Per l'ennesima volta un esponente grillino esprime il suo antisemitismo, il senatore Lannutti riporta sui social il falso storico della Russia zarista "i protocolli dei savi di Sion" sulla presunta congiura di ebrei, massoni e banchieri per dominare il mondo e un altro articolo in cui si parla delle "30 famiglie che controllano il mondo". Non un incidente o un caso isolato, ma un punto fondante del movimento apocalittico fondato da Casaleggio, quello di parlare di pochi ricchi (ebrei) che controllano il mondo a discapito dei popoli, come sostenevano i nazisti. La novità è che ora tutti i grandi giornali e telegiornali se ne sono accorti, meglio tardi che mai. Di Maio prende ufficialmente le distanze ma in realtà il senatore non si dimette.
Chi monitora i siti complottisti sa che alla fine, gratta gratta, scava scava, la madre di tutti i complotti, il complotto ebraico, viene sempre fuori in queste pagine. Complottismo e antisemitismo sono indissolubilmente legati. Come poi i grandi segreti delle famiglie mondiali possano essere facilmente consultabili da qualsiasi segaiolo da tastiera con una semplice ricerca su google è un altro grande enigma.
E mentre il senatore Lannutti ci parla delle 30 famiglie che controllano il mondo, giornali e televisioni sicuramente più autorevoli ci danno la notizia riportata dall'associazione Oxfam che sostiene che le 26 persone più ricche del mondo detengono lo stesso patrimonio delle 3,8 miliardi più povere del pianeta. Senza entrare nell'attendibilità di questo rapporto (già diversi economisti hanno contestato questi dati), la domanda è che differenza c'è tra dire che 30 famiglie controllano il mondo e che 26 persone hanno tanti soldi quanti miliardi di persone? Il messaggio che si vuole trasmettere è molto simile e semplice, pochi riccastri controllano il mondo e sono responsabili della povertà e delle sofferenze mondiali, anche se nel primo caso c'è l'elemento razziale e nel secondo no, però i due più noti sostenitori di Oxfam sono due politici strenuamente antiisraeliani, il vescovo sudafricano Desmond Tutu e l'irlandese Mary Robinson.
La realtà è chiaramente più complessa e articolata, ma oggi sembra che tutto si debba ridurre alle elite da una parte e il popolo dall'altra, senza classi intermedie, anche se non si capisce bene perchè il presidente francese eletto dal popolo, Macron, sia unanimemente considerato elite, mentre lo speculatore finanziario, il ministro grillino Savona, non eletto da nessuno, è popolo. D'altronde sembra essere tornata la lotta di classe, il motore della storia, ma sotto forma di un manicheismo tranciante e moralistico, non più le articolate e complesse analisi di Marx sui detentori dei mezzi di produzione, i lavoratori salariati, il plus valore, non la prospettiva di una nuova società, di un uomo nuovo, di nuovi rapporti di produzione, ma solo un populismo senza proposte che non va oltre il togliamo ai ricchi per dare ai poveri.
Per quanto riguarda il tema della povertà, ci si potrebbe chiedere se davvero i poveri ci sono perchè ci sono i miliardari o se ci sono altri motivi, se davvero i ceti medi non esistono più, quante persone nel mondo negli ultimi 30 anni sono uscite dalla povertà in quei paesi che sono entrati a contatto con la globalizzazione e quante sono diventate più povere in quei paesi che hanno sperimentato già governi antiliberisti e fasciocomunisti come il Venezuela, ma sembra che le diseguaglianze nel mondo siano sorte solo negli ultimi 20 anni. Eppure 20 anni fa se osavi criticare il capitalismo e la società liberale eri considerato un dinosauro, oggi invece si è passati all'estremo opposto, l'anticapitalismo senza proposte va di moda. E invece aveva ragione chi diceva che la socialdemocrazia senza liberalismo è destinata ad essere solo l'apripista del populismo rossonero e del neostalinismo, così come senz'altro il liberalismo ha bisogno di quell'iniezione di socialismo, di quelle regole sociali e di quelle pari opportunità e diritti sociali che garantiscano la reale espressione di ogni individuo.
