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venerdì 8 giugno 2018

Israele è sempre meno sola

L'immagine che giornali come il Corriere della sera, La repubblica, Il fatto quotidiano, per non parlare di Tg1, Tg3, La7 e Sky, danno del conflitto mediorientale è quello schematico e immobile di una realtà cristallizzata dove aggressori e vittime sono bene definiti da 70 anni. La realtà è ben diversa, non solo per le radici storiche del conflitto, ma anche per quello che si sta muovendo negli ultimi anni. Lungi dall'essere un governo di "ultraortodossi" ed "estremisti di destra", il governo israeliano di Netanyahu sta allacciando una serie di rapporti proficui con i paesi arabi che stanno cambiano la geopolitica dell'area. Oltre al partner storico giordano, oggi Israele è molto vicino a paesi come l'Arabia Saudita, la quale con il lavoro del nuovo principe ereditario sta intraprendendo un percorso di riforme liberalizzatrici, ma anche ad uno storico ex "nemico" come l'Egitto, con il quale contiene la minaccia di Hamas lungo la striscia di Gaza e collabora con la stella di Davide su un piano di intelligence, ma la grande novità dei prossimi mesi potrebbe essere anche il nuovo Iraq emerso dalle ultime elezioni, che potrebbe distanziarsi dall'Iran e avvicinarsi anch'esso ad Israele. Un'altra grande vittoria diplomatica del governo israeliano è stata però sicuramente l'accordo con la Russia degli ultimi giorni di limitare la presenza iraniana in Siria, con l'ammonimento russo agli sciiti di abbandonare il paese dopo la sconfitta dei "terroristi" (termine in realtà aleatorio con cui Putin definisce non solo l'Isis e Al Qaeda, ma anche gli indipendentisti curdi e i ribelli democratici siriani). Si è inoltre consolidato lo storico sodalizio con gli Stati Uniti, dopo le ambiguità della precedente amministrazione, ma Israele risulta sempre meno isolato nel mondo, allacciando rapporti commerciali, diplomatici e solidaristici con paesi dell'Africa, dell'Asia e del Sud e CentroAmerica. Oggi, ad esprimere ostilità verso il legittimo stato Ebraico, risultano solo l'Iran, la Turchia del neosultano Erdogan e ahinoi l'Unione Europea, sempre più succube dei due sopracitati dittatoriali paesi. Per non parlare della sempre più screditata Onu, un'organizzazione che elegge a presiedere le commissioni per i diritti umani paesi come la Siria, l'Iran e la Corea del Nord.

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