Esiste ancora nel 2017 la borghesia benpensante, il perbenismo? Io, personalmente, credo di sì. Ma è molto diversa da quella del passato, quando si scagliava sdegnata e scandalizzata verso i "riprovevoli" comportamenti sessuali, i costumi non conformi e i non appartenenti alla buona società. Oggi, la borghesia benpensante, può sembrare paradossale, si identifica nell'essere gay-friendly, welcome refugees, gender, universalista, il conformismo borghese oggi è antioccidentale, terzomondista, oggi la sua condanna morale è rivolta contro il buon senso, la razionalità, il pensiero scientifico, cioè proprio contro quei valori (un tempo) borghesi, come inoltre la patria, i confini, la libertà, la democrazia parlamentare, che oggi la gioventù borghese ha buttato a mare e che il popolo e i ceti medi possono aver in parte raccolto, ma solo in parte, quando non sono egemonizzati e succubi di un pensiero aristocratizzante o ne sono viceversa solo un'espressione di opposizione plebea ad esso, in forma populista, ma rovescista e subalterna. Altrimenti, c'è ancora spazio per un pensiero democratico-borghese, che non si limiti a contrastare il populismo come giusto che sia, ma sappia anche arginare l'elitarismo sovversivista? Dall'inizio del '900 l'occidente vive una crisi profonda, i figli della borghesia si sono ribellati ai padri rifiutando i loro valori e il loro sistema di pensiero, ma di fatto ne hanno riprodotto l'ipocrisia e il conformismo, sotto forma di una ribellione esteriore ed estetica. Tutto questo è stato sfruttato da interessi geopolitici, per indebolire l'occidente, le sue libertà, anche attraverso i suoi stessi strumenti. La libertà individuale occidentale, esempio unico nel mondo, è stata tramutata in una dittatura narcisistica dei bisogni o in un capriccio ideologico, la democrazia rappresentativa in una "democrazia" diretta che altro non è che una forma di totalitarismo. Oggi, noi assistiamo a un progressismo contro il progresso, a un laicismo fondamentalista e religioso, a un ribellismo conformista, a un populismo borghese, mentre ciò che viene bollato dai luogocomunisti come conservatore, reazionario, difende invece una linea di progresso che affonda le sue radici negli ultimi due secoli liberali, di cui una certa corrente dimenticata del marxismo ne è stata figlia. Marx era un grande estimatore della borghesia, mentre l'odio per la borghesia sedentaria, intellettuale, è tipico dei fascismi totalitari. Ogni discorso critico deve tenere conto di questo aspetto, nel senso che la critica verso la gioventù borghese che si fa antiborghese deve da una parte smascherare gli elementi borghesi di essa, ma dall'altra criticarne proprio i fattori antiborghesi, nella misura in cui antidemocratici e antiprogressisti. Quello che voglio dire è che non è una novità che la sinistra si possa identificare come rappresentante dei ceti medi, dei settori avanzati del popolo e degli elementi innovativi del capitalismo, dal momento in cui lo stesso Marx, quando parlava di proletariato, si riferiva ben più all'operaio specializzato e all'intellettualità emarginata che non al sottoproletario o alle elite intellettuali.
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