Blog che si occupa di geopolitica, politica italiana, storia del comunismo, della sinistra italiana e osservatorio sui movimenti estremistici e sul nuovo antisemitismo
mercoledì 15 giugno 2016
Ne' marxisti ne' liberali
Hanno abbandonato il comunismo, ma rifiutano di diventare socialdemocratici, riformisti o liberali, preferendo galleggiare in una melassa catto-ambiental-terzomondista. Hanno sostituito la classe operaia e il popolo con uno schizofrenico mosaico senza capo ne' coda di "gay", "donne", "migranti", "mussulmani", tutti incanalati in una nuova stagione dei "diritti civili", che appare invece sempre più non come una estensione di diritti individuali, ma come una nascente dittatura neoclassista dei bisogni. Un nuovo totalitarismo fatto non più di categorie sociali, ma di genere, razziali e religiose. La loro trincea è una strenua difesa dello status quo, la costituzione non si tocca, il mercato del lavoro non si tocca, il sistema previdenziale non si tocca, la Giustizia non si tocca, le grandi opere non si fanno e le industrie strategiche vanno smantellate e così via, tutto deve rimanere così com'è. Questo è quanto si raccoglie poi sul piano politico nella autoproclamata Sinistra Italiana, formazione che unisce i fuoriusciti da Rifondazione comunista con i fuoriusciti dal Pd, che alle ultime amministrative ha toccato vette come il 4% a Roma e il 3% a Milano e Torino. Ma nonostante tutto non vanno sottovalutati perchè godono di un'esposizione mediatica potentissima e riescono a mantenere il controllo di ampi pezzi del mondo della cultura, della scuola e delle università, dell'informazione, dello spettacolo, delle arti e della satira, oltrechè del Pd, che Renzi non controlla. Il loro obbiettivo politico è appunto quello di bloccare ogni tentativo di riforma del Paese, ma senza avere nessun progetto alternativo di società o proposta concreta differente che non sia un programma economico fatto di tasse, spesa e Stato. Sono portatori di un'idea manichea di destra e sinistra, per loro la destra è ancora il male assoluto, ma la loro battaglia è in realtà sempre contro il Pd renziano, cosa comunque che non gli impedisce di cercare accordicchi con esso in vista di elezioni, per ottenere posticini in parlamento, consigli comunali e prebende. Allo stesso tempo anche il Pd per loro è destra, secondo uno schema già visto: rieccheggia la teoria della socialdemocrazia come socialfascismo di Bordiga, ripresa poi da Stalin, ma anche le tesi moralistiche dell'ultimo Berlinguer sul Psi di destra o la tesi delle due destre di Bertinotti su Ulivo e Centrodestra. Situazioni storiche che nella maggior parte dei casi si risolsero in un ritorno sui propri passi in un modo o nell'altro. I comunisti negli anni '30 cercarono l'unità antifascista, il Pds negli anni '90 fece proprie le tesi economiche e politiche del Psi, Bertinotti si rialleò con l'Ulivo nel 2006. Vicende storiche molto diverse tra loro e con vari aspetti, protagonisti e ideologie molto diverse, vicende tragiche negli anni '20-30, più farsesche negli anni seguenti, quando il nemico non era certo più il feroce nazifascismo. Nonostante ciò è facile prevedere cosa succederà in vista delle elezioni del 2018. Se il centrodestra si riunirà, "Sinistra Italiana" dirà ai propri elettori e militanti che bisogna allearsi con Renzi per sconfiggere l'uomo nero Salvini, tutto ciò dopo anni di insulti, scomuniche e fatwe contro l'attuale presidente del consiglio. Cosa farà il Pd? Tirerà l'ennesima scialuppa di salvataggio tradendo la propria vocazione maggioritaria? Se Renzi sarà ancora segretario e quindi avrà superato indenne lo scoglio del referendum costituzionale, la cosa è molto difficile, vorrebbe dire negare la propria identità, ridurre ad una barzelletta gli ultimi cinque anni. Renzi ha fatto una legge elettorale pensata proprio per evitare il veto dei piccoli partiti: premio di maggioranza alla lista e ballottaggio in caso nessuna lista raggiunga il 40%. E' chiaro che in caso di ballottaggio il premier dovrà chiedere il voto anche di "Sinistra italiana", ma potrà farlo rivolgendosi direttamente agli elettori bypassando la burocrazia del partitino.
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