Pagine

venerdì 17 marzo 2017

La mozione di Renzi al congresso Pd, tra Gramsci e immigrazione

Sorpresa, la mozione congressuale di Renzi si apre con una lunga citazione di Gramsci. La salutare novità però è che non è la solita banalità "sull'odio gli indifferenti e sono partigiano" e nemmeno il deprimente "pessimismo della ragione e ottimismo della volontà". La mozione della maggioranza Pd riprende un Gramsci di mezzo, un Gramsci che nella migliore tradizione marxista non sta dalla parte della tesi o dell'antitesi, ma della sintesi. Il riferimento è alla necessità del partito comunista di porsi come mediatore tra la capacità di "sentire senza sapere" del popolo e del "sapere senza sentire" dell'intellettuale. Cosa c'entra con l'oggi? C'entra tantissimo, perchè oggi ci troviamo nel bel mezzo di uno scontro tra populismo ed elitarismo, tra una pericolosa retorica totalitarista della democrazia diretta e un altrettanto pericolosa retorica tecnocratica che rifiuta la legittimità della Brexit e dell'elezione di Trump, mettendo in discussione il fondamento del suffragio universale e ambedue quello della democrazia rappresentativa. Ma la grande svolta del Pd renziano è sull'immigrazione, contro un'altra grande contrapposizione ideologica, quella tra la destra salviniana e la sinistra boldriniana-papafranceschista, tra chi sull'immigrazione alza un polverone e chi nasconde la polvere sotto il tappeto. Il crinale difficile su cui si vuole porre il Pd è trovare una risposta al populismo che non sia liquidare le paure della gente sulla sicurezza come irrazionali, razziste, xenofobe o frutto della propaganda della destra, ma riconoscerne il fondamento dando delle risposte diverse da quelle dei populisti. Sta nascendo una sinistra davvero nuova, ma non per questo priva di radici anche più profonde e antiche della sinistra luogocomunista e annisettantacentrica.

Nessun commento:

Posta un commento