Blog che si occupa di geopolitica, politica italiana, storia del comunismo, della sinistra italiana e osservatorio sui movimenti estremistici e sul nuovo antisemitismo
martedì 22 gennaio 2019
Il governo rossobruno e il soccorso rosso
Altro che alleanza innaturale. Salvini, Di Maio, Di Battista e Fico sono più uniti che mai. Ancora una volta sono riusciti a mettere al centro dell'agenda politica e mediatica l'immigrazione relegando i temi dell'economia reale in secondo piano. L'ora delle decisioni irrevocabili contro quei radical-chic di francesi è giunta, la nazione proletaria italiana si scaglia contro il neocolonialismo, la settimana della rabbia collettiva si eternizza e la grande coalizione dei falliti, dei frustrati può dare la colpa contemporaneamente e in un unico malloppone agli immigrati, ai francesi, all'Europa, alla sinistra, a Renzi, alla Boschi, al Pd, alla Boldrini, ai radical-chic, ai buonisti, ai plutocrati, ai banchieri (ebrei), ai mondialisti globalizzatori.
Il soccorso rosso a tutto questo è sempre in mobilitazione permanente, i dotti sociologi neomarxisti ci spiegano le magnifiche sorti del neoluddismo e del neoegualitarismo. Vincono Salvini e Di Maio? Sì, ma la colpa è dell'economia liberale, della globalizzazione, del Jobs Act, in ultima analisi e come sempre di Renzi, che crea diseguaglianza, precarietà, insicurezza, quindi paura degli immigrati e razzismo. Un determinismo economico-sociale che neanche il comintern degli anni '20, peccato che negli anni della crisi gli immigrati sono diminuiti in Italia. Nel 2004 erano quasi due milioni, nel 2011 sono diventati quasi 5 milioni, ma chi governava in quei anni? Mi pare la Lega e Berlusconi. Negli anni dei governi tecnici addirittura c'è un calo della presenza di stranieri, poi negli anni del governo Renzi un leggero aumento per arrivare alla cifra di circa poco più di 5 milioni di oggi, più circa 500mila clandestini. Ed è proprio l'immigrazione clandestina a generare insicurezza e quindi premiare i movimenti xenofobi e populisti, non le diseguaglianze economiche e il libbberismo.
Ma per quella sinistra infatuata dei rapinatori sottoproletari alla Cesare Battisti la sicurezza è una cosa da guardare con snobistico fastidio, un tema da "ricchi". Ma se nel 2018 in un mondo globale è normale che ogni paese abbia una quota di stranieri residenti, è chiaro che nessun paese può accettare l'immigrazione clandestina e che la sicurezza è un valore in sè e un bisogno sociale (per usare un termine caro a certi ambienti) che se viene negato (così come viene negato che abbiamo un problema con l'Islam radicale) gonfia le fila degli xenofobi, non la globbbalizzazione e il kattivone Renzie.
Il soccorso rosso a tutto questo è sempre in mobilitazione permanente, i dotti sociologi neomarxisti ci spiegano le magnifiche sorti del neoluddismo e del neoegualitarismo. Vincono Salvini e Di Maio? Sì, ma la colpa è dell'economia liberale, della globalizzazione, del Jobs Act, in ultima analisi e come sempre di Renzi, che crea diseguaglianza, precarietà, insicurezza, quindi paura degli immigrati e razzismo. Un determinismo economico-sociale che neanche il comintern degli anni '20, peccato che negli anni della crisi gli immigrati sono diminuiti in Italia. Nel 2004 erano quasi due milioni, nel 2011 sono diventati quasi 5 milioni, ma chi governava in quei anni? Mi pare la Lega e Berlusconi. Negli anni dei governi tecnici addirittura c'è un calo della presenza di stranieri, poi negli anni del governo Renzi un leggero aumento per arrivare alla cifra di circa poco più di 5 milioni di oggi, più circa 500mila clandestini. Ed è proprio l'immigrazione clandestina a generare insicurezza e quindi premiare i movimenti xenofobi e populisti, non le diseguaglianze economiche e il libbberismo.
