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lunedì 28 ottobre 2019

In Umbria un voto storico e politico

In Umbria un voto storico, politico, che di locale ha poco o nulla. E' il preannuncio di quello che succederà in Emilia-Romagna alle prossime imminenti elezioni regionali, il passaggio delle regioni comuniste al centrodestra e la nascita di un inedito blocco sociale in Italia che unisce ceti medi, piccole e medie imprese, partite Iva con i ceti operai e le classi lavoratrici.

venerdì 18 ottobre 2019

L'egualitarismo del pensiero

La parola genocidio andrebbe non usata a sproposito e con rispetto per la storia. Ci sono stati due genocidi riconosciuti dagli storici, quello degli ebrei e quello degli armeni, forse c'è ne è stato un terzo in Ruanda, ma è prematuro dirlo. Per il resto questa espressione viene usata spesso per creare strumentali e artificiose polemiche puramente politiche, ma anche per livellare ed equiparare ogni cosa ed evento storico.

Questo non significa che non siano stati commessi altri crimini nella storia, ma il genocidio inteso come precisa volontà di sterminare un'intera gens e messo in pratica riguarda solo quei due casi.

Euroipocriti

Il voltafaccia di Trump verso i curdi è vergognoso, ma c'è di peggio, come l'incoerenza dei pacifisti e ancora peggio l'ipocrita indignazione degli europei. I primi hanno urlato Yankee go home per 70 anni e ora gridano al tradimento se gli americani vanno a casa, i secondi semplicemente non pervenuti, non hanno mai fatto nulla per i curdi, hanno riempito di soldi e armi Erdogan e continuano a non fare nulla, mentre alla fine si è mossa di nuovo l'amministrazione americana, ottenendo in queste ore quantomeno un cessate il fuoco di cinque giorni e uno stop all'avanzata dell'esercito turco.

giovedì 10 ottobre 2019

L'abbandono dei Curdi di Trump

Purtroppo dopo un primo annuncio e le seguenti rettifiche e smentite, sembra proprio che Trump abbia deciso di lasciare il Kurdistan. La Turchia non ha perso tempo e ha iniziato l'invasione. Trump ha quindi avvertito Erdogan che risponderà con sanzioni economiche e commerciali che "distruggeranno l'economia turca", ma non con azioni militari.

Mettiamo subito da parte la schizofrenia dei pacifisti europei che hanno urlato per decenni "Yankee go home" e ora che Trump sembra intenzionato a esaudire i loro desideri, gridano al tradimento degli americani. Può urlare al tradimento solo chi ha sempre sostenuto l'alleanza Usa-Kurdi e la presenza americana in Medio Oriente, come gli israeliani, che infatti sono molto preoccupati.

Per intenderci i Kurdi hanno sostenuto la guerra di Bush contro Saddam Hussein, mentre Trump sembra tornare a orientarsi verso la teoria isolazionista (di "destra"), la quale finisce col convergere con il pacifismo di "sinistra" e le politiche di Obama, mentre la teoria della guerra preventiva di Bush (di "destra") convergeva con l'interventismo democratico dei Roosvelt (di "sinistra").

E' un Trump che quindi ritorna alle sue promesse elettorali, dopo una parentesi in cui sembrava rassicurare gli alleati in Medio Oriente e in cui molti, tra cui il sottoscritto, si erano illusi di un cambio di rotta. Gli americani sono stanchi di morire in guerre non loro e dove non hanno nessun interesse economico, a dispetto di teorie sull'imperialismo vecchie di 100 anni e superate dalla storia, mentre gli europei non muovono un dito e gli fanno pure la predica, ma la conseguenza di questa scelta rischia di essere devastante.

La strategia di Trump, invece, è perciò di rifilare il peso militare (con costi economici immensi e vite umane di soldati) dell'area alla Russia, l'effetto sarebbe quello di dividere il campo che ha sostenuto il regime di Assad, perchè l'invasione del Kurdistan (formalmente territorio siriano) da parte di Erdogan potrebbe portare ad un conflitto tra Turchia, Siria e Iran, con patata bollente in mano a Putin. Ma secondo altri analisti israeliani questo non è affatto scontato, ne' le sanzioni economiche sembrano particolarmente scoraggiare le manie imperialiste di Iran da una parte e Turchia dall'altra. Quindi se questa strategia non funzionerà, la situazione diventerà preoccupante e a pagare non saranno i radical-chic, che attaccano l'America e la destra sia che faccia A sia che faccia Z, ma i curdi e gli israeliani.

sabato 5 ottobre 2019

Le parole chiare di Pompeo

L'intervista di Mike Pompeo, segretario di Stato americano rilasciata al direttore della Stampa, Molinari, ha ulteriormente chiarito la linea dell'amministrazione Trump. Da quella di Obama, aperturista verso Cina e Iran (qualcuno ha parlato di appeseament) e in aperto contrasto con la Russia, si passa invece ad una linea di netto contrasto verso Cina e Iran e di cauta apertura verso la Russia. Come negli anni '70 l'America riuscì a dividere il campo comunista staccando la Cina dalla Russia, ora si cerca di staccare la Russia dalla Cina. Questo non vuol dire cedimenti verso Putin, ma una mano tesa senza concessioni.

Non è vero che Trump non ha una linea, come raccontano in Italia i gemelli diversi Gad Lerner-Giuliano Ferrara e il messaggio all'Italia è chiaro: smettetela di flirtare con Iran e Venezuela e rivedremo i dazi sull'export italiano.

Un messaggio anche a Salvini, che non ha ancora deciso cosa fare da grande, quando Pompeo conferma che la Russia sta interferendo nella politica italiana.

Infine un ricordo delle sue origini italiane. Non credo sarà mai possibile vedere in Francia e Germania un figlio di emigrati italiani arrivare ai vertici dello Stato, solo in America questo è possibile.

Credo anche che difficilmente vedremo mai un politico europeo parlare in maniera così diretta e chiara