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giovedì 21 giugno 2018

Non è diversità, ma egualitarismo

Vietato discriminare sulla base di razza, religione o genere. Questo è scritto sulla nostra costituzione e questo è un principio basilare e giusto, ma cosa si intende per discriminare? Oggi noi vediamo come l'interpretazione si muove sempre più verso l'idea che sia vietato criticare una religione, un gruppo etnico, un genere che non appartenga al genere maschile, bianco, borghese e cristiano o ebraico. Ma criticare non vuol dire discriminare. Ci troviamo sempre più verso una forma di neocensura, dove chiunque si possa ritenere offeso nei propri credi o nelle proprie appartenenze può invocare la censura e il divieto, ma ancora di più ci troviamo sempre più nell'ottica di un razzismo alla rovescia, dove una persona, invece di sentirsi tale come individuo, si sente affermata nella propria identità solo su base etnica e religiosa o di genere. La diversità non è più l'affermazione dell'individuo che non deve essere giudicato per il colore della sua pelle, la sua classe sociale, il suo genere, ma al contrario diventa il mettere tutte le religioni, le idee, le etnìe, i generi, sullo stesso piano. Non è diversità, ma egualitarismo. Non è rispetto dell'individuo, ma socialismo. Il multiculturalismo non è pluralismo e differenze di idee, ma il mettere sullo stesso piano tutte le culture. In questo modo è vietato dire che esistono culture e paesi più avanzati o migliori, è negazione del concetto di progresso, è un multiculturalismo di senso reazionario, dove tutto ciò che è arretrato e retrogado si prende la sua rivincita.

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