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venerdì 10 marzo 2017

Il discorso di Renzi al Lingotto '17

Il discorso di Renzi al Lingotto è un vero e proprio smottamento valoriale nella sinistra italiana. I grossi media non lo hanno colto, limitandosi a riportare la banalità della consueta affermazione contro la paura del segretario uscente. Sono tre invece i termini che Renzi vuole riportare nel campo della sinistra e che contraddistinguono un punto di rottura con la sinistra benecomunista. Sicurezza, patria e identità. Tre vere e proprie piccole rivoluzioni pronte a mutare geneticamente il patrimonio della sinistra. Si parte dalla sicurezza, non più spauracchio della destra, ma diritto dei ceti più deboli che la sinistra deve proteggere, collante che deve riequilibrare la retorica dell'accoglienza, troppe volte superficiale. Poi patria, senso della comunità che deve armonizzarsi con la globalizzazione, tabù di una sinistra esterofila e astrattamente universalista, sempre pronta a condannare il totalitarismo di destra, ma che non ha mai fatto i conti con il totalitarismo di sinistra. Infine l'identità, che fa rima con Occidente, che fa rima con una sinistra liberale, non ostile ad Israele. Un discorso che non parte dal nulla, ma che ha invece radici profonde, non a caso Renzi oggi ha rivalutato il termine compagno, un discorso che rottama la sinistra degli ultimi cinquant'anni, ma che trova molti fili conduttori con una sinistra più antica, ottocentesca, primonovecentesca, quando il marxismo aveva i piedi ben piantati in occidente e non era ancora stato terzomondizzato e ideologizzato, quando il patriottismo faceva parte del terreno comune della sinistra. Ma quella di Renzi è anche una sinistra che rifiuta il catastrofismo, che supera il pessimismo della ragione e ritrova l'ottimismo della ragione, che riprende in mano l'autentico progressismo, non quello paradossale che odia il progresso e la tecnologia, malato di ambientalismo integralista, ma lo governa.

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