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venerdì 16 agosto 2024

Come Rifondazione salvò l'Italia dall'eurocastrismo, o almeno ci provò

I paradossi della storia possono essere divertenti e magnifici. Il partito più filo-cubano d'Italia sventò i piani di Prodi e D'alemmah di far diventare l'Italia la Cuba d'Europa. O almeno ci provò. Guidati dal subcomandante Fausto, che in punta di cravatta guidò lo sberleffo situazionista verso quegli opportunisti che come Erdogan volevano portare avanti la storica battaglia antiatlantista ma dall'interno e andando a braccetto con Hamas, dicevamo dall'altra parte questa banda variopinta guidata dal libertario, libertino, pannelliano, il quale però fece l'elogio dei veterocomunisti e si unì ai veterocomunisti trasparenti contro i comunisti cammuffati da liberalsocialdemocratici, per poi tentare l'affondo e la pennellata, il sindacalista figlio di un operaio milanese insomma per dirla tutta preferiva che agli operai fossero pagate le giuste pensioni, mentre Prodi e D'alemmah spacciandosi per dei novelli Togliatti e Amendola pretendevano sacrifici dagli operai per tenere in vita la fiaccola del sol dell'avvenire, che più prosaicamente era il loro potere e intanto passava dalla Russia armi e bagagli per trasferirsi nell'eurocomunismo in versione mix gauche francese e DDR, cioè filoislamismo e austerity inchiavabile. Fanculo il sol dell'Avvenire allora, ritornando alla nostra storia. Pagate le pensioni. Disse Fausto. Purtroppo quell'altro figlio della classe operaia milanese, il buon vero autentico vetero Cossutta, sentì ancora il richiamo della foresta e del sol dell'avvenire, il suo diversamente cadde ancora nella trappola della disciplina di partito, come un altro molto diversamente Terracini era caduto, e tanti altri. Onore ai caduti Cossutta e Terracini, così diversi.. e così simili. Caduti nella trappola. Intanto infatti si scatenava la campagna d'odio degli stalinisti in fase liberalsocialdemocratica contro i "radical-chic" che farebbero il gioco della destra fascista, che poi così fascista non era, anzi, ma vaglielo a spiegare. Storiella comunque tipicamente stalinista. La storia con la S maiuscola ci ha riconsegnato la verità che i radical-chic casomai erano loro, invero. Ma questa è un'altra storia su cui ritorneremo. Nel frattempo la parabola fulmicalcinante di Rifondazione finì nelle mani di una lagna meridionalista del primo gay in Italia che capì che poteva usare la propria omossessualità come fattore di ascesa politica e che non aspettava altro di riunirsi al partitone in mix di sottomissione cossuttiana e finto nuovismo variopinto e dall'altra nelle banalità grigioestremistiche di un Ferrero che era piemontese, ma purtroppo non quello della Nutella.

Piaciuta la storia? Oh mi son dimenticato di fare un parallelismo tra Bertinotti e Di Vittorio. Alla prossima amici, e fanculo il sole e viva la Luna.

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