Blog che si occupa di geopolitica, politica italiana, storia del comunismo, della sinistra italiana e osservatorio sui movimenti estremistici e sul nuovo antisemitismo
mercoledì 7 settembre 2016
La biografia di Togliatti di Giorgio Bocca/ parte 2
La seconda storica accusa a Togliatti veniva da "sinistra", o per meglio dire dalle componenti utopistiche della sinistra: Togliatti avrebbe tradito la mitica rivoluzione, che sarebbe potuta avvenire sull'onda del movimento partigiano ed era in realtà un riformista (social)democratico? Nel suo libro Giorgio Bocca, da storico serio, liquida in poche battute come sciocchezze queste supposizioni, che pure hanno fatto da base alla retorica della Nuova Sinistra negli anni a venire, con tutte le lugubri conseguenze che ne vennero. Tutti sanno che non c'era la benchè minima possibilità di una rivoluzione proletaria in Italia al termine della guerra, i primi a saperlo erano i leaders dell'ala rivoluzionaria del partito, come Secchia, colti del tutto impreparati dal moto insurrezionale seguito all'attentato a Togliatti, ma non era certo solo una questione di preparazione, anche se è indicativo anche questo aspetto; una rivoluzione non avrebbe avuto nessun appoggio da parte dell'Unione Sovietica, ma nemmeno della stragrande maggioranza del popolo italiano e avrebbe aperto la strada ad avventure autoritarie in un senso o nell'altro. Nonostante ciò lo stesso Bocca non potè fare a meno di rimproverare a Togliatti di non aver usato a fondo il peso del movimento partigiano per spostare più a sinistra la composizione delle riforme costituzionali. Secondo il partigiano Bocca, Togliatti sottovalutava la forza del movimento resistenziale e da uomo di stato, cresciuto dove ci si chiedeva quante divisioni aveva il papa, non credeva che i partigiani potessero avere un'influenza vasta sulla popolazione e sulla politica, e forse li considerava anche un movimento di avventurieri e piantagrane. Lo stesso Bocca però deve ammettere che la vastità dell'amnistia ai fascisti non era responsabilità del guardasigilli Togliatti, ma di come il corpo della magistratura, composto da post fascisti, la interpretò. Anche la polemica anticlericale contro Togliatti, per lo stesso Bocca, è rabbiosa e sterile, in un paese profondamente cattolico parlare anche alle masse cattoliche era il compito necessario di un leader non settario e non elitario. Definire Togliatti una sorta di cattocomunista antelitteram è storicamente sbagliato, Togliatti concepiva il rapporto con il cattolicesimo in senso gramsciano e competitivo, rifiutava lo scontro frontale ed era anche convinto delle sue capacità di persuasione, ma alla fine con lo scoppio della guerra fredda dovette rivedere le sue convinzioni. Sul fatto di essere un riformista, probabilmente Togliatti era un comunista riformista, sicuramente era un democratico, anche se concepiva la democrazia in termini di unità di tutte le forze antifasciste e la sovranità popolare inquadrata nelle strutture di partito e nelle organizzazioni di massa, cosa però forse non diversamente concepibile all'epoca. Ma non era un socialdemocratico in senso contemporaneo, almeno non nel senso di liberalsocialista, non considerava perciò compatibile il capitalismo con la libertà e la democrazia, non avendo fatto in tempo a cogliere negli ultimi anni della sua vita le profonde trasformazioni della società dei consumi e la capacità di riformarsi in senso democratico del capitalismo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento