Pochi anni fa vidi un dibattito su la7 tra D'alema e la Le Pen. Una cosa veramente inedita e straordinaria, un incontro tra due tali e cotanti leaders politici. In quel duopo D'alema sosteneva che siccome gli italiani e gli occidentali in generale non fanno più figli, allora bisogna accogliere più immigrati possibili. La Le Pen rispose che allora basterebbe che i governi occidentali facessero delle politiche in favore delle famiglie per aumentare la demografia. Una risposta ovvia, di buon senso, ma quello che mi ha colpito è il considerare le persone come numeri da parte di D'Alema. Il suo profondo razzismo verso gli immigrati, considerati numeri che devono colmare un vuoto di altrettanti numeri in loco. Il suo disprezzo e razzismo verso la popolazione autoctona, anche e quindi perciò. Ma allora se fosse solo una questione di numeri basterebbe far rientrare in Italia i milioni di italiani che sono emigrati all'estero negli ultimi 20 anni, esattamente lo stesso numero degli immigrati entrati negli ultimi 20 anni.
Questo mi ha ricordato un discorso di Togliatti negli anni '50, quando per sostenere la superiorità dell'Unione Sovietica verso l'Occidente rivendicava il consumo di calorie di ogni operaio sovietico rispetto a quello occidentale, che a sua detta era superiore. Gli esseri umani come numeri, come macchine da produzione, questa è l'ideologia della sinistra globalista di derivazione comunista. Globalizzare l'Occidente perchè l'Occidente ha voltato le spalle alla sinistra e portare nuova quantità produttiva in occidente da indottrinare. Allora una destra intelligente deve cogliere la sfida, e portare gli immigrati dalla propria parte in nome della loro umanità, della loro volontà di scappare dai regimi integralisti, totalitari e terzomondisti per trovare in questi luoghi quei valori di libertà, individuale, privata, di genere, civile, che in quei regimi - che la sinistra pedissequamente sostiene - non trovano.
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