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giovedì 20 settembre 2012

Vendola e le primarie

Vendola ora non sa più se partecipare alle primarie, perchè non gli è chiaro se sono di coalizione o una consultazione interna al PD. Ma se Vendola vuole che le primarie siano di coalizione e non una consultazione interna al PD, non deve fare altro che parteciparvi. Il resto è tatticismo.

lunedì 17 settembre 2012

Renzi è di destra?

Se c'è una legge della politica, questa è che quando un leader prende posizione in una disputa interna ad un partito avversario lo fa per acuire la contraddizione e spaccare quel partito, e non certo per sostenere una tesi.
Le parole di Berlusconi “Renzi porta avanti le nostre idee sotto le insegne del PD” non fanno eccezione a questa legge.
Sarebbe paradossale che qualche avversario interno di Renzi prendesse le parole di Berlusconi come la prova provata delle propria tesi che Renzi sia di destra, cascando con tutte e due i piedi nel tranello di Berlusconi.

Alleanze future


Il PD pare orientato a stringere accordi con Casini da una parte e Vendola dall'altra, ma i due hanno mosso veti reciproci e perciò potrebbe sembrare che ora sia il PD a dover scegliere se allearsi o con l'UDC o con Vendola.
Ma davvero è il PD che deve scegliere?

Sarebbe un errore adottare lo schema secondo cui chi è più simile a Vendola propende per l'alleanza con Vendola e chi è più simile a Casini propende per l'alleanza con Casini. A ben vedere non è il PD che deve scegliere con chi allearsi, ma sono Vendola e Casini che devono far sapere cosa vogliono fare, e cioè se vogliono rispondere positivamente alla proposta del PD, che è il partito più grande e non ha problemi di soppravivenza, mentre ne' Vendola ne' Casini sono realmente nelle condizioni di porre veti o aut aut.

Fermo restando che l'alleato migliore non è chi ha le idee più simili alle tue, ma chi stringe accordi con te sulla base di un buon compromesso. Se c'è chi è ad un passo da te, ma è intransigente e non si muove dalle sue posizioni, sarà più difficile stringere un'alleanza con lui rispetto a chi è a dieci passi da te, ma è disposto a muoversi di qualche passo verso di te.

Vendola proviene dalla sinistra radicale, e la storia della sinistra radicale è nota. Si tratta di una parte politica che si allea con altri solo per motivazioni di soppravvivenza e tattiche per dividere il campo del proprio alleato, e Vendola, con il propagandistico lancio del referendum sull'art. 18 – in una reunion di settari succubi del populismo di Di Pietro – ha confermato di continuare a far parte di quella storia.
Ma vediamo anche la questione delle coppie gay, mentre Casini è disposto a spingersi alle unioni civili, Vendola intransigentemente non si muove dalla sua posizione di matrimoni a tutti gli effetti.
C'è però chi teme che una mancata alleanza con Vendola porterebbe una parte degli elettori del Pd delusi a votare per Vendola. Ma si tratterebbe di una cosa senza precedenti, perchè fin qui Vendola ha fatto il pieno quando si è presentato alleato e organico al centrosinistra. Se invece Vendola scegliesse di andare da solo o in una riedizione della sinistra arcobaleno, rischierebbe di non entrare nemmeno in parlamento, come già nel 2008. E ancor di più oggi che il campo degli eterni delusi è occupato da Grillo.

martedì 22 maggio 2012

I ballottaggi del 20-21 Maggio 2012, Vince il PD, prima volta di Grillo a Parma

La mappa politica del Piemonte e della Lombardia è completamente ribaltata, il centrosinistra con il PD come perno vince quasi ovunque. Vittorie storiche a Como, Monza, nei centri della Brianza, nelle roccaforti leghiste, e nell'Interland milanese, in comuni dove governava il centrodestra da dieci, vent'anni. Meda, Magenta, Lissone, l'onda lunga di Pisapia e la voglia di cambiamento arrivano anche qui. Si tratta di un cambiamento storico nei feudi del centrodestra e della Lega che non può essere derubricato con le divisioni del centrodestra o oscurata con la vittoria di Grillo a Parma. Stiamo parlando delle zone più popolose e importanti sul piano economico del Paese. Agevole la vittoria anche a Sesto San Giovanni dopo la vicenda Penati. Ma anche in Piemonte il centrosinistra torna a vincere ad Alessandria e Asti.

