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mercoledì 22 gennaio 2020
"Elogio" da liberale di Stalin
I tre grandi eredi di Lenin furono Stalin, Trostski e Bucharin. Essendo continuatori ognuno a loro modo di una dottrina votata all'eliminazione totale di ogni diversità, non potevano che essere tutti e tre perseguitori di un'opera antiumana come quella leninista, ma a differenza di quello che si crede e di quello che le anime belle di sinistra hanno raccontato, non fu Stalin il peggiore, parlando da un punto di vista liberale e democratico. Bucharin infatti era un opportunista che voleva l'egualitarismo per gli altri e il suo orticello per sè e i suoi accoliti Nepmen. Trostki un dogmatico fanatico che odiava il popolo e molto più dittatore di Stalin. Mentre il despota georgiano, con tutti i suoi difetti ampiamente dimostrati dalla storiografia, fu anche uno stratega prudente, che andava in guerra solo se era sicuro di vincerla e sapeva accordarsi coi nemici, ma anche con le classi sociali che non fossero la classe operaia o gli intellettuali. A lui perciò si deve purtroppo il patto con Hitler, ma anche l'accordo con Churchill e Roosvelt e paradossalmente fu attraverso i suoi dettami che i comunisti in Occidente, perlomeno in certe fasi storiche e tattiche, abbandonarono le velleità golpiste e accettarono la democrazia, seppur senza mai aderirvi veramente e cercando con ogni altro mezzo - culturale, burocratico, amministrativo, sindacale - di limitarla e condizionarla. A lui anche l'intelligenza di non demonizzare e deridere il sentimento popolare patriottico e il sentimento popolare religioso, che ne fece un leader oggettivamente molto amato.
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