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lunedì 28 agosto 2023

I nuovi Robin Hood, rubare al ceto medio per dare ai finti poveri

E' bastato l'innocuo sfogo di un generale Vannacci perchè tanti liberali e riformisti si rimettessero in riga come degli scolaretti agli ordini dei comunisti in nome dell'ennesima immaginaria emergenza neofascismo. Un riflesso che si ripete da 50 anni e più. Innanzitutto però bisogna rimettere ordine nella storia. Nel conflitto mondiale tra nazismo e democrazie liberali i comunisti erano inizialmente formalmente neutrali, ma di fatto schierati col nazismo, secondo la linea del pacifismo unilaterale vista poi più volte nella storia dei conflitti tra le democrazie liberali e le altre dittature non comuniste, poi Hitler decide di rompere il patto Molotov-Ribbentrop e invade la Russia, allora i comunisti cercano l'alleanza coi liberali. In Italia questa alleanza vede i comunisti riuscire anche a mettersi alla sua testa egemonizzandola, attraverso la linea dell'antifascismo progressivo portata avanti da Togliatti. Ovviamente, una volta sconfitta l'alleanza nazifascista e finita la seconda guerra mondiale, nel mondo l'alleanza contronatura e puramente contingente comunisti-liberali si scioglie e inizia l'inevitabile guerra fredda. Chi è antifascista non può che essere anche anticomunista e chi è anticomunista non può che essere anche antifascista viceversa. Solo in Italia invece, in nome di un permanente inventato pericolo di ritorno del fascismo, una parte minoritaria ma importante del mondo liberale o riformista si è fatto gabbare dai comunisti e ha vissuto e vive tutt'oggi ancora come se fossimo nel 1943, portando acqua al pesce della democrazia progressiva verso la dittatura comunista, tutto ovviamente in nome della difesa della stessa democrazia dal fascismo. Lo schema e il ritornello è sempre lo stesso. La Dc? Fascista. Craxi? Fascista. Berlusconi? Fascista. Renzi? Fascista. Salvini? Fascista. I moderati, il centro? politicamente non esiste o al massimo è solo espressione deteriore di compromessi e inciuci. O sei di sinistra o sei di estrema destra. Punto. Quindi i sinceri democratici devono compattarsi e mettersi sotto il cappello dei comunisti per salvare la democrazia. E alcuni moderati ci sono cascati mettendosi sotto. Eppure per quarant'anni gli italiani hanno eletto una coalizione centrista, poi smantellata dal golpe fasciocomunista di mani pulite, in nome di un reato, il finanziamento di aziende private ai partiti, che esiste solo in Italia e nelle dittature comuniste. Invece il finanziamento della dittatura sovietica al Pci non è stato considerato reato. Le due minoranze organizzate di sinistra e di destra hanno lasciato così senza rappresentanza politica la maggioranza centrista decapitandone i vertici politici, come Mussolini decapitò le organizzazioni antifasciste. La maggioranza senza rappresentanza centrista ha però trovato uno sbocco sui generis in Berlusconi, che fondò Forza Italia ed ebbe l'intuizione di allearsi con la destra, isolando la sinistra, capendo che all'interno della destra missina c'era comunque una maturazione in senso democratico maggiore rispetto alla sinistra, rimasta invece intimamente antidemocratica e antiliberale. La storia gli ha dato ragione. Fini ha rotto col fascismo portando l'Msi sul piano dei conservatori, diventando poi paradossalmente stimato più a sinistra, ma solo per la sua rottura con Berlusconi, il quale la sinistra precedentemente aveva accusato di averlo sdoganato. I postcomunisti invece nel tempo, dopo una trasformistica conversione al liberalismo post-crollo Unione Sovietica, dopo l'emergere della Cina comunista finiranno convintamente alleati coi grillini e su posizioni antiliberiste. In nome della conversione green ora grillini ed euroburocrati sono ricongiunti. L'Europa in preda al neoecosocialismo aveva intanto imposto la destituzione di Berlusconi nel 2011, contro la volontà democratica del popolo italiano. Tolto di mezzo Berlusconi la strada sembrava aperta ad un nuovo bipolarismo composto da due sinistre, la sinistra populista-grillina e la sinistra tecnoburocratica, divise su alcuni aspetti, ma unite nel colpire famiglie e risparmiatori. L'obbiettivo programmatico-economico infatti è uno solo, la caccia al tesoro del risparmio degli italiani. I nuovi Robin Hood miliardari rubano ai ceti medi per dare ai finti poveri. 

Ancora una volta però è arrivato un argine inaspettato, quello di Renzi, che come Berlusconi nel 1994 ha salvato la democrazia e ha impedito che l'Italia diventasse una sorta di Venezuela filocinese o di Repubblica eurosocialista. In questo caso però agendo dentro la sinistra, è stato infatti un liberale come Renzi a non farsi usare ma ad usare i comunisti, che pensavano di usarlo. Il mondo moderato infatti, in un momento in cui il centrodestra era alla deriva, con Berlusconi fatto fuori, Fini sparito e la Lega in mano ad un paraculomunista come Salvini, ha trovato in Renzi una sponda. E' stato un cambio di rotta impressionante, la rottura dell'egemonia politico-culturale dei pci-pds all'interno della sinistra, interrotta però dalla seconda affermazione elettorale dei grillini con l'inaspettato assist di Salvini, che con loro ha creato una nuova maggioranza di governo. Attraverso le sue capacità politiche Renzi è però riuscito con astuti giochi di palazzo a mettere fuori gioco prima Salvini e poi i grillini, portando a Palazzo Chigi un outsider come Draghi. 

Ora i giochi sono di nuovo aperti, in Italia c'è un governo eletto dal popolo che esprime una maggioranza chiara dopo più di dieci anni, ancora una volta si vince virando al centro e allo stesso tempo mostrandosi estranei sia al populismo di sinistra che alla tecnoburocrazia di sinistra, la Meloni infatti mostra un approccio atlantista e istituzionale raccogliendo paradossalmente il testimone di Draghi, triplicando il putiniano Salvini nei voti, ma va all'incasso anche per non essere scesa a patti con nessuna delle due sinistre, cosa che Salvini con una parte e Forza Italia con l'altra hanno deciso di fare, mentre Renzi paga la sua immagine risultata troppo europeista e "macroniana" e per il fatto che molti hanno scambiato un outsider come Draghi per un appartenente alla tecnoburocrazia. Liberali e riformisti sapranno essere autonomi dalle due sinistre e contemporaneamente trovando una convergenza su alcuni temi con la destra conservatrice, oppure ancora una volta una parte di essi si farà irretire dalla sinistra in nome di una lotta ad un fascismo immaginario?

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