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mercoledì 20 febbraio 2019

Quella voglia di mettere in galera gli avversari politici

In Italia la politica e il suo dibattito continuano ad essere sotto dettatura della magistratura e del suo interventismo, o meglio di una parte di essa. Si è ricominciato con il tentativo di incriminare Salvini, che non ha fatto altro che aumentare la sua esondante popolarità oscurando i fallimenti economici e politici del governo, anche se ha contribuito a sputtanare i grillini, quanto meno sul piano della coerenza: forcaioli con i nemici e garantisti con gli amici, il partito 5 stelle ha completamente disatteso uno dei suoi cardini fondanti, la battaglia contro l'immunità parlamentare, il che può essere un bene, ma che essendo a targhe alterne fa di loro una banda di italici cialtroni.

Battaglia contro l'immunità parlamentare, che, ci dice che i "valori" originari traditi a targhe alterne dal partito cinque stelle sono quelli dell'odio fascioleninista contro i parlamentari e la democrazia rappresentativa, dell'odio verso quel "bivacco" in cui si vorrebbe che ogni parlamentare possa essere destituito in ogni momento da qualche tribunale del popolo o commissario della polizia politica, in cui si pretende che "uno vale uno", perchè l'idea alla base del giustizialismo è l'egualitarismo, l'idea che siamo tutti uguali, ma al contrario alla base della democrazia liberale c'è l'idea che un rappresentante del popolo non sia uno come tutti gli altri.

L'immunità parlamentare infatti fu istituita dai padri costituenti antifascisti proprio per evitare le persecuzioni politiche da parte di magistrati organicamente politici che erano state all'ordine del giorno sotto la dittatura fascista. La magistratura, organo da sempre politicizzato in molti suoi elementi, è stata fino agli anni '70 di derivazione fascista, ma poi fu in parte infiltrata anche dall'estrema sinistra o da settori del partito comunista, poi ovviamente c'erano magistrati apolitici oppure legati ad altre correnti politiche. In questo senso si dovrebbe leggere di più Nilde Iotti e il suo intervento a difesa del parlamento e delle sue prerogative e meno il camerata Travaglio.

D'altra parte la Casaleggio Associati, quasi a voler depotenziare questa scelta, ha messo in piedi la messa in scena del voto online, come a voler dire che sì è vero, abbiamo dato l'immunità a Salvini, ma non lo hanno deciso i parlamentari, ma la democrazia diretta e quindi in ultima analisi il parlamento è comunque delegittimato e i parlamentari ridotti a passa carte del popolo virtuale.

La vendetta trasversale è una pratica tipica di un paese familista e tribale, mai pienamente entrato nella modernità, le brigate rosse uccidevano il fratello del pentito Peci dopo un delirante processo, Totò Riina scioglieva nell'acido i figli dei pentiti, oggi, meno cruentemente, ce la si prende coi padri di Di Maio, Di Battista e Renzi. L'Italia è un paese che non ha imparato nulla dalla propria storia, che crede ad assurdità moralistiche e puriste come il pensare che la politica debba autofinanziarsi, si fa i liberisti con l'editoria, la politica, la cultura, il cinema, il teatro, ma i protezionisti con l'agricoltura, gli statalisti con l'industria e i nazionalizzatori con la finanza.

Un paese ormai feroce e disumano, che ha abolito la norma che impediva che gli ultrasettantenni potessero andare in galera, salvo casi gravissimi, che minaccia sotto casa chi adotta i bambini africani, che soffre per le tartarughe marine incagliate nella plastica ed esulta se un richiedente asilo muore in mare, dove risorge l'antisemitismo e il suo ipocrita alter ego antisionista, che picchia i medici, odia la scienza e la cultura, ma dove ancora c'è chi ha voglia di opporsi a chi vuole isolarci e ridurci come il Venezuela e la Corea del nord.

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