Nessuna sorpresa a Genova dove il candidato di SeL sostenuto da tutto il centrosinistra vince, vittoria del centrosinistra a Piacenza, nello storico feudo di centrodestra di Lucca.

Solo al Sud il centrodestra tiene in alcuni capoluoghi come Frosinone, Trani, Trapani e già al primo turno Lecce, mentre al Nord fa eccezione Verona con la vittoria di Tosi al primo turno, quasi una vittoria personale più che di partito. Con la lista civica a suo sostegno di gran lunga la più votata.
Su 180 comuni sopra i 15000 abitanti, in 98 vince il PD e il centrosinistra.

A Parma il candidato grillino vince il ballottaggio triplicando i voti rispetto al primo turno, Parma e gli altri comuni dove c'era un grillino al ballottaggio come Garbagnate sono le uniche città dove gli elettori sono tornati al voto per il ballottaggio in numero quasi uguale, e tutti quelli che avevano votato liste escluse dal ballottaggio si sono dirottati sul candidato grillino. Si delinea un elettorato trasversale, principalmente proveniente da destra (Parma è una città di destra) e in parte dall'estrema sinistra, che se c'è un candidato 5 stelle al ballottaggio va a votarlo, mentre se al ballottaggio c'è un pezzo di centrodestra rimane a casa, segno di una profonda frantumazione e divisione a destra, dove la rottura tra PdL e Lega non è faccenda tra apparati, ma riguarda l'elettorato. La coalizione di centrodestra non esiste più come base sociale, alcuni votano ancora il singolo partito, altri si astengono, tutti scelgono solo Grillo come seconda scelta, e non l'altro partito di destra. Si tratta di uno schema non ripetibile a livello nazionale, dove non c'è il doppio turno, ma che denota un'area di espansione da parte del mov. 5 stelle che il centrosinistra attualmente non ha.
Il PD è il primo partito italiano, l'unico partito di massa e presente su tutto il territorio nazionale, la coalizione di centrosinistra oggi sarebbe vincente a livello nazionale, ma non si vede una proiezione espansiva nei confronti del resto del'elettorato, su questo bisognerà lavorare. Al secondo turno il centrosinistra vince praticamente ovunque tranne a Parma, ma ribadendo sostanzialmente i voti del primo turno o in alcuni casi faticando a riportare al voto tutti i propri elettori.

In conclusione il PD ha vinto senza ombra di dubbio queste elezioni, nonostante l'astio antipolitico dei mass-media che lo voleva equiparare agli altri partiti in caduta libera, nonostante il lisciare simpatizzante dei media nei confronti del movimento 5 stelle che dura da almeno l'estate scorsa e coinvolge i centri mediatici più disparati, da Libero.it a Il Corriere della Sera.
Ma vi sono come detto dei segnali da non sottovalutare, il centrosinistra non ha in questo momento capacità espansiva, mentre il mov. 5 stelle è un'opzione in seconda battuta per un vasto elettorato, senza però dimenticare che stiamo parlando di un Movimento che attualmente non esiste al centro e al Sud.

