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lunedì 29 ottobre 2018

L'odio antiebraico emerge nelle società malate

Ebrei trucidati nella sinagoga a Pittsburgh da un fanatico di estrema destra, come nel 1982 a Roma, quando un commando palestinese assaltò la sinagoga uccidendo un bambino di due anni e ferendo 37 persone, come negli anni '40 e per millenni prima ancora. L'antisemitismo è la malattia dell'occidente, come del mondo islamico e dell'Europa orientale, esiste da sempre, viene messa in quarantena, ma poi quando insorge dalle fogne è il sintomo che la malattia è rientrata nella sua fase acuta, quando si diffonde trasversalmente vuol dire che una società è malata e non può essere relegato a una parte politica, finisce che il razzismo e l'odio etnico appartiene anche a chi è di sinistra, che viene contagiato, per cui per sfogare il proprio razzismo gli basterà dire che gli ebrei sono i banchieri, i capitalisti, gli imperialisti o più rozzamente i ricchi e il gioco è fatto, potrà farsi passare per "di sinistra" e servire la causa del nazionalsocialismo, vero punto di raccordo e punto di congiunzione tra il socialismo reazionario e il socialismo rivoluzionario che si esprime con l'odio antiebraico.

mercoledì 10 ottobre 2018

Da No global dico viva la globalizzazione

Ero un no global e sono rimasto un no gobal, peccato che ho diametralmente cambiato idea, o forse ne ho preso gli aspetti migliori. I No global, o meglio l'ala egemone di quel movimento, solevano dire "non siamo contro la globalizzazione, ma contro questa globalizzazione, cioè la globalizzazione liberale." E invece è proprio l'aspetto liberale della globalizzazione, il libero commercio, la rottura dei dazi doganali, la diffusione dei valori occidentali nel mondo come la libertà individuale, il meglio della globalizzazione, dove invece l'omologazione culturale, il governo mondiale, la diversità sottomessa all'uguaglianza, il pensiero unico populista, ne sono l'aspetto peggiore, mentre i nazionalismi, i particolarismi, le autonomìe hanno un valore intrinseco se integrate nella globalizzazione, mentre diventano deteriori se ne sono ostili, ottusamente autarchiche.

lunedì 1 ottobre 2018

Il 30 settembre 2018 nasce l'opposizione a questo governo di banditi

Due piazze, quella del Pd in piazza del popolo a Roma, e poi Anpi, Sentinelli ed Emergency che invece di scegliere un altro giorno decidono di sovrapporsi chiamando a raccolta la piazza del Duomo a Milano. Se hanno voluto la competizione interna alla sinistra, diciamo che si sono rotti le corna, 25000 a Milano, magari non 70000 a Roma, ma almeno 40000 a Roma. Eh niente, sì perchè cari amici de La Repubblica, della Cgil e dintorni, il Pd ha ancora un popolo, fatto di proletari non rimbecilliti, tanto ceto medio e perchè no anche l'elite, non quella di confindustria e del suo leader Boccia, che oggi si schiera con Salvini, che dai sondaggi sembra dominare, ma fino a prova contraria ha preso meno voti di Renzi il 4 marzo e forse non sta così mangiando in testa a Di Maio, avendo consegnato il nord al peggiore assistenzialismo democristiano, ma con metodi squadristi, del bibitaro di Pomigliano e di Savona.
Uno sguardo fotografico alle due piazze, quella di Roma vede tanti over 60, ma anche qualche under 40, quella di Milano sembra fatta solo di 40-50-60enni un po' sbandati, dall'aria trasandata, una sinistra incancrenita, fatta di una finta diversità al servizio del neototalitarismo uniformante, di un antifascismo monocolore e di un pacifismo ipocrita e unilaterale, di gente che magari ha votato i grillini fino a ieri, prepolitica, rancorosa e rabbiosa tanto quanto i banditi al governo.
Dall'altra parte il popolo del Pd chiede unità, Martina, Renzi, Gentiloni, Orfini, trovate la quadra, ma per cortesia, il grillino Emiliano e il serpente Franceschini fuori dai coglioni.