Mai il centrodestra è stato così diviso, ma più che una divisione sembra una ruota che gira, vediamo perchè: la componente liberale, rappresentata da Forza Italia, ha paradossalmente parole ambigue sull'autocrate Putin e l'invasione dell'Ucraina attraverso il suo leader Berlusconi, mentre al contrario la destra-destra della Meloni, storicamente tendenzialmente antiamericana, si schiera invece decisamente con l'Ucraina e quindi con la Nato. In mezzo la Lega che dovrebbe rappresentare una forza territoriale, antiideologica dei ceti produttivi. Pensate, ha invece posizioni anch'essa antioccidentali che vanno proprio contro gli interessi economici dei ceti produttivi, chiaramente legati all'import-export con i nostri maggiori partners commerciali, che non sono certo la Russia, con cui c'è un interscambio minimo, ma gli Usa; quindi tramite il suo leader Salvini sembra il partito comunista degli anni '50.
Inoltre, come ha giustamente fatto notare Crosetto, la Lega dovrebbe essere il partito della difesa dei confini, come può giustificare un'invasione territoriale di centomila carroarmati che attacca la sovranità nazionale ucraina? La risposta sembra essere banale, il dittatore imperialista Putin ha dei crediti verso il liberale Berlusconi e il sovranista Salvini(?)
E' chiaro che Berlusconi e Salvini sono figure ormai compromesse non in grado di portare avanti le loro legittime idee liberaldemocratiche e sovraniste, ma anche la Meloni non esce del tutto dalle ambiguità col passato fascista e non basta strabuzzare gli occhi di fronte alle richieste di chiarezza.
Come sempre allora la sinistra posttogliattiana, postberlingueriana e postdemocristiana va all'incasso, di fronte ad un centrodestra non credibile cerca di attrarre la maggioranza senza rappresentanza dei moderati liberaldemocratici laici dalla propria parte, ecco che cattolici di estrema sinistra e comunisti lanciano la scialuppa di salvataggio, ma anche da parte loro la credibilità atlantista e liberale è pari a zero, la storia parla da sola, ma anche gli ultimi anni, tra sostegno agli scafisti, pseudopacifismi assortiti, strizzate d'occhio alla Cina.
Ma veniamo all'ultimo paradosso, con tutti i suoi errori Renzi appare la figura più credibile sul piano geopolitico e politico per la domanda di un partito liberale e atlantista di massa, seppur con qualche riserva, eppure risulta totalmente screditato agli occhi degli italiani anche moderati, contaminati forse anche loro dal falso moralismo purista, dal fanatismo politico associato ad un falso disinteresse, impiccato al "stai sereno", ma anche al conformismo ribellista di quei italiani che dicono di non credere ai media ma poi sono imbottiti della propaganda mediatica.
Tutte le critiche a Renzi sono legittime, ma i fatti sono chiari, il Jobs act ha creato lavoro, il reddito di cittadinanza ha distrutto lo sviluppo in Italia. Se ci siamo liberati di Salvini e Conte e abbiamo Draghi al governo lo dobbiamo a Renzi, non al leone da tastiera Calenda.
Nessun commento:
Posta un commento