domenica 20 maggio 2012

Il momento del terrorismo

“E' questo il momento” dice un brigatista durante il processo. Quando i terroristi di qualsiasi matrice pensano che sia il momento di agire? I terroristi non cercano il consenso democratico, sono autoreferenziali e consapevolmente minoranze. Il “momento” sono quindi i momenti di frammentazione, quando non c'è un blocco sociale cementato che regge la società, quando c'è un clima di sfiducia verso gli elementi intermedi che fanno la democrazia, quando cresce l'insofferenza verso lo Stato nazionale al quale si contrappone la propria comunità monolitica e incontaminata, l'intolleranza verso la democrazia rappresentativa e la proposta politica con le sue mediazioni a cui si contrappone il mito totalitario della democrazia diretta, le campagne di odio e delinquenza verbale portate avanti contro equitalia da Beppe Grillo, il quale predilige la mafia allo Stato, le diffamazioni contro le basi storiche della Repubblica, la volontà di eliminare i partiti. I cattivi maestri esistono, negli anni '70, come oggi. E' dalle derive ideologiche, dalle campagne mediatiche, dai guru oracolari, dall'insulto quotidiano dei comici, dalla corporazione degli opinionisti anticasta, dall'idea che l'attivismo compulsivo è virtuoso ed è chiamato alla missione di smuovere la presunta passività delle masse, da queste variabili nasce il clima e prendono gli imput i terrorismi di diversa provenienza, tutti accomunati dalla volontà di dimostrare la vulnerabilità dello Stato democratico e delle istituzioni dirottando in questo modo l'indignazione più su di esso che sull'atto terroristico.
Ad ogni atto terroristico scatta poi una certa retorica del chi sono i mandanti e del cui prodest, e cioè a ben vedere gli stessi soggetti che creano il clima fertile al terrorismo sono anche quelli che sostengono che dietro al terrorismo ci sarebbe lo Stato stesso o quantomeno se ne beneficerebbe. Pur essendo vero che una democrazia immatura come la nostra ha vissuto la stagione dei depistaggi e delle infiltrazioni nello Stato democratico, è chiaro per esempio che le stragi degli anni '70 erano opera dei fascisti che non possono essere deresponsabilizzati con la teoria che fossero solo neutra manovalanza, così come il terrorismo rosso era figlio della sinistra extraparlamentare e in particolare dell'autonomia e non di chissà quale complotto internazionale. Il terrorismo di oggi è figlio innanzitutto dell'antipolitica. Non bisogna avere paura a dirlo.

domenica 13 maggio 2012

Amministrative 6-7 maggio 2012, ha davvero vinto l'Antipolitica?

Per un'analisi completa di questa tornata amministrativa, bisognerà aspettare i ballottaggi, ma vi sono alcuni aspetti e dati che paiono già chiari.
Ha votato il 66% degli aventi diritto, l'astensione è stata tutto sommato contenuta rispetto alle previsioni.
Il PD è l'unico partito presente su tutto il territorio nazionale e l'unico che si attesta ampiamente sopra il 20%. Intorno c'è una grande frammentazione e sono state fatte alcune frettolose affermazioni sull'onda di impatti forti, ma parziali, come il 20% dei grillini a Parma che vanno al ballotaggio. Parlare di boom del mov. 5 stelle è eccessivo, perchè questo movimento praticamente non esiste al centro e al sud Italia. E' un fenomeno emiliano con lusinghieri risultati nelle regioni limitrofe, ma in proiezione nazionale i numeri si ridimensionano decisamente.
L'altra frettolosa considerazione è l'estinzione del PdL, il PdL crolla sotto il 10% al nord, ma esiste ancora al sud, dove vince a Lecce e Catanzaro, mentre a Rieti va al ballottaggio.
La Lega Nord crolla anche lei nelle sue roccaforti originarie, soprattutto lombarde, ma non sta meglio in Piemonte, solo a Verona un maroniano, Tosi, fa man bassa di voti, ma attraverso una sua lista civica.
Boom ed estinzione sono le due parole sbagliate per valutare queste elezioni, possono andare bene per qualche eccessivo siparietto comico.

Ma il vero controsenso è affermare che ha perso la politica e ha vinto l'antipolitica (intendendo per antipolitica non il mero qualunquismo, ma l'attivismo distruttivo contro tutti i partiti, nel rifiuto di ogni contaminazione). Chi ha perso sono la Lega Nord e il PdL, che hanno cavalcato per anni l'antipolitica, la lega non è un partito, ma è un movimento storicamente antipolitico, che ha continuato a darsi un'identità antipolitica anche al governo. Quindi ha perso un pezzo di antipolitica ormai logora e impresentabile, e ne ha beneficiato una nuova formazione antipolitica, ma al contempo il primo partito italiano, l'unico a carattere di massa e nazionale, è il PD, un partito politico nel classico senso della parola, che in quanto a radicamento non ha nulla da imparare dai grillini.
Infine si ridimensionano fortemente Vendola e Di Pietro, quest'ultimo in un trend negativo già dalla precedente tornata sta perdendo voti a beneficio di Grillo.

Perdono quei movimenti che competono sul terreno dell'Antipolitica con Grillo, ormai monopolista del verbo antipartitico, crollano al Nord il Pdl e la Lega, perchè sono le due realtà che ci hanno portato all'attuale crisi economica, che si fa sentire più al Nord che al Sud. Ma ferme al palo anche le formazioni centriste che hanno dato un sostegno acritico al governo Monti, viene invece premiato il sostegno critico al governo Monti del PD, partito che si è assunto la responsabilità di appoggiare l'unica alternativa al default greco a cui ci stavano portando Bossi e Berlusconi, ma senza perdere la sua fisionomìa, senza eccessivi mal di pancia da una parte ne' infatuazioni tecnocratiche dall'altra. Infine totalmente insignificante l'opposizione “da sinistra” al governo Monti.
Ma queste elezioni e questa fase è accompagnata dal risorgere del terrorismo, terrorismo che ha sempre dei mandanti morali e culturali, argomento da affrontare a parte.

giovedì 10 maggio 2012

Sabina Rossa sul nuovo terrorismo

"Il messaggio è chiaro la svolta è avvenuta. Cercano proseliti."

Dove? Nella rabbia sociale, tra chi sta perdendo certezze e lavoro?

"Questo è un discorso che non voglio nemmeno sentire. La storia ci insegna che il terrorismo è stato un fenomeno piccolo-borghese che ha trovato manovalanza ieri nel disagio oggi può trovarla nell'antipolitica. Ma lasciamo stare, ieri come oggi, le fabbriche che anzi sono sempre state un presidio di democrazia."

Sabina Rossa, deputata del PD, figlia di Guido Rossa, operaio e militante del partito comunista italiano, assassinato dalle brigate rosse nel 1979.

L'Unità 7 maggio 2012

lunedì 30 aprile 2012

Grillo e i partigiani


Grande scandalo ha fatto l'affermazione di Grillo “se i partigiani fossero vivi riprenderebbero il mitra”, ovviamente contro i politici. Non so quanti si sono soffermati sul fatto che molti partigiani sono ancora vivi, non prendono il mitra, ma vanno nelle scuole ad insegnare il valore della Costituzione, e della nostra democrazia, che non è quella farsa plebiscitaria che gente come Berlusconi e Grillo vorrebbero spacciare. Grillo vuole scandalizzare, vuole che gli si risponda sul suo stesso piano, ma tolto di tutto il suo palcoscenico di smorfie tirate, insulti, sparate, è espressione di una profonda mediocrità che dice cose inesatte, strumentali e sciocche. 

venerdì 10 febbraio 2012

Avanti popolo, il Pci nella storia d'Italia, La mostra a Milano

Qualche mese fa sono stato alla presentazione della mostra, dove un Giuseppe Vacca piuttosto nervoso, ha tenuto a precisare più di una volta che si trattava di una mostra storica, senza nessuna connessione con l'attualità.
L'impatto con la mostra allestita è molto forte, ed essere all'interno di questa mostra mi ha dato il senso di essere in un corpo e in un vento vivo, in un treno in movimento, l'emozione è molto forte ma non è devastante, anzi il senso di articolazione è unito alla solidità che il Pci trasmetteva e aveva.
Un partito che definire partito è riduttivo, dove la minuzia del lavoro non si perdeva in particolarismi dal sentore corporativo, dove ogni aspetto e ogni piano era in trasmissione con l'altro, senza inutili distinguo ombelicali e identitari. Qui si arriva ad un punto interessante, la mostra restituisce un partito mai statico, mai imbalsamato, un partito costantemente teso alla ricerca, che si muove fluidamente nella ricerca e nel passo della storia, e che ha nella ricerca la sua forma vitale. Tutto l'opposto di come veniva e viene dipinto, e tutto l'opposto delle motivazioni e aspirazioni liquidatorie che hanno portato a teorizzare la necessità della chiusura di questa esperienza (difatti chi era più consapevole di ciò, ha fatto sì che il rapporto con la continuità e il mantenimento della struttura prevalesse rispetto alle volontà liquidatorie).

