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venerdì 1 aprile 2016
Conflitto di civiltà, servono nuove strategie
Il conflitto tra occidente e Islam radicale che stiamo vivendo è molto diverso dal conflitto della guerra fredda. In quest'ultima si confrontavano due mondi che avevano molti punti di contatto, persino valori in comune e avevano combattuto una guerra insieme contro il nazismo. Il conflitto attuale è invece un conflitto di civiltà e sotto attacco sono le basi stesse della civiltà occidentale. Tra occidente e Urss invece vi era una competizione più che un conflitto, ambedue affermavano di essere modelli di democrazia e libertà. L'occidente vinse perchè nel proprio campo permise anche ai più strenui critici del proprio modello economico-sociale di esprimersi liberamente, mentre l'Urss al contrario perseguitava i dissidenti. Quando il bubbone dei dissidenti esplose, l'Urss perse la solidarietà internazionale e il prestigio che godeva anche in occidente, mentre il modello di libertà occidentale diventava sempre più attraente per i cittadini sovietici. Questo schema però non è ripetibile nell'attuale conflitto. L'Islam radicale disprezza la libertà, la democrazia, li considera disvalori, dei segni di debolezza dell'occidente, e se ne usa per ritorcerli contro la democrazia. Che fare dunque? Limitarsi a perseguire l'azione terroristica o perseguire anche la pre-dicazione fondamentalista, togliendo un pezzo di libertà per salvare l'intera libertà? La prima soluzione rischia di essere miope, perchè è nell'indottrinamento che si creano le basi del terrorismo.
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