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venerdì 6 giugno 2025

Per una controffensiva liberale e occidentale

I pacifisti ci dicono che la democrazia non si esporta. Certo, la democrazia forse non si esporterà, però guarda un po' in Italia è andata proprio così, gli angloamericani l'hanno esportata, e inoltre questo non vuol dire che le dittature hanno ragione. Il problema reale però - al di fuori degli slogan di sinistra sulla democrazia che non si esporta - è scegliere i referenti democratici giusti in loco, sul territorio. I terzomondisti ci dicono che in certi paesi in loco non ci sono, che questi popoli vogliono monoliticamente il loro dittatore e questa è la loro cultura, che poi sarebbe da parificare con la cultura liberale e occidentale in nome del multiculturalismo, ma poi per loro la democrazia occidentale va pure abolita. Invece sicuramente sappiamo che per esempio, nello storico-concreto, Obama in Iraq ha scelleratamente dato il potere alle milizie filoiraniane, questo è un po' come se dopo la seconda guerra mondiale gli angloamericani, una volta liberata l'Italia, avessero dato il potere ai comunisti, i quali volevano instaurare un'altra dittatura dopo quella fascista, come hanno fatto gli sciiti in Iraq. In Italia al contrario, come in Giappone e Germania, le truppe alleate scelsero i referenti giusti e in più mantennero gli stivali sul territorio e speriamo continuino a mantenerli, non tirando troppo dalla parte di un isolazionismo emerso negli ultimi anni, che comunque è ampiamente comprensibile visti gli eventi degli ultimi decenni. Negli anni '40 gli angloamericani scelsero di sostenere i Saragat, i De Gasperi, Einaudi, e non per carità Togliatti, questa fu la scelta giusta. Il vero problema allora, care anime belle e non sinceri democratici, non è l'interventismo democratico, ma la scelta dei referenti in loco e una linea coerente. 

Gli schizofrenici liberal-comunisti accusano Trump di essere un guerrafondaio imperialista e allo stesso tempo, pensate, lo accusano di voler abbandonare la Nato e l'Europa. Sono per metà liberali e per metà comunisti, ma le due cose proprio non si conciliano e non comunicano, proprio come nella schizofrenia.

Oggi il nulla cosmico della sinistra globalista ci vorrebbe sottomettere alle autocrazie orientali ed ai fanatismi religiosi - quello ecologista e quello islamico - mentre le nazioni, i confini e la loro sovranità democratico-popolare diventano sempre più la trincea in difesa delle libertà e della democrazia, senza dimenticare la difesa del locale. Allora bisognerebbe costruire una nuova linea del Piave, ma anche una controffensiva culturale contro l'invasione islamica e quella cinese, colpendo i loro cavalli di troia che si annidano tra noi come serpi in seno, favorendo al contrario quell'immigrazione integrata, di chi aiuta i nostri anziani, le nostre famiglie, la nostra produzione e il nostro sviluppo, perchè in primis da par loro aderiscono invece ai valori occidentali. Però la realtà è complessa, ci sono tanti arabi, per esempio gay e lesbiche, che scappano dai paesi islamici e dalle loro persecuzioni, accogliamo anche loro, dimenticati e abbandonati dagli attivisti del gay pride e dai fascisti di sinistra, sempre pronti ad ungere gli imam e le dittature terzomondiste, e respingiamo senza paura di essere tacciati di razzisti chi ci vuole sottomettere e invadere.

Cruciale in questo senso è la difesa di Israele, senza se e senza ma, contro le menzogne e le mistificazioni dei media che dipingono gli ebrei come dei mostri, bisogna stanare i finti equidistanti in questa guerra di civiltà, contro il finto buonismo, contro gli antisemiti cattocomunisti, la difesa dello stato ebraico è ormai diventata la cartina di tornasole tra la civiltà e la barbarie, tra il coraggio e la codardìa. Chi difende Israele oggi è dalla parte giusta della storia, chi in occidente sostiene hamas e i palestinesi è malato e odia sè stesso e nella migliore delle ipotesi non sa neanche di cosa parla, nella peggiore vuole la distruzione dell'occidente e dei suoi valori, oltrechè la distruzione di se stesso. La posta in palio è la libertà, la democrazia, il rispetto dell'individuo e del privato. La sinistra sminuisce e disprezza questi valori dicendo che in occidente ci sono però le disuguaglianze, ma andassero a vedere le disuguaglianze che ci sono fuori dall'occidente, ben più enormi, prima di dare lezioni da maestrine.


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