Ma per quella sinistra infatuata dei rapinatori sottoproletari alla Cesare Battisti la sicurezza è una cosa da guardare con snobistico fastidio, un tema da "ricchi". Ma se nel 2018 in un mondo globale è normale che ogni paese abbia una quota di stranieri residenti, è chiaro che nessun paese può accettare l'immigrazione clandestina e che la sicurezza è un valore in sè e un bisogno sociale (per usare un termine caro a certi ambienti) che se viene negato (così come viene negato che abbiamo un problema con l'Islam radicale) gonfia le fila degli xenofobi, non la globbbalizzazione e il kattivone Renzie.
lunedì 21 gennaio 2019
Domande diverse, ma risposte uguali
La retorica da centro sociale contro il fondo monetario internazionale di Salvini, la bufala della moneta colonialista francese ripresa da Di Maio direttamente dalle pagine dei terzomondisti, sono il punto dove il rosso e il nero si uniscono nella grande crociata contro la globalizzazione neoliberale, grande capro espiatorio internazionale. La gente è razzista? Colpa dei ricchi e della globalizzazione che rende tutti più insicuri è la risposta sulla faccia sinistra della medaglia. l'Immigrazione ci sta invadendo? Colpa dei ricchi ebrei come Soros e della globalizzazione liberale è la risposta sulla faccia destra della medaglia, ma già tutto si mescola. Domande diverse, ma risposte uguali e convergenti.
Nello scontro tra democrazia liberale e neototalitarismo in mezzo al guado rimangono gli utili idioti che mettono sullo stesso piano Minniti e Salvini e continuano a trattare i grillini come compagni che sbagliano, in nome di una retorica stracciona e semplificatoria che pensa di risolvere tutto con l'immigrazione clandestina usando i migranti come carne da macello per rinverdire la loro guerra allo stato e al capitalismo.
Nello scontro tra democrazia liberale e neototalitarismo in mezzo al guado rimangono gli utili idioti che mettono sullo stesso piano Minniti e Salvini e continuano a trattare i grillini come compagni che sbagliano, in nome di una retorica stracciona e semplificatoria che pensa di risolvere tutto con l'immigrazione clandestina usando i migranti come carne da macello per rinverdire la loro guerra allo stato e al capitalismo.
venerdì 18 gennaio 2019
Potere alla parola
Potere alla parola diceva un gruppo rap di qualche anno fa e chi pensa che le parole non contino si sbaglia. E non parliamo delle parole sui blog grillini, a cui credono solo gli elettori grillini, ma quelle che vengono dai giornali neutrali, accusati dagli stessi grillini di essere propaganda di regime anti5stelle ma in realtà certificano la egemonìa culturale del Di maio team. Pensiamo infatti a tutti quei media che annunciano l'istituzione del reddito di cittadinanza in queste ore. Ora reddito di cittadinanza significa che chiunque abbia la cittadinanza italiana ha diritto ad un redditto, ma questo non è stato istituito. Non ci saranno infatti 1000 euro al mese per tutti, come promettevano i pentafelpati in campagna elettorale, ma una media di 200 euro per un milione di persone, che tra l'altro dovranno spenderli e che scadranno tra 18 mesi se non verranno accettate fantomatiche offerte di lavoro. Proviamo allora a dire reddito di inclusione, la norma istituita dal precedente governo del Pd, abolita dall'attuale governo, che dava più o meno lo stesso alla stessa platea, e non a termine, ma che con questo nome appare alquanto modesta, oltre al fatto che nessun giornale ne ha parlato.
