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giovedì 16 giugno 2016

Due nuovi opposti estremismi

Con una crisi economica di cui non si vede l'uscita dal tunnel, lo scenario sociale vede il (ri)emergere di schemi che sembravano ormai passati. Da una parte preme una sinistra che ha abbandonato gli aspetti più europei, occidentali e realisti del marxismo ed è ritornata ad una dimensione di utopismo totalizzante, malata di antiamericanismo e iniettata di imponenti dosi di qualunquismo, falsa indignazione e demagogia, fanatizzata da una classe di intellettuali borghesi rancorosi e invaghita dell'islamismo. Dall'altra riemerge una destra che fatica ad abbandonare il suo passato neofascista, legata ancora ad un'idea di Stato dirigista e innamorata degli autocrati. Due nuovi opposti estremismi che si alimentano tra loro in una serie di reazioni e controreazioni, ma uniti dall'odio per le istituzioni democratiche, per il riformismo, per l'America, il pensiero occidentale, il libero mercato e commercio, gli ebrei. Un terreno comune sul quale cresce il grillismo, vero e proprio trait d'union dei due estremismi. Il grillismo, infatti, mettendo sotto il tappeto l'unico vero punto di discordia delle due parti - l'immigrazione - riesce a fare il pieno da tutte e due, gonfiando a dismisura i consensi, almeno laddove non c'è una proposta riformista credibile. Ma quando c'è - come a Milano - il grillismo si sgonfia, ma la situazione non è meno problematica, perchè i due estremismi allora vanno a condizionare direttamente i due poli moderati, cercando di ingabbiarli. Così per vincere Sala ha bisogno del voto filoislamico e alternativista, mentre Parisi deve prendere i voti da un leghismo al cui interno si muovono culture complottiste ed esponenti neofascisti (anche se sarebbe sciocco ridurre il movimento padano e quello che rappresenta solo ad un partito di estrema destra) e dai postfascisti di Fratelli d'Italia. Sala, di fatto, è già incastrato, per la narrazione dominante se vince al ballottaggio sarà merito della generosa mobilitazione della sinistra antirenziana in suo soccorso, se perde sarà colpa della sua eccessiva vicinanza a Renzi. Difficile dire il potere di condizionamento della destra autarchica nei confronti del socialista riformista Parisi.

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