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domenica 13 maggio 2012

Amministrative 6-7 maggio 2012, ha davvero vinto l'Antipolitica?

Per un'analisi completa di questa tornata amministrativa, bisognerà aspettare i ballottaggi, ma vi sono alcuni aspetti e dati che paiono già chiari.
Ha votato il 66% degli aventi diritto, l'astensione è stata tutto sommato contenuta rispetto alle previsioni.
Il PD è l'unico partito presente su tutto il territorio nazionale e l'unico che si attesta ampiamente sopra il 20%. Intorno c'è una grande frammentazione e sono state fatte alcune frettolose affermazioni sull'onda di impatti forti, ma parziali, come il 20% dei grillini a Parma che vanno al ballotaggio. Parlare di boom del mov. 5 stelle è eccessivo, perchè questo movimento praticamente non esiste al centro e al sud Italia. E' un fenomeno emiliano con lusinghieri risultati nelle regioni limitrofe, ma in proiezione nazionale i numeri si ridimensionano decisamente.
L'altra frettolosa considerazione è l'estinzione del PdL, il PdL crolla sotto il 10% al nord, ma esiste ancora al sud, dove vince a Lecce e Catanzaro, mentre a Rieti va al ballottaggio.
La Lega Nord crolla anche lei nelle sue roccaforti originarie, soprattutto lombarde, ma non sta meglio in Piemonte, solo a Verona un maroniano, Tosi, fa man bassa di voti, ma attraverso una sua lista civica.
Boom ed estinzione sono le due parole sbagliate per valutare queste elezioni, possono andare bene per qualche eccessivo siparietto comico.

Ma il vero controsenso è affermare che ha perso la politica e ha vinto l'antipolitica (intendendo per antipolitica non il mero qualunquismo, ma l'attivismo distruttivo contro tutti i partiti, nel rifiuto di ogni contaminazione). Chi ha perso sono la Lega Nord e il PdL, che hanno cavalcato per anni l'antipolitica, la lega non è un partito, ma è un movimento storicamente antipolitico, che ha continuato a darsi un'identità antipolitica anche al governo. Quindi ha perso un pezzo di antipolitica ormai logora e impresentabile, e ne ha beneficiato una nuova formazione antipolitica, ma al contempo il primo partito italiano, l'unico a carattere di massa e nazionale, è il PD, un partito politico nel classico senso della parola, che in quanto a radicamento non ha nulla da imparare dai grillini.
Infine si ridimensionano fortemente Vendola e Di Pietro, quest'ultimo in un trend negativo già dalla precedente tornata sta perdendo voti a beneficio di Grillo.

Perdono quei movimenti che competono sul terreno dell'Antipolitica con Grillo, ormai monopolista del verbo antipartitico, crollano al Nord il Pdl e la Lega, perchè sono le due realtà che ci hanno portato all'attuale crisi economica, che si fa sentire più al Nord che al Sud. Ma ferme al palo anche le formazioni centriste che hanno dato un sostegno acritico al governo Monti, viene invece premiato il sostegno critico al governo Monti del PD, partito che si è assunto la responsabilità di appoggiare l'unica alternativa al default greco a cui ci stavano portando Bossi e Berlusconi, ma senza perdere la sua fisionomìa, senza eccessivi mal di pancia da una parte ne' infatuazioni tecnocratiche dall'altra. Infine totalmente insignificante l'opposizione “da sinistra” al governo Monti.
Ma queste elezioni e questa fase è accompagnata dal risorgere del terrorismo, terrorismo che ha sempre dei mandanti morali e culturali, argomento da affrontare a parte.

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