martedì 8 gennaio 2019
Guida al linguaggio orwelliano della Casaleggio Associati
80 euro (per sempre) di Renzi in busta paga- mancia elettorale
190 euro al mese per 18 mesi - Reddito di Cittadinanza
Reddito di inclusione Gentiloni - non esiste
Jobs act, diminuzione tasse sul lavoro - schiavitù, precarietà
Aumento tasse sul lavoro - Decreto dignità
Decreto salva banche governo Renzi - aiuto ai banchieri amici e parenti
Decreto salva banche governo Di maioSalvini- tutela risparmiatori
190 euro al mese per 18 mesi - Reddito di Cittadinanza
Reddito di inclusione Gentiloni - non esiste
Jobs act, diminuzione tasse sul lavoro - schiavitù, precarietà
Aumento tasse sul lavoro - Decreto dignità
Decreto salva banche governo Renzi - aiuto ai banchieri amici e parenti
Decreto salva banche governo Di maioSalvini- tutela risparmiatori
sabato 5 gennaio 2019
Vittorio Arrigoni ucciso in Palestina perchè gay
Vittorio Arrigoni era un attivista della causa palestinese che viveva a Gaza e proprio a Gaza fu ucciso da un gruppo salafita nel 2011. Gli imputati al processo giustificarono la loro azione criminosa descrivendo Vittorio come un elemento che aveva portato la corruzione occidentale in Palestina. La sua colpa era quella di essere gay.
Purtroppo è questa la grande contraddizione per chi si schiera per la causa terzomondista e si ritrova a confronto con realtà reazionarie e oscurantiste. Il mai risolto rapporto con la modernità e le mai abbandonate tesi sull'imperialismo di Lenin portano ad un cortocircuito insolubile, per cui il giornalista del Manifesto, Michele Giorgio, è arrivato a scrivere " “tre dei quattro imputati per l’assassinio di Vittorio Arrigoni hanno lanciato un insidioso tentativo di gettare fango sulla figura dell’attivista e giornalista italiano“, come se essere gay fosse una accusa infangante, ma è lo stesso reporter a spiegare il senso di per sè incomprensibile di una frase detta da un giornale che sostiene in Occidente il movimento lgbt: “Vittorio conosceva bene le tradizioni di Gaza, rispettava la sua gente ed era attento a non turbare le sensibilità locali.“
Quindi questa è la gerarchia, al primo posto la geopolitica, la lotta contro l'Occidente e Israele, in secondo luogo gli ideali politici e all'ultimo posto la difesa della diversità, che in realtà appare come un mero strumento della lotta ideologica, subordinata a sua volta alla geopolitica.
La sinistra riformista e i liberali in generale devono perciò riprendere in mano la battaglia per la diversità, sottraendola dal gioco dell'egualitarismo, ma non facendosi strumentalizzare a loro volta dai nazionalpopulisti, che anche loro scavano nelle ipocrisie della sinistra egualitaria, ma solo per imporre il loro egualitarismo di estrema destra, che al conformismo sociale e ideologico dell'estrema sinistra, contrappone un conformismo morale e antropologico.
Purtroppo è questa la grande contraddizione per chi si schiera per la causa terzomondista e si ritrova a confronto con realtà reazionarie e oscurantiste. Il mai risolto rapporto con la modernità e le mai abbandonate tesi sull'imperialismo di Lenin portano ad un cortocircuito insolubile, per cui il giornalista del Manifesto, Michele Giorgio, è arrivato a scrivere " “tre dei quattro imputati per l’assassinio di Vittorio Arrigoni hanno lanciato un insidioso tentativo di gettare fango sulla figura dell’attivista e giornalista italiano“, come se essere gay fosse una accusa infangante, ma è lo stesso reporter a spiegare il senso di per sè incomprensibile di una frase detta da un giornale che sostiene in Occidente il movimento lgbt: “Vittorio conosceva bene le tradizioni di Gaza, rispettava la sua gente ed era attento a non turbare le sensibilità locali.“
Quindi questa è la gerarchia, al primo posto la geopolitica, la lotta contro l'Occidente e Israele, in secondo luogo gli ideali politici e all'ultimo posto la difesa della diversità, che in realtà appare come un mero strumento della lotta ideologica, subordinata a sua volta alla geopolitica.
