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venerdì 5 aprile 2013

A volte ritornano

Il tentativo di Bersani di ottenere la fiducia dai grillini può essere letto sotto due diversi strati. Il primo strato è quello del buon senso, può essere visto come un tentativo che va fatto da parte del Pd per riallacciare un ponte tra la politica e i cittadini, offrendo una sponda per il cambiamento e il rinnovamento della politica a quell'elettorato attratto da Grillo, attraverso provvedimenti concreti e nel merito. Ma successivamente prende contorno lo strato di una presa di distanza di Bersani dall'esperienza del governo tecnico di Monti, bollato dalla parte di sinistra tradizionalista e identitaria come un inciucio e un tradimento, verso la quale l'ala bersaniana appare fortemente egemonizzata, si pensi all'abbraccio mortale con Vendola, che tanto è costato in termini elettorali, ma anche in termini di lacerazione interna del Pd. La rigidità con cui Bersani porta avanti questo tentativo ("Non c'è un piano B", "o va in porto l'accordo coi grillini o niente"), escludendo ogni altra soluzione tecnico-istituzionale (ma non l'eventualità di un accordo con il PdL) fa pensare che prevalga questa seconda chiave di lettura, che questo secondo strato sia più profondo. Se si considera che il M5S per molti aspetti ha preso il posto della sinistra radicale, di certo assorbendo quasi tutto il suo elettorato, e che a fare da pontieri nel tentativo di accordo M5S-Pd c'è sempre la SeL di Vendola, emerge più chiaramente la logica stantia del "nessun nemico a sinistra", nonchè un nuovo tentativo di ricostruire un centrosinistra allargato a sinistra, a guida socialdemocratica, una guida però che è a sua volta condannata ad essere ostaggio del purismo della sinistra radicale ed ora dei grillini, che i socialdemocratici cercano di dividere assorbendone una parte per modificare gli equilibri interni nel centrosinistra, ma da cui risultano essere pesantemente condizionati e ipotecati. E così proprio in queste ore mentre Orfini chiama Vendola ad entrare nel Pd per "ridefinirlo" e "cambiare la qualità dell'offerta politica",  il governatore della Sicilia Crocetta, laboratorio di un'intesa Pd-M5S, cerca di resuscitare la Rivoluzione Civile di Ingroia e i rottami di Rifondazione tentando di recuperarli nella sua lista civica. E poi fanno passare Renzi per scissionista e sabotatore.

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