La sinistra perde la bussola quando si parla di immigrazione. Parlano di redistribuzione di migranti su tutto il territorio europeo, come se gli esseri umani fossero numeri e si potessero redistribuire proporzionalmente su tutto il territorio europeo come pacchi postali. E' ovvio invece che nessun migrante vuole essere "redistribuito" in un paesino della Calabria per farsi sfruttare dal sindaco di turno o dell'Ungheria. Tutti legittimamente vorranno andare in Lombardia, in Veneto o in Germania e dove c'è lavoro. Allora è chiaro che non siamo in grado fisicamente e realisticamente di accogliere 100mila immigrati all'anno. Ma la sinistra odia il buon senso, ma ama sentirsi buona e progressista, senza nemmeno sapere cos'è il progresso, anzi dopo la conversione religiosa all'ecologismo gretino, è diventata giudice di 200 anni di progresso industriale e tecnologico, di cui loro per primi godono dei benefici e che ai tempi di Marx sosteneva.
La destra perde la bussola quando si parla di Covid e vaccini. Salvini e Meloni strizzano l'occhio ai no vax, a chi si scaglia contro i medici, la scienza, i vaccini, proprio quelli che ci stanno togliendo da quella situazione di limitazione della libertà in cui il virus cinese ci ha portato grazie anche alla strumentalizzazione della sinistra filocinese.
Il nuovo centro liberale gioco forza deve prendere le distanze da queste due derive estremistiche. Berlusconi, Renzi, Giorgetti e pure Calenda - se la smetterà di fare il bullo antirenzi - dovranno costruire una coalizione che crei i suoi confini su questi due argini, poi su una base geopolitica atlantista, su una cultura basata sulla libertà individuale, la proprietà privata, l'abbassamento delle tasse generalizzata e la lotta alla burocrazia, l'aiuto alle famiglie e alle piccole-medie imprese, un sano patriottismo federalista, una solidarietà sociale solo a chi ne ha realmente bisogno e non ai furbetti.
Nessun commento:
Posta un commento