La sinistra riformista e i liberali in generale devono perciò riprendere in mano la battaglia per la diversità, sottraendola dal gioco dell'egualitarismo, ma non facendosi strumentalizzare a loro volta dai nazionalpopulisti, che anche loro scavano nelle ipocrisie della sinistra egualitaria, ma solo per imporre il loro egualitarismo di estrema destra, che al conformismo sociale e ideologico dell'estrema sinistra, contrappone un conformismo morale e antropologico.
venerdì 4 gennaio 2019
Boldrini e Salvini contro l'Arabia Saudita
La finale di supercoppa italiana si giocherà in Arabia Saudita e pare che le donne potranno entrare solo in alcuni settori dedicati alle famiglie, mentre altri saranno dedicati agli uomini. Il paese islamico ha però smentito affermando che le donne potranno liberamente entrare allo stadio, anche se la smentita è stata abbastanza ignorata.
Sono intervenuti infatti due personaggi apparentemente agli antipodi come Salvini e Boldrini. Tutti e due hanno stigmatizzato il paese arabo che non rispetta i diritti delle donne. Tutti e due si sono comportati da politici, nel senso peggiore del termine, cioè strumentalizzando per i propri fini la vicenda e perciò i diritti delle donne, le libertà democratiche non c'entrano nulla.
Salvini, che ultimamente interviene spesso sul calcio come un classico leader popolar-totalitario, usa la lotta all'Islam oscurantista come strumento nella sua lotta all'immigrazione, colpisce l'Islam per colpire gli immigrati indiscriminatamente. La Boldrini invece di solito non attacca mai i paesi islamici, vuoi per un malinteso antisalvinismo, vuoi per terzomondismo di riflesso, ma allora perchè questa inedita presa di posizione? Perchè l'Arabia Saudita è un alleato storico degli Stati Uniti, ma sopratutto negli ultimi mesi si è avvicinata in maniera senza precedenti a Israele in chiave anti Iran, il quale invece è un partner commerciale dell'Unione Europea e in particolare dell'Italia. Quindi in realtà Salvini continua la sua lotta contro l'immigrazione e la Boldrini contro l'America, Israele e l'occidente. I diritti delle donne sono solo uno strumento.
Sono intervenuti infatti due personaggi apparentemente agli antipodi come Salvini e Boldrini. Tutti e due hanno stigmatizzato il paese arabo che non rispetta i diritti delle donne. Tutti e due si sono comportati da politici, nel senso peggiore del termine, cioè strumentalizzando per i propri fini la vicenda e perciò i diritti delle donne, le libertà democratiche non c'entrano nulla.
Salvini, che ultimamente interviene spesso sul calcio come un classico leader popolar-totalitario, usa la lotta all'Islam oscurantista come strumento nella sua lotta all'immigrazione, colpisce l'Islam per colpire gli immigrati indiscriminatamente. La Boldrini invece di solito non attacca mai i paesi islamici, vuoi per un malinteso antisalvinismo, vuoi per terzomondismo di riflesso, ma allora perchè questa inedita presa di posizione? Perchè l'Arabia Saudita è un alleato storico degli Stati Uniti, ma sopratutto negli ultimi mesi si è avvicinata in maniera senza precedenti a Israele in chiave anti Iran, il quale invece è un partner commerciale dell'Unione Europea e in particolare dell'Italia. Quindi in realtà Salvini continua la sua lotta contro l'immigrazione e la Boldrini contro l'America, Israele e l'occidente. I diritti delle donne sono solo uno strumento.
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