, al delirio politically correct, inclusivista e neosocialista delle elites, all'appeseament con la Cina.

Di Biden si dice tutto e il contrario di tutto, che in fondo riprenderà ciò che c'era di buono nel trumpismo dandogli una colorata di sinistra, che conterrà i fanatici antifa e Black lives matter, ma dall'altra parte che in realtà è un nuovo cavallo di Troia antioccidentale, finto moderato e in effetti non ha mai condannato le violenze dei terroristi ecosinistri. Al momento sappiamo che vuole cancellare molte delle leggi di Trump, ma forse non certi dazi doganali verso la Cina, e persino verso l'Europa e Gb, seppur in nome del pericolo Covid. Il suo fumoso discorso d'insediamento, condito da una serie di saltimbanchi del mondo artistico, come nei regimi totalitari, non ha dipanato il fumo.

Vedremo.

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