Grillo preferisce un governo tecnico ad un governo politico (la smentita del pomeriggio fa parte del solito gioco coi media). Come nella scelta di cassare la proposta programmatica di Bersani c'è una scelta di fondo ideologica e strategica e non di merito. L'obbiettivo è sempre più dare un'immagine di inutilità dei partiti, tutto è meglio dei partiti. Era questo il senso del no a Bersani, e non tanto la necessità di venire incontro e non scontentare la parte del suo elettorato proveniente da destra. Anzi, da questo punto di vista l'attacco al Pd ricalca gli schemi dell'ultrasinistra, è Bersani che viene accusato di essere uguale a Berlusconi e mai viceversa, è il Pd che viene accusato di inciuciare con il Pdl, ma l'odio settario verso il Pd è una riproposizione degli schemi dell'ultrasinistra e non un riconoscimento alla parte destra.
Se è vero che la retorica anticasta ricorda la demagogia del primo fascismo, gli obbiettivi di fondo dei grillini riportano al totalitarismo di sinistra, l'idea di una democrazia pura, senza rappresentanti, senza partiti, addirittura senza governo, così come il mito di una volontà univoca e monolitica del popolo che esercita la sovranità senza limiti costituzionali (e i limiti costituzionali furono pensati dai padri costituenti per evitare che un altro Hitler vincesse le elezioni), cosa questa che va in cortocircuito con la morale grillina che chi non la pensa come Grillo è un servo colluso con la casta, pagato e in malafede, per cui la volontà popolare tanto reclamata va in subordine al verbo del Capo. D'altronde anche il "chi ti paga" grillino è tipico del complottismo dell'estrema sinistra degli anni '70, così come il bollare come propaganda ogni fonte diversa dal proprio campo.
Cercare di collocare il grillismo entro le logiche di destra-sinistra non è un semplice esercizio di stile, serve a comprenderlo meglio rispetto a genericità come "cittadini", "popolo", e può servire a farlo venire allo scoperto. Attualmente quindi lo collocherei nell'ultrasinistra, che come tale ha come primo nemico la sinistra, ma ciò non toglie che un movimento del genere non possa virare prima o poi verso una nuova forma di fascismo. D'altronde anche il fascismo delle origini fu fondato da molti ex rivoluzionari di sinistra e i segnali ci sono tutti.
Blog che si occupa di geopolitica, politica italiana, storia del comunismo, della sinistra italiana e osservatorio sui movimenti estremistici e sul nuovo antisemitismo
venerdì 29 marzo 2013
mercoledì 27 marzo 2013
Grillo alla guerra
Dopo il voto per Grasso al senato sembravano essere sorte delle contraddizioni tra i deputati grillini, invece oggi i due capigruppo Crimi e Lombardi hanno mosso il loro netto no alla fiducia a Bersani. I grillini ora sembrano tornare monolitici e tra i corridoi non si carpiscono più voci dissidenti. In realtà la situazione in questo caso era più difficile, dopo il voto per Grasso infatti Grillo ha lanciato una caccia all'infiltrato in rete che osa chiedere l'accordo col Pd, che era in realtà una minaccia ai dissidenti, ai quali il despota ha fatto capire che un voto discordante sarebbe costato l'accusa di alto tradimento e l'espulsione. Dall'altra parte l'offerta del Pd non è apparsa irrinunciabile, gli otto punti sono apparsi più dei titoli a tema che delle chiare proposte di legge nel merito, ne' è stato messo in risalto che stava passando l'occasione storica di liberarsi di Berlusconi dalla scena politica. Inoltre mentre Bersani tentava questa strada già si ventilavano nel Pd le larghe intese e ciò intimidiva ulteriormente i grillini dissidenti. Crimi e Lombardi si sono presentati così all'incontro ripetendo le frasi fatte concepite dal loro capo, confermandosi due burocrati. Tra queste l'immagine che destra e sinistra hanno governato ugualmente negli ultimi vent'anni, al quale si poteva facilmente rispondere che dal 2001 al 2011 Berlusconi ha governato per otto anni e mezzo con delle schiaccianti maggioranze e che perciò appiattire a metà le responsabilità è un buon modo per alleggerire quelle di Berlusconi.
