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giovedì 15 giugno 2017
Renzi in cinque passaggi chiave
Volendo semplificare il percorso di Renzi, potremmo dire che il segretario del Pd ha colto alcuni passaggi vincenti nella sua scalata. Innanzitutto ha individuato in D'Alema il suo antagonista, capendo che l'ex segretario del Pds era un gigante dai piedi d'argilla. Oggi sembra scontato, ma quando Renzi ha deciso di sfidarlo si trovava di fronte ancora un personaggio potentissimo, ma frutto più di una rete di relazioni che di una solida struttura programmatica. Ma perchè D'alema? Questo introduce il secondo passaggio: Renzi, in continuità con Veltroni, ha deciso di cambiare lo schema politico del partito d'alemiano, capendo che questo schema, centrosinistra alleato con la sinistra radicale o estrema sinistra che dir si voglia, era fallito. Questo introduce il terzo elemento, la politica di Renzi è incentrata su idee economiche incompatibili con la sinistra anticapitalista, dove sinistra per il renzismo è coniugata con l'idea di opportunità e sviluppo, rifiutando l'assistenzialismo, la politica tasse e spesa, sostituendola con una politica di riforme dove la libertà d'impresa non è più vista come il nemico. Il quarto elemento riguarda la politica estera e il passaggio dalla politica tradizionalmente filo-araba della sinistra postbrezneviana a una più filo-israeliana e filo-occidentale, seppur con alcune cautele, si veda l'equidistanza tra atlantismo e Russia. Come si vede Renzi non ha inventato nulla, ma ha saputo giocare bene le sue carte portando alle estreme conseguenze alcuni punti che leader della sinistra comunista e postcomunista come Amendola, Napolitano e Veltroni avevano timidamente abbozzato ed è favorito nella costruzione di una sinistra liberale e riformista dalla deriva populista del centrodestra da una parte e dalla deriva populista e filo-grillina dell'estrema sinistra dall'altra, dove la dialettica marxista del superamento del capitalismo sulle basi del capitalismo stesso, è stata sostituita da un anticapitalismo radicale, manicheo, primitivista e antimoderno. E' anche per questo che Renzi ha visto in Grillo il suo nemico principale, facendo gli altri il suo gioco e aprendogli spazi. Nemico interno, politica delle alleanze, politica economica, politica estera e spazi da sfruttare sono i cinque passaggi chiave del renzismo. In questo articolo è rimasto fuori il discorso, importantissimo, dell'organizzazione del partito e dei militanti, il sesto elemento. Renzi non avrà saputo conquistare i salotti e le redazioni di sinistra, ma ha saputo conquistare la base del Pd, quando una volta perse le prime primarie contro Bersani, si è comportato con disciplina di partito sostenendo Bersani, viceversa quest'ultimo e D'alema, una volta perso la maggioranza, si sono comportati come i peggiori frazionisti antipartito, perdendo ogni credito tra i volontari del partito.
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