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giovedì 10 febbraio 2022

Basta odio, tanto odio

La sinistra imputa tutte le disgrazie del mondo al nazionalismo, quindi eliminato quello, a suo dire, vivremmo nel mondo del candore e dell'amore. Il richiamo a fascismo e nazismo è però antistorico, perchè ambedue i movimenti potevano definirsi alle origini costole della sinistra, non certo come nota di merito, ma nei suoi più retrivi aspetti demagogici, sia in senso anarcoide che in senso socialista-comunista. Il nazionalismo altresì si ricongiunse a loro dopo o come reazione al pacifismo integralista che dipingeva e tutt'ora dipinge in maniera riduttiva la prima guerra mondiale come un'assurda carneficina o uno scontro interimperialistico. Le fallaci tesi del Vaticano e di Lenin portarono tanti liberali e sinceri patrioti democratici nelle mani dei fascismi, poi Togliatti e Stalin riuscirono a riportarli nelle loro mani, riappropriandosi del patriottismo, ma solo per strumentalizzarli. Il '900 vide così i liberali estromessi dalla centralità politica che avevano avuto nell'800 e sballottati tra opposti radicalismi e melliflui democristianismi.

Ma ci sono tanti odi che, oltre al revanscismo nazionalistico, certamente da stigmatizzare, al contrario da parte sua la sinistra alimenta, senza probabilmente nemmeno accorgersene: l'odio di classe, o più in generale l'invidia e l'odio sociale, che non è solo contro i supericchi, ma spesso ancor di più contro i ceti medi, anzi coi superricchi la sinistra condivide una visione beata della globalizzazione e l'universalismo; poi l'odio ideologico, dato dall'incancrenimento e l'affezione intellettuale alle proprie tesi distrutte dalla Storia, ma anche l'odio razziale cammuffato da terzomondismo e lotta anticoloniale (le ultime nauesabonde dichiarazioni di Whoopi Goldberg sugli ebrei ne sono una certificazione ultima e a prova di smentita), che ci riportano ai tempi del fanatismo religioso.


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