Pagine

lunedì 4 maggio 2020

Le radical-churette

Vogliamo parlare dei radical-chic? O vogliamo parlare delle radical-churette (si legge sciurette), che dieci anni fa languivano per il monarca deposto tibetano Dalai Lama e oggi vanno in brodo di giuggiole per il grande imperatore cinese Xi, sempre preoccupate per l'inquinamento che le nostre fabbriche producono pedalando con le loro biciclette con la targa no oil per il centro città mentre il pendolare viene taglieggiato dalle gang centroamericane sui treni locali e loro tengono il riscaldamento nelle loro case a palla e rimangono silenti sull'inquinamento dello strasviluppo cinese, poetesse della decrescita (in)felice in Europa e ammirate dall'imponente sviluppo del Pil cinese, scandalizzate dal Jobs act di Renzi e indifferenti alle condizione degli operai cinesi, contrite dal presunto stato di oppressione dei mussulmani palestinesi e ignave dei lager in cui gli uiguri mussulmani vengono messi a lavorare ai lavori forzati in Cina per cucire i loro vestiti alla moda ma rigorosamente pauper-chic e gandhian style. Vogliamo parlare di queste mariche che vanno al gay-pride inneggiano all'Islam e non dicono una parola sui gay iraniani impiccati sulle gru e lasciati a penzolare nelle piazze persiane per giorni come i partigiani di piazzale Loreto che Oriana Fallaci si rivolta nella tomba? Vogliamo parlare di queste caricature di femminismo  che odiano il maschio italiano e lo accusano di un inesistente femminicidio e non dicono una parola sulla violenza dei mussulmani e degli africani verso le loro donne? Vogliamo parlare di queste gerarchette che odiano il cristianesimo in nome della libertà e poi venerano le religioni orientali che negano l'individuo, che fanno posa di anticlericalismo e poi dicono le stesse cose che dice papa Peron Francesco? Beh, per una volta ne abbiamo parlato.

Nessun commento:

Posta un commento