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mercoledì 2 maggio 2018

Dati economici e percezione ideologica

Gli ultimi dati Istat parlano di un paese che non è ancora tornato ai livelli precrisi, ma continua a crescere. Il tasso di disoccupazione è ai livelli più bassi dal 2012 e il rapporto occupati-popolazione è già superiore al 2008. Anche la cosidetta disoccupazione giovanile (15-24 anni) è scesa ai livelli del 2011. perchè dico cosidetta, perchè in questa fascia vengono conteggiati anche gli studenti, che come si può immaginare sono una percentuale molto alta. Piuttosto bisognerebbe occuparsi della situazione dei 35-49 anni, a quanto pare ben più critica, sempre secondo i dati e dove l'occupazione cala. Cresce invece anche tra gli over 50, un'altra categoria di cui si fa un gran parlare a sproposito. Anche l'occupazione femminile non è mai stata così alta nella storia d'Italia. Invece tutta questa retorica dei giovani senza futuro e degli esodati disperati e mandati sul lastrico dalla Fornero è una delle grandi puttanate catastrofiste in cui siamo avvolti da anni, da parte di chi continua a dipingere un paese allo stremo manco fosse l'ultimo dei paese africani (tra l'altro un continente che sta crescendo tantissimo) e continua ad alimentare rancore, rabbia sociale, divisione e destabilizzazione. A che pro?

C'è poi la grande sfida epocale della demografia: per anni ci hanno detto che non fare figli era giusto, laico e progressista e chi lo negava era un retrogrado reazionario, ora si scopre che non fare figli fa male all'economia di un paese, che l'Italia sta invecchiando troppo, che dobbiamo importare immigrati per sopperire..

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