Ma perchè Grillo ha opposto un così netto rifiuto? Certo, rifiutandosi costringe il Pd ad accordarsi con il PdL e potrà urlare all'inciucio aumentando i consensi. Ma in fondo anche accettando l'offerta di Bersani poteva presentarsi come quello che agendo nel merito e non in maniera ideologica costringe il Pd a venire sulle sue posizioni, uscendone da vincitore e aumentando anche così i consensi. Il fatto è che Grillo non vuole solo annullare la distinzione destra-sinistra, ma sostituendola con quella grillini-antigrillini vuole eliminare i partiti e svuotare la democrazia. La sua non è solo propaganda elettorale, ma una dichiarazione di guerra (come più volte ha detto "siamo in guerra"), il suo non è solo un movimento di protesta, ma un movimento di fanatismo.
Ma perchè Grillo ha opposto un così netto rifiuto? Certo, rifiutandosi costringe il Pd ad accordarsi con il PdL e potrà urlare all'inciucio aumentando i consensi. Ma in fondo anche accettando l'offerta di Bersani poteva presentarsi come quello che agendo nel merito e non in maniera ideologica costringe il Pd a venire sulle sue posizioni, uscendone da vincitore e aumentando anche così i consensi. Il fatto è che Grillo non vuole solo annullare la distinzione destra-sinistra, ma sostituendola con quella grillini-antigrillini vuole eliminare i partiti e svuotare la democrazia. La sua non è solo propaganda elettorale, ma una dichiarazione di guerra (come più volte ha detto "siamo in guerra"), il suo non è solo un movimento di protesta, ma un movimento di fanatismo.
lunedì 25 marzo 2013
Destra e sinistra irrompono nel comunitarismo grillino
I deputati grillini non sono così monolitici come pensavo. Si sono divisi sulla votazione a Grasso presidente del senato. Quei dodici parlamentari a cinque stelle che hanno votato per Grasso hanno messo in discussione il dogma grillino del "sono tutti uguali". Grasso e Schifani non sono uguali, ma in crisi è andata anche la tesi più generale che destra e sinistra sono uguali, o non esistono, o complottano ("inciuciano" secondo il vocabolario dell'organo ufficiale del grillismo, il Fatto Quotidiano) a danno dei cittadini. Che esistano la destra e la sinistra è insopportabile per Grillo, ma che emergano posizioni di destra e sinistra all'interno del suo partito porterebbe ad una vera e propria implosione della sua comunità. Per questo Grillo si guarda bene dall'affrontare temi come l'immigrazione, i matrimoni gay, i diritti civili in generale, i quali oltre a creare una linea di differenziazione netta tra destra e sinistra, comportano un grado d'identità sociale ben più complessa della schematica e manichea contrapposizione tra la classe dei "cittadini" da una parte e l'indistinta "casta" dall'altra. Per di più l'idea che la democrazia si fortifica con il riconoscimento delle minoranze va in collisione con l'idea totalitaria del grillismo che tutti debbano conformarsi alle decisioni della maggioranza.
mercoledì 6 marzo 2013
La cucina di Grillo e Casaleggio
Chi si aspettava che dalla prima riunione dei deputati grillini uscisse una linea politica è rimasto deluso. Non è solo che evidentemente la linea viene decisa in altra sede da Grillo e Casaleggio, è che gli attivisti grillini non sono tarati per avere una visione d'insieme, complessiva, politica. I grillini viaggiano a tematiche. C'è chi si occupa di ambiente, chi di trasporti, chi di internet, chi di No Tav e ognuno dal suo recinto non esce. Una spartizione di tematiche prevalentemente localistiche, più adatte ad un'assemblea regionale o comunale che al parlamento. Quale sia poi il livello di competenza non si sa, dato che chi si aspettava di vedere all'opera la famosa trasparenza è rimasto deluso: infatti non solo non si è visto nessun dibattito politico, ma nemmeno un approfondimento tecnico, ma solo una scolastica presentazione dei deputati, nome, cognome, area di provenienza, qualifica e tematica d'interesse.
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