Il decreto legge per la sicurezza del governo Meloni, al voto in questi giorni in parlamento, si occupa della difesa dei più deboli, dei più indifesi, di chi soffre. Non entro nel merito della sua efficacia ne' nei dettagli della legge, che vedremo nella sua applicazione e nella sua lettura più approfondita, ma è chiaro l'intento politico e sociale. Difendere i poveri che si vedono occupata la loro casa popolare dai prepotenti e dagli abusivi, difendere gli anziani e gli indifesi, rapinati da persone che poi per il fatto magari di essere madri si vedono scarcerate impunemente, difendere i lavoratori che vanno al lavoro e che si trovano la strada bloccata da perditempo che la occupano violentemente per manifestazioni ideologiche, difendere i poliziotti dai neoterroristi che contrastano violentemente la costruzione di opere pubbliche di interesse nazionale.
In particolar modo mi sta a cuore la questione delle case popolari, la sinistra pensa di cavarsela pilatescamente parlando di guerra tra poveri, ma da una parte ci sono i poveri che hanno diritto ad una casa popolare, che hanno rispettato le regole, si sono messi in graduatoria, dall'altra invece ci sono solo dei furbi e dei ladri che violano quanto ci sia di più sacro per una persona e la sua libertà, la casa. Ma il vero problema è questa sinistra border-line che sta con un piede nella sovversione e un piede nella legalità, ma alla fine sotto sotto ha tutti e due i piedi nella violenza e nell'illegalità, usando però tutti gli strumenti legali per portare avanti le sue violazioni.
Insomma, questo decreto è una legge che una sinistra degna di questo nome dovrebbe avallare o al massimo emendare per migliorarla, non certo contrastarla con strepiti isterici o peggio ancora coprendo i fanatici che occupano da anni con tracotanza il suolo pubblico, le università, i licei, perfino i convegni culturali e le fiere del libro, luoghi in cui si dovrebbe studiare, dibattere e non starnazzare, tanto meno aggredire. Bisogna condannare sempre tutte le violenze, anche la violenza passiva cosiddetta gandhiana, che a ben vedere è il tipo di sopraffazione peggiore, quella più vigliacca, perchè si nasconde dietro il vittimismo e la retorica gonfia di slogan e piagnistei, che in Italia ha pure goduto finora dell'avallo invece di norme legislative e di una costituzione pensata apposta per sovvertire il sistema democratico dall'interno. Ma ora i tempi stanno cambiando, bene, molto bene.
Era ora che questo governo agisse in questo senso, finora è stato perfetto in politica estera, nonostante certe sottigliezze dell'alleato Tajani che fa di tutto per mettere in difficoltà la premier, ma ora bisogna aiutare la vita concreta delle persone, in primis quelle più indifese, agire sull'insicurezza, che non è affatto percepita, come dicono i tronfi soloni al caldo, ma al contrario reale; in più abbassare le tasse, contrastare il potere dei giudici, della burocrazia e delle sovrintendenze varie e ridare potere al popolo italiano è e rimane una priorità, senza togliere al contempo nulla alla altrettanto giusta posizione atlantista di questo premierato, che non deve cambiare. E non dimenticando la riforma in senso federalista dello stato italiano, altro punto cardine di questo governo, che se ce la farà, cambierà l'Italia in meglio e secondo i reali interessi degli italiani.
Atlantismo, difesa dello stato di Israele e lotta al radicalismo islamico ed a ogni forma di radicalizzazione, sicurezza nelle strade e nelle case, lotta alla burocrazia ed al potere dei burocrati non eletti da nessuno, diminuzione delle tasse, federalismo, questo chiedono gli elettori di centrodestra, cioè la maggioranza degli italiani, bisogna venirgli incontro senza timore delle chiassate di pseudostudenti, attori e comici di serie B, sessantottini rincoglioniti, tecnocrati, media faziosi, piccole ma potenti elites arroganti, disconnesse dalla realtà produttiva e dai bisogni reali della gente.