La mostra necessita di parecchio tempo per visitarla tutta, ed è di fatto costituita da documentazione tutta proveniente dal PCI, ciò la rende particolarmente originale, ma non parziale, a riprova di un partito che era nel Paese e nella storia d'Italia.

martedì 31 gennaio 2012

Oscar Luigi Scalfaro

Con quel Io non ci sto Scalfaro fu il primo a dare il via alla battaglia contro l'antipolitica, fu il primo a capire il nesso tra attacco alla politica e attacco alle istituzioni democratiche e repubblicane, il nesso tra indignazione per corruzione e privilegi della politica e insofferenza verso la democrazia, in nome qualora di una astratta democrazia diretta e totale. Ad alcuni può sembrare paradossale, ma è così, questo nesso reale aveva già fatto parte delle fasi più cupe e prerepubblicane della storia d'Italia.


domenica 29 gennaio 2012

Arpad Weisz: nel Giorno della Memoria a Milano

Arpad Weisz: nel Giorno della Memoria a Milano


Venerdì, 27 Gennaio 2012 06:58


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MILANO - 67 anni fa, come oggi, il 27 gennaio, vengono aperti i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz. Un anno prima, il 31 gennaio 1944, Arpad Weisz, l'allenatore con cui l'Inter, allora Ambrosiana, ha vinto il primo campionato a girone unico della storia, nel 1929-30, si arrende alla finale di orrore che la vita gli ha riservato. Ad Auschwitz muore, è l'ombra di quello che è stato, i suoi due bambini, Clara e Roberto, sua moglie Elena sono già stati uccisi dalla follia nazista.
Nel giorno della memoria, il Comune di Milano e F.C. Internazionale non dimenticano. La targa che verrà apposta allo Stadio "Giuseppe Meazza", per tutti San Siro, è il simbolo del non voler spegnere il ricordo.
La vita di Arpad Weisz è la storia di un ungherese brillante, nato a Solt, il 16 aprile 1896, ebreo, buon calciatore, c'è alle Olimpiadi del 1926, e ottimo allenatore, quasi un precursore nell'attenzione scientifica che mette nella sua professione. Viaggia molto, vince molto. In Italia è a Milano e a Bologna. Scopre lui Giuseppe Meazza, lo fa debuttare adolescente in Coppa Viola a Como con la prima squadra. L'ultima tappa della sua carriera è Dordrecht, in Olanda, una carriera che è già in fuga dal nazismo. Da qui, per i Weisz ci sarà solo il viaggio verso Auschwitz.
Scappare dal ricordo dell'orrore è umano, sarebbe bello fermare il tempo e ricordare solo quella trentaquattresima giornata della stagione 1929-30, si giocava contro il Modena, con 50 punti l'Ambrosiana vinceva il campionato staccando di 2 il Genova 1893, ma perfino i nomi di quelle squadre, rimaneggiati dal fascismo, riportano alla storia. Così, oggi non dimentichiamo.

Dedicato a Arpad, Elena, Clara e Roberto Weisz.

F.C. Internazionale

lunedì 2 gennaio 2012

Il discorso di capodanno del presidente Napolitano

Nel discorso di capodanno il presidente Napolitano ha individuato nella corruzione e nella evasione fiscale i due mali da estirpare, strettamente connessi alla criminalità organizzata, laddove senza una sconfitta di essi non può esserci futuro.
Nella riduzione della spesa pubblica Napolitano ha individuato l'obbiettivo primario, insieme all'occupazione giovanile, ma che non può non essere accompagnata dal procedere con equità, e perciò, Napolitano ha detto, con la costruzione di nuove forme di sicurezza sociale.

La parte più originale del suo discorso è stata senz'altro quando Napolitano ha fatto riferimento alla sua passata militanza politica nel Pci, e nello specifico sulla sua formazione nel rapporto diretto con gli operai, si è trattato di un passaggio molto interessante perchè cifra della popolarità del presidente, non dovendo nascondere la sua storia e la sua peculiarità, perchè rimanda all'equilibrio dimensionale del suo settenato di cui parlavo qui, http://francescoredpoli.blogspot.com/2011/11/dimissioni-di-berlusconi-napolitano.html  , e perchè questa digressione, come lui l'ha definita, ha aperto il discorso sulla natura storica e sui riferimenti storici della fase che stiamo vivendo.
I due riferimenti sono stati la ricostruzione del secondo dopoguerra, quando i lavoratori, le forze sindacali, il Pci, senza perdere la loro fisionomia, fecero sacrifici per mettere le basi ad una seconda fase di sviluppo economico e progresso sociale.
Il secondo è il compromesso storico che il Pci fece nel '76-'77, a fronte del nemico terroristico da sconfigggere e alla grave crisi recessiva che attraversava quel periodo.
Due snodi fondamentali nella storia d'Italia, della sinistra e del grande partito di massa, anzi i due snodi fondamentali, potremmo dire, (insieme alla svolta di Salerno e alla bolognina).
Napolitano ha fatto appello al farsi carico dell'interesse generale nelle fasi cruciali, che è storia del movimento operaio italiano e del grande partito di massa che l'Italia ha avuto.
A mio modo di vedere l'analogia è indiscutibile, si tratta però di vedere gli elementi di novità, le differenze e qual'è la portata attuale delle forze in campo.
Il PD ha l'autorevolezza che aveva il Pci per assolvere a questo compito di tramite tra l'interesse delle classi lavoratrici, l'interesse generale e il futuro della Patria?
Basterà questa manovra, queste riforme e questi decreti per mettere le basi dello sviluppo e dell'equità, o la fase recessiva è più grave e indipendente dalla forza di questo governo? (in merito a questo riporto sotto delle frasi di Napolitano)
Come fare fronte all'ondata di antipolitica e populismo reazionario che scelte difficili e linee politiche complesse si trovano a dover fronteggiare? Per esempio durante la ricostruzione del secondo dopo guerra il fascismo era battuto e il qualunquismo debole, ora invece berlusconi è ancora in sella e c'è qualcosa di peggio, l'antipolitica, il populismo reazionario, il razzismo da fronteggiare. La situazione è più difficile. Le domande non sono comunque retoriche e le risposte dovranno maturare nei processi storici positivamente, altrimenti sarà la fine per l'Italia, il nostro paese.

Alcuni passaggi dell'intervento di capodanno del presidente della Repubblica Napolitano
Per un' Italia più severa, più giusta.
Il governo dovrà procedere attraverso il dialogo con le parti sociali e il parlamento.
Occupazione giovanile è priorità, impossibile senza una maggiore coesione europea, solo uniti potremo progredire in un quadro mondiale cambiato.
Occorrono scelte solidali contro la speculazione perchè il bersaglio è l'europa. E' stata sottovalutata la recessione.
E' giunto il momento che l'Italia sia apprezzata in Europa per il suo impegno e in condizioni di parità possa partecipare alle decisioni UE, questo è il senso del governo Monti. Lo scioglimento delle camere sarebbe stato un azzardo pesante per l'interesse generale. Ma l'unità non toglie fisionomia dei partiti, e ruolo nelle riforme istituzionali. Non c'è futuro senza rigenerazione della politica e della fiducia nella politica.

I bambini figli di migranti nati in italia sono italiani e devono essere riconosciuti come cittadini.

Fiducia in noi stessi è il fondamento per costruire.