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lunedì 25 marzo 2013

Destra e sinistra irrompono nel comunitarismo grillino

I deputati grillini non sono così monolitici come pensavo. Si sono divisi sulla votazione a Grasso presidente del senato. Quei dodici parlamentari a cinque stelle che hanno votato per Grasso hanno messo in discussione il dogma grillino del "sono tutti uguali". Grasso e Schifani non sono uguali, ma in crisi è andata anche la tesi più generale che destra e sinistra sono uguali, o non esistono, o complottano ("inciuciano" secondo il vocabolario dell'organo ufficiale del grillismo, il Fatto Quotidiano) a danno dei cittadini. Che esistano la destra e la sinistra è insopportabile per Grillo, ma che emergano posizioni di destra e sinistra all'interno del suo partito porterebbe ad una vera e propria implosione della sua comunità. Per questo Grillo si guarda bene dall'affrontare temi come l'immigrazione, i matrimoni gay, i diritti civili in generale, i quali oltre a creare una linea di differenziazione netta tra destra e sinistra, comportano un grado d'identità sociale ben più complessa della schematica e manichea contrapposizione tra la classe dei "cittadini" da una parte e l'indistinta "casta" dall'altra. Per di più l'idea che la democrazia si fortifica con il riconoscimento delle minoranze va in collisione con l'idea totalitaria del grillismo che tutti debbano conformarsi alle decisioni della maggioranza.

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