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lunedì 3 giugno 2024

La sinistra è riuscita nell'impresa di alienarsi tutti i suoi sostenitori storici

La sinistra negli ultimi 30 anni o forse anche prima ha perso tutti i suoi riferimenti sociali e storici. La classe operaia, i ceti popolari in generale, gli ebrei. Se parliamo di classe operaia parliamo di zone geoindustriali, quindi nordItalia, qui gli operai sono passati in larga misura alla Lega Nord nei primi anni novanta. A livello mediopopolare, ceti agricoli, commercianti, Togliatti provò a contenderli alla Democrazia Cristiana nelle sue nuove vie, ma sempre nei primi anni 90 sono passati a Forza Italia. Ma la sinistra è riuscita nel capolavoro di alienarsi anche gli ebrei. E qui ci voleva veramente dell'impegno, ma ce l'ha fatta. 

In compenso la sinistra oggi è il partito dei ceti urbani intellettuali, professionistici, artistici, dei mussulmani, degli studenti ecofanatici e antisemiti, dei dipendenti pubblici, cioè tutti quei ceti che negli anni '30-'40 erano entusiasti sostenitori del nazifascismo, per chi conosce la storia. Veramente un capolavoro. Certo, non era questa l'intenzione di Togliatti quando negli anni '50 aprì le porte del partito comunista al mondo degli intellettuali, dei professionisti, degli studenti e degli artisti, fuoriusciti dal fascismo, ma per un eterogenesi dei fini in questo si è materializzato. Il blocco sociale complesso che doveva così costituirsi, ma che doveva avere a capo la classe operaia, i dirigenti e i militanti del partito, è stato sopprafatto dai nuovi venuti, che però si sono trovati con un pugno di mosche in mano, in uno stato settario e minoritario. Immutato da parte della sinistra è invece rimasto l'odio e i pregiudizi verso il mondo imprenditoriale, il mercato, l'occidente e i